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venerdì 14 novembre 2008

Lettera al Presidente Napolitano

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Di seguito la lettera della sorella Sumaya al Presidente della Repvbblica.

Al mio Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano

Caro Presidente

Le scrivo per esprimerLe gioia ed emozione, malinconia ed amarezza.

I primi due sentimenti nascono dal suo storico incontro con i nuovi italiani, incontro in cui, forse, per la prima volta un’Istituzione così importante riconosce come tali.

I secondi sentimenti invece nascono dalla delusione di non poter far parte, sulla carta, di quel gruppo di giovani.

Nata in Italia, a Perugia, 30 anni fa. Per un disguido burocratico che ha creato una interruzione di 3 mesi nella residenza mia e delle mie sorelle sul suolo italiano, abbiamo perso la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana per diritto di nascita.

Ma non parlerò delle difficoltà che tale situazione ci ha creato negli anni, tra rinnovi dei permessi di soggiorno, gite perse all’estero a scuola o con amici, lavori impossibili da ottenere e così via.

No.

Le voglio parlare dell’amore che provo per questo Paese, della voglia di farne parte comunque, sempre, al Suo servizio, fedele e cosciente.

L’Italia ha accolto i miei genitori giovanissimi. Il suo popolo li ha curati, cresciuti, amati. La sua gente ha accolto noi figli. Ci ha amati, cresciuti, educati.

Noi abbiamo risposto. Amando l’Italia, abbracciando i suoi principi e la sua cultura.

Si, abbiamo radici altrove (che vogliamo curare e valorizzare come ricchezza e elemento aggiunto alla nostra identità), ma tutto il nostro tronco e i nostri rami sono qui. Qui i nostri frutti cresceranno, cadranno, doneranno nuovi semi che daranno nuova energia al grande e meraviglioso ciclo della vita.

Caro Presidente, mi auguro che il Suo appello di serietà, rispetto, considerazione e “investimento” sui nuovi italiani, giunga al cuore di chi questo Paese lo guida e lo proietta verso il futuro. Un futuro che deve dar spazio a tutti, nel rispetto dei diritti umani chiedendo in cambio il giusto dovere civico e non solo.

Noi, nuovi italiani (anche se non tutti confermati sulla carta) siamo in “piena identificazione con i valori di storia e di lingua, e con i principi giuridici e costituzionali che sono propri della nostra nazione e del nostro Stato democratico”.

Chiediamo di essere riconosciuti, con più facilità e in tempi ragionevoli, non dimenticando che una fascia significativa dei potenziali nuovi italiani sono figli di immigrati nati e cresciuti nel nostro Paese, a maggior ragione con il diritto di ritrovarsi inseriti ufficialmente tra i cittadini italiani.

Chiediamo di naturalizzare il nostro essere italiani anche se ne siamo un po’ una rivisitazione.

Concedere e riconoscere tutto ciò non solo sulla carta ma anche socialmente e civilmente, evitando la creazione di ghettizzazione, l’esclusione sociale e i cittadini di serie B.

Chiediamo un modello italiano di cooperazione, interazione e interdipendenza che faccia dell’Italia un esempio per tutto il mondo. Siamo ancora in tempo.

Per una antica legge della natura, i caratteri nuovi sono spesso motivo di forza, innovazione, propulsione in avanti e perché no una risposta alle sfide del futuro.

Fedele alla Repubblica e alla Patria italiana e in attesa che essa mi riconosca come sua nuova figlia, auguro a Lei e a tutte le donne e gli uomini che scelgono il bene e respingono il male, serenità, armonia, pace e amore.

Sumaya Abdel Qader

venerdì 18 luglio 2008

Viale Jenner? Guardate in Europa cosa abbiamo...

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo




venerdì 11 luglio 2008

i sorrisi non rimangono mai a lungo sui visi di Nablus

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Nablus e' sempre in lutto

Cosi mi aveva detto giorno qualche fa una ragazza italiana che vive a Nablus.
E ora queste parole mi risuonano forte nella mente, mentre i soldati israeliani entrano a Nablus per mettere a ferro e fuoco la citta'.
Ancora una volta. Un'altra volta, come tante altre volte prima.

Eravamo seduti sul terrazzo, come un qualsiasi gruppo di amici in qualsiasi parte del mondo, a godere del fresco della sera, mentre ci scambiavamo chiacchiere, confidenze...e sorrisi. Ma qui l'inferno e' sempre incombente e, malgrado gli sforzi della sua gente, il sorriso non rimane mai a lungo sui visi di Nablus.
Stavamo ancora ridendo allo scoppio della prima bomba. Poi tanti spari. Un'altra bomba. E il nostro silenzio.
E' notte e la tragedia di Nablus si rinnova.
da una email giuntami da
Emanuela P.

sabato 28 giugno 2008

Rompere un giorno di digiuno di Ramadan - senza valida giustificazione

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Dice Allàh l’Altissimo nel Sublime Corano:

183 O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati;
184 [digiunerete] per un determinato numero di giorni. Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni. Ma per coloro che [a stento] potrebbero sopportarlo, c'è un'espiazione: il nutrimento di un povero. E se qualcuno dà di più, è un bene per lui. Ma è meglio per voi digiunare, se lo sapeste!
[1]

È riportato nei due sahih
[2] il hadith autentico che il messaggero di Allàh – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria – disse: “L’Islàm è stato eretto su cinque [pilastri]: la testimonianza che non c’è divinità all’infuori di Allàh e che Muhammad è messaggero di Allàh, l’assoluzione della preghiera rituale, il versamento della zakat (la tassa sociale purificatrice), il pellegrinaggio alla Casa[3], e il digiuno del [mese di] Ramadan.”
E disse – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: “ chi rompe il digiuno un giorno di Ramadan senza una valida giustificazione
[4] non redimerebbe [quel giorno] nemmeno se digiunasse l’intero anno”.
E riferito da Ibnu Abbas – che Allàh si compiaccia di lui – disse: “ i capisaldi del’Islàm e le basi della religione sono tre: “ la testimonianza che non c’è divinità all’infuori di Allàh, l’assoluzione della preghiera rituale, e il digiuno del [mese di] Ramadan; e chi tralascia uno di queste è un miscredente”.

[1] Surat Al-Baqarah,II:183-184
[2] Sahih Bukhari e Sahih Muslim
[3] Casa: detta metaforicamente in arabo anche Casa di Allàh , ovvero la Mecca.
[4] Ovvero di proposito trasgressivo o non riconoscendone l’obbligatorietà

domenica 22 giugno 2008

Progetto a Gaza di Islamic Relief Italia

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Islamic Relief Italia 19/06/2008

IL PROGETTO BEIT HANNUN

Caro fratello e cara sorella,
nonostante i cambiamenti frequenti della situazione politica in Palestina e a Gaza in particolare, la situazione umanitaria rimane drammatica. Islamic Relief da anni affronta le continue crisi umanitarie con interventi d’emergenza, aiutando la popolazione a fronteggiare la costante mancanza di beni di prima necessità, distribuendo cibo, acqua, coperte ecc., donando macchinari moderni per ospedali e cliniche, portando medicinali essenziali ed intervenendo con continuità per limitare le sofferenze del martoriato popolo palestinese.
Ma tutto questo non basta, Islamic Relief coerentemente con la propria strategia che mira a permettere alle popolazioni di ottenere i mezzi con cui autosostentarsi e a promuovere un’economia sostenibile ed uno sviluppo sociale organico, implementa progetti di medio e lungo termine. In questa cornice Islamic Relief Italia ha deciso di finanziare un progetto a favore delle studentesse della città di Beit Hannun così da fornire loro la possibilità di crearsi in futuro un’attività lavorativa.Nella
brochure realizzata troverai tutte le informazioni rispetto a questo importante progetto (oltre a una breve panoramica sulle attività di Islamic Relief in Palestina) che ti invitiamo a sostenere donando ora, via posta, banca oppure online ed indicando nella causale:Progetto Beit Hannun.

Novità


DVD INVITO ALL'AMORE
Tutte le conferenze tenute dal dott. Omar Abdelkafi in un DVD Doppio!
Se risiedi a Milano puoi acquistarlo direttamente presso il nostro ufficio in Via Tajani 1 (angolo via amadeo) Vedi >
sezione recapiti in caso contrario recati alla Moschea o al Centro Islamico a te più vicino!Contattaci allo: 02 36523730 o Inviaci una mail: ordini@islamic-relief

...Per Moschee, Centri Islamici e Negozi accettiamo ordinazioni a prezzi scontati!

domenica 25 maggio 2008

Il sito dei bambini musulmani

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo


Dei fartelli hanno costruito un sito in italiano per i bambini così da dare anche a loro un angolo dove poter imparare la loro religione e divertirsi giocando... che Allàh ricompensi questi nostri fratelli per il loro sforzo e invito chiunque abbia qualcosa da portare loro come contributo di non esitare a contattarli insha'Allàh... di seguito il link del sito:

lunedì 5 maggio 2008

I'm a Muslim video

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Guardate questo video... dal titolo I'm a Muslim - Sono un muslmano...

venerdì 18 aprile 2008

Sugli Attentati Fronte Combattente Cristiano

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Stava per “alzare il tiro” (contro i musulmani)

Arrestato Roberto Sandalo per “incendio doloso continuato e aggravato da discriminazione religiosa


Conferenza stampa del PM Spataro:
grave anche l’irresponsabilità di certi politici e giornalisti

Servizio di Abdullah Paolo Gonzaga (per Islam-onLine.it)

Roby il pazzo, come lo chiamavano in Prima Linea, l’organizzazione armata di sinistra, nell’ambito della quale su era macchiato di almeno 110 reati di cui tre omicidi, tutti cancellati in cambio della sua collaborazione con gli inquirenti, si era da tempo convertito ad una sua particolare visione del cristianesimo e della nazione.


Lo hanno preso la notte tra il 9 e il 10 aprile dopo che altre due auto erano state incendiate nei pressi del Centro islamico di Milano-Segrate e dopo che un altro veicolo era bruciato davanti all’ingresso della moschea di Via Quaranta, sempre nel capoluogo lombardo. Il quest’ultimo caso l’azione era stata rivendicata dal “Fronte Cristiano Combattente”, una sigla che aveva già firmato l’attentato che subì la sede milanese (e nazionale) dell’organizzazione umanitaria “Islamic Relief” giusto un anno orsono, il 13 aprile del 2007. In quell’occasione la rivendicazione minacciava di morte anche il sottoscritto, nella sua funzione di direttore delle attività in Italia dell’ente umanitario del Regno Unito.
Dopo I.R. furono attaccate la sede della Co.Re.Is in via Meda, un negozio appartenente ad un immigrato musulmano, per ben tre volte la moschea di Abbiategrasso.
Le indagini della DIGOS di via Fatebenefratelli si erano orientate negli ambienti dell’integralismo cattolico xenofobo e antislamico in cui spiccava la figura di Roberto Severini, questo il nome che Sandalo aveva assunto dopo la liberazione dal carcere (in tutto c’era rimasto più o meno due anni). Severini-Sandalo aveva cercato di entrare nelle Guardie Padane e il suo tentativo di infiltrazione era stato denunciato addirittura da Borghezio. Negli ultimi anni si era fatto vedere spesso in manifestazioni e marce antislamiche: contro la costruzione delle moschee di Colle val d’Elsa e Bologna e contro “l’islamizzazione dell’Europa” davanti all’ufficio milanese del Parlamento di Strasburgo.
E’ stato comunicato dalla Questura, che gli hanno trovato: una tanica contente 5 litri di benzina, un fucile ad aria compressa, due taniche di diserbante e altre bottiglie contenti miscele infiammabili, 7 bottiglie molotov già pronte con innesco in cartone e miccia di stoffa, un tubo di metallo con entrambe le estremità dotate di innesco, un ascia, altro materiale per il confezionamento di ordigni esplodenti, un manganello telescopico, uno spray urticante, un timbro con la scritta “Stop all’Islam” e altro materiale atto ad offendere.
Nella conferenza stampa tenuta nel pomeriggio in Questura il PM Spataro ha sottolineato la pericolosità del personaggio, che benché impunito è un pluriomicida (nel 1979, in meno di tre mesi uccise il vigile urbano Bartolomeo Mana durante una rapina di Prima Linea, un barista, Carmine Civitate e il dirigente Fiat Carlo Ghiglieno).




Il magistrato ha detto che le azioni antislamiche che gli vengono imputate hanno rischiato di provocare conseguenze ben più gravi delle semplici devastazioni materiali dei suoi obiettivi e che le ultime rivendicazioni e quanto ritrovato fanno pensare che si apprestasse ad un ulteriore salto di qualità. L’ultima rivendicazione, quella a seguito dell’incendio dell’auto di un frequentatore della moschea di via Quaranta, annunciava che avrebbe “alzato il tiro” circostanza questa che forse ha impresso un’accelerazione decisiva alle indagini già in corso.



Il PM ha voluto rassicurare la comunità islamica sull’imparzialità delle istituzioni e ha rammentato come l’uso del linguaggio da parte di chi ha un ruolo pubblico debba essere improntato al senso della responsabilità affinché a nessuno venga mai in mente di mettere in atto le frasi infuocate di certi leaders. Un ultima (benedetta) stoccata il dott. Spataro l’ha riservata a “certa stampa e certi giornalisti” che al momento degli attentati parlarono di “faide interne” alla comunità dei musulmani di Milano. Il magistrato ha denunciato il pericolo che deriva da un atteggiamento di questo tipo e l’irresponsabilità di chi fa certe dichiarazioni o scrive certe cose.
Alle pressanti domande dei giornalisti presenti il PM o non ha voluto confermare né smentire la possibilità di altri fermi, limitandosi a dire che le indagini sono in corso.


E se tanto mi da tanto Roby il pazzo non starà molto a cantarsela… con i suoi precedenti…

giovedì 10 aprile 2008

La Finanza Islamica

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Principali elementi di finanza islamica:

· il Corano proibisce l’interesse che rimane sempre illegittimo
· non può esserci guadagno senza compartecipazione al rischio, nel caso di un prestito che non comporta la spartizione del rischio, ogni rimborso che superi l’ammontare del prestito è RIBA’ , e quindi Haram (vietato)
· sono vietati gli investimenti verso aziende produttrici o che trasformano: alcool, prodotti a base di suini, servizi di investimento, finanziarie, banche, assicurazioni, azzardo, hotel, casinò, cinema, musica, media, pornografia, scommesse, armi, difesa militare, trasformazione del tabacco.
· Sono vietati investimenti verso aziende che abbiano sopravvenienze attive derivanti da interessi bancari superiori al 5% delle entrate (a meno che non siano destinate a scopi sociali o caritatevoli)
· Le aziende che compongono il Dow Jones Islamic Market devono :
-avere un rapporto tra il loro debito totale e la capitalizzazione media del mercato annuale superiore o uguale al 33%
-avere un rapporto tra la somma della cassa e di titoli che danno diritto a una parte di utile in forma di dividendo diviso la capitalizzazione media del mercato annuale superiore o uguale al 33%
-avere un rapporto crediti verso la clientela sul totale attivo superiore o uguale al 45%
· No acquisto titoli obbligazionari (poiché prevedono un interesse predeterminato all’origine)
· I flussi economici delle attività musulmane non devono mischiarsi con quelli non islamici (ad esempio nel caso di una Banca italiana che apra uno sportello islamico sarebbe necessaria una perfetta separazione contabile dello sportello islamico rispetto alle altre attività “contaminate” dall’applicazione di tassi di interesse.
· È probito chi incoraggia il monopolio
· Secondo la Shari’à ricorrere al debito non dovrebbe essere considerato un fenomeno ordinario e naturale ma utilizzato solo in caso di necessità
· Mutui erogati quindi senza interessi

ALCUNI CONTRATTI RISPETTOSI DELLA SHARI’A’

-Mudaraba (accomandita) dove la banca svolge il ruolo di intermediario commerciale, che compra le merci necessarie ai suoi clienti rivendendole loro e realizzando un profitto.
Si divideranno gli eventuali profitti, ma non le perdite che rimangono a totale carico della Banca.
-Musharaka (Associazione) la banca ed un imprenditore conferiscono capitale in un progetto determinato dividendo il profitto atteso secondo la percentuale stabilita. Ognuno sopporta l’eventuale perdita
-Ijàra wa iqtinà Operazioni di Leasing : il cliente paga periodicamente un canone comprensivo del costo d’acquisto del macchinario sostenuto dalla banca e un canone d’affitto per l’utilizzo del bene strumentale
-bai’mu’ajjal vendita a termine
-muràbaha vendita a premio
-Al-Istisnà appalto islamico: contratto attraverso il quale una delle parti ordina all’altra di fabbricare e fornire un bene, descritto nel contratto, con data di consegna,prezzo e data di pagamenti determinati.
-Al-Istisnà al-Tamwili : due contratti istisnà , nel secondo contratto la Banca subappalta a un contractor la fabbricazione del bene secondo specifiche previste.
-Salam contratto di vendita il cui il pagamento viene effettuato anticipatamente al momento della stipula, a fronte della consegna del bene o del servizio in una data
futura. Viene normalmente adoperato per beni fungibili con pagamento rateale.
-Manzil Murabaha : si tratta del Mutuo islamico, è stato lanciato a Londra dalla Unit Bank od Kuwait : unico inconveniente , costa il 40% in più di un mutuo normale (doppio trasferimento di proprietà, accantonamento del 100% da parte della Banca dell’importo erogato per tutelarsi dall’insolvenza , doppia imposizione fiscale;
Il cliente sceglie l’immobile, si accorda sul prezzo col venditore. Il cliente paga lo 0,1% del prezzo di acquisto per fare eseguire la perizia. La banca acquista l’immobile e lo rivende al cliente con ricarico. Il cliente paga le rate uguali, mensili per un periodo di 15 anni. L’immobile è registrato a nome del cliente con ipoteca legale a garanzia della banca. Nel prezzo che il cliente paga sono comprese le spese amministrative ed un rendimento per coloro che hanno investito nella banca e fornito i fondi del mutuo e per un margine di profitto.
-Manzil ijara, garantisce invece maggiore flessibilità al cliente. Il cliente sceglie l’immobile e si accorda sul prezzo.La Banca acquista l’immobile e si accorda per rivenderlo allo stesso prezzo entro un max di 25 anni. Durante questo periodo il cliente paga l’affitto alla banca.L’affitto viene fissato di anno in anno e corretto al ribasso per tenere conto delle rate già pagate . Il cliente può acquistare dalla Banca l’immobile in qualsiasi momento. L’affitto contiene tre elementi : il rimborso della somma che la banca ha utilizzato per acquistare l’immobile, l’affitto dell’immobile che è fonte di profitto per la banca, e la rata mensile che è la somma che serve a coprire il costo dell’assicurazione che la banca deve pagare sull’immobile.

Uno dei TANTI vantaggi della finanza islamica: comprendere meglio il “rischio” nella realtà in cui operano.
La distanza dal rischio reale riduce la vera conoscenza e comprensione di tale rischio (vedi crisi mondiale americana dei mutui sub-prime).

Maggiori Gruppi bancari Islamici :
DALLAH ALBARAKA GROUP (Arabia Saudita)
LA DAR AL MAAL AL ISLAAMI Trust (Famiglia Reale Saudita)
AL-RAJHI GROUP (Arabia Saudita)
TII-THE ISLAMIC INVESTOR (Kuwait)

Istituzioni Multinazionali NON islamiche :
CITIBANK, HSBC BANK Plc, BNP Paribas, ABN Amro, Sociètè Generale, UBS, PICTET, BARCLAYS.
Che hanno già iniziato ad usare tecniche islamiche per la loro attività verso clienti musulmani.

sabato 8 marzo 2008

Sulla Legge di Allàh - Parte II

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Perché Allàh ha dovuto quindi mandare altri libri e altri profeti?

Allàh l’Altissimo, poiché Egli è l’Onnisciente e fuori dalla dimensione spazio temporale, ci informa scientificamente della storia dei popoli che ci hanno preceduto. Dal Profeta Adamo, padre della creatura umana passando per i nostri giorni e fino agli ultimi uomini, Allàh ci informa che l’uomo dimentica troppo in fretta ed è soggetto alla continua modifica e influenza da parte di interessi e egoismi personali di determinati ceti.
La sociologia va di pari passo con l’Islàm affermando che tutte le società sono dinamiche e mai statiche, anche laddove si può pensare che erano statiche esse si evolvevano, ciò che differisce difatti è la velocità con cui mutano nel tempo. Così e come d’accordo con la sura coranica sopra citata relativa alla perdita della dignità dell’uomo con il passare del Tempo (tranne coloro che credono e compiono il bene, vicendevolmente si raccomandano la Verità e vicendevolmente si raccomandano la pazienza) l’uomo, o meglio una ristretta cerchia che riflette il frutto del flusso di potere delle epoche, ha sempre più preso posizioni a proprio vantaggio senza badare al messaggio originario. La storia ci ha sempre dato prova di questo malato processo che ha visto e vede tutto’ora coloro che detengono il potere economico, o religioso, o intellettuale, o culturale, o statale,o massmediatico … e che variano a seconda delle epoche ma che rimangono riconoscibili in base alla loro grande influenza sulle masse spesso incolte, esercitare questo stesso potere in una alleanza minoritaria oligarchica che ha come unico obbiettivo quello di preservare il potere nelle loro mani.
Di questi Allàh l’Altissimo ci informa dicendo:

I miscredenti dicono: “Non crederemo mai in questo Corano e neppure a ciò che lo precede”. Se potessi vedere quando gli ingiusti saranno davanti al loro Signore, immobili s'interpelleranno gli uni con gli altri. E coloro che erano considerati deboli diranno a quelli che erano tronfi d'orgoglio: “Se non fosse stato per voi, certamente avremmo creduto”. (31) E quelli che erano tronfi d'orgoglio diranno a coloro che consideravano deboli: “Vi abbiamo forse impedito [di seguire] la retta via dopo che essa vi giunse? No, anche voi siete stati colpevoli”. (32) E coloro che erano considerati deboli diranno a quelli che erano tronfi d'orgoglio: “No, furono le vostre perfidie, di giorno e di notte, quando ci ordinavate di disconoscere Allah e attribuirGli consimili!”. Celeranno il loro rimorso quando vedranno il castigo, [perché] porremo i gioghi al collo dei miscredenti. Saranno compensati per altro che per le opere loro? (33) Non mandammo un ammonitore a una comunità senza che coloro che vivevano nell'agiatezza dicessero: “Non crediamo in ciò per cui siete stati inviati”. (34) Dissero: “Abbiamo ricchezze più grandi e figli, quindi non saremo castigati”. (35) Di': “In verità il mio Signore concede generosamente a chi vuole e lesina a chi vuole, ma la maggior parte degli uomini non lo sa”. (36) I vostri beni e i vostri figli non vi potranno avvicinare a Noi, eccetto per chi crede e compie il bene: essi sono coloro che avranno ricompensa raddoppiata per quel che facevano: saranno al sicuro negli alti livelli [del Paradiso]. (37)

Allàh l’Altissimo ci ha riportato quindi anche notizie sulle continue modifiche apportate da parte delle varie comunità sui sacri libri che l’Altissimo ha fatto scendere sui suoi Profeti e Messaggeri. Tantissime volte l’uomo si è corrotto dalla Via originaria sicché da rendere necessario la rinnovazione del Messaggio tramite profeti e libri che portavano conferma della scrittura che la precedeva e ormai alterata, ponendo altresì anche nuove imposizioni che completavano le precedenti. Il processo di alterazione continuò fino a toccare il Sacro Libro dato al Profeta Gesù figlio di Maria, qui e dopo che alcuni ceti religiosi hanno alterato il Messaggio portando alla più grande bestemmia e oltraggio fatto dall’uomo verso il suo Creatore, ovvero del concepimento di Allàh l’Altissimo di un figlio, mentre Egli E’ Allàh l’Unico, (1) Allàh E’ l’Assoluto, (2) Non ha generato, non è stato generato, (3) e nessuno è uguale a Lui (4). [Sublime Corano:CXII]
Per mostrare la gravità delle loro menzogne dice l’Altissimo:

Dicono: “Allah Si è preso un figlio”. (88) Avete detto qualcosa di mostruoso. (89)Manca poco che si spacchino i cieli, si apra la terra e cadano a pezzi le montagne, (90)perché attribuiscono un figlio al Compassionevole. (91)Non si addice al Compassionevole, prenderSi un figlio. (92)Tutte le creature dei cieli e della terra si presentano come servi al Compassionevole. (93) Egli li ha contati e tiene il conto, (94) e nel Giorno della Resurrezione ognuno si presenterà da solo, davanti a Lui. (95) [Sublime Corano:XIX].

Il Sublime Corano viene per confutare tutto ciò che lo ha proceduto di errato correggendo le deviazioni e le innovazioni introdotte dall’uomo nella Sua legge. Difatti, molti possono pensare che anche questo libro durante i 1400 anni possa aver subito delle modifiche, ma questo è privo di fondamento per due motivi essenziali. Il primo è che questo libro da quando è stato rivelato e poi trascritto (cioè dal terzo Califfo ben Guidato) a oggi non se ne trovano modifiche. Esiste una sola copia del Sublime Corano, diversamente da tutti gli altri libri antichi e che tramandati oralmente (e anche scritti) se ne trovano più di una versione. Mentre il secondo e sufficiente motivo è che Allàh stesso dice di quello che è riportato nel Sublime Corano che: Noi abbiamo fatto scendere il Monito, e Noi ne siamo i custodi. (9) [S.C.:XV](dove il Monito è inteso il Sublime Corano).

(Vedi Parte I)

martedì 4 marzo 2008

Sulla Legge di Allàh - Parte I

Nel nome di Allàh il Misericordioso il Clementissimo


Nella storia, l’uomo si è trovato a dover affrontare l’organizzazione della propria vita secondo dei codici di condotta. Sviato dal regolamento iniziale, quello datogli dal Creatore, si è trovato ad ingegnarsi per poter stabilizzare la sua esistenza. La linea di condotta iniziale gli fu assegnata in seguito alla sua creazione. Di fatti, ogni cosa che è stata creata, lo è stata per un motivo, così come Allàh l’Altissimo ci informa nella Sua Parola transustanziata nei significanti della lingua araba e nei fonemi di questa lingua. Egli l’Altissimo dice:

Non è per gioco che creammo il cielo e la terra e quel che vi è frammezzo. (16)Se avessimo voluto divertirci, lo avremmo fatto presso Noi stessi, se mai avessimo voluto farlo. (17)
[Sublime Corano:XXI ]

E ancora:

Ogni cosa creammo in giusta misura(49) [Sublime Corano: LIV].

Ogni creazione, dopo essere stata creata, gli fu assegnato un codice di condotta, un regolamento, una norma, una legge che la regoli, sia essa macro che microscopica: il cielo, l’universo con i suoi pianeti, le sue stelle, le sue galassie … la cellula, l’atomo, il nucleo, l’elettrone … tutto, senza esclusione hanno avuto questo regolamento che ha la caratteristica di essere eterno. Tutto il creato, che non è uomo, ubbidisce meccanicamente a ciò per cui è stato creato. La creatura umana, dopo aver adoperato con le leggi dategli dal creatore e poiché il suo destino ultraterreno lo differenzia da tutto il resto della creazione, con il tempo si è allontanato da queste leggi e ha cominciato a modificarle e sostituirle dicendo:

Ci viene promesso questo, come già [fu promesso] ai nostri avi:non sono altro che vecchie storie”. (83)
[Sublime Corano:XXIII]

Allàh l’Altissimo giura sul Tempo dicendo:

Per il Tempo! (1) Invero l'uomo è in perdita, (2) eccetto coloro che credono e compiono il bene, vicendevolmente si raccomandano la verità e vicendevolmente si raccomandano la pazienza. (3)
[Sublime Corano:CIII].

Per ciò l’uomo è stato l’unico che gli è stato permesso di scegliere la sua strada, la sua linea di condotta: può attenersi alle leggi esistenziali dettati da Allàh l’Altissimo oppure decidere di deviare su un’altra linea di condotta che non sia quella originaria del Creatore.
Da qui, arriviamo alle varie scritture che contenegono le leggi di Dio. Dal zabur dato al Profeta Dawud (Davide), alla Torah data al Profeta Musa (Mosè), al Vangelo dato al Profeta ‘Isa ibnu Mariam Ali Imraàn (Gesù figlio di Maria dei Ali Imraàn), per arrivare in fine al Sublime Corano affidato al Profeta Muhammad – che la Pace e la Benedizione di Allàh siano su di loro.
I primi tre libri erano delle guide per le singole comunità su cui erano scese e per tutti coloro che ne aderivano al messaggio iniziale del tawhid (Unicità di Dio): non c’è nessun dio all’infuori di Allàh. I tre libri sono, contrariamente come alcuni credono, dettati dallo stesso Dio Uno, Unico e Unipersonale, lo stesso che ha concluso il messaggio mandando come guida il Sublime Corano. In quest’ultimo, difatti, Allàh l’Altissimo parla dei primi tre libri e dei Profeti venuti prima di Muhammad – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria – come libri mandati da Lui sui Suoi Profeti di cui il Sigillo è proprio il Profeta Muhammad – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria.

Ha fatto scendere su di te il Libro con la verità, a conferma di ciò che era prima di esso . E fece scendere la Torâh e l'Ingîl,(3 )in precedenza, come guida per le genti. E ha fatto scendere il Discrimine . In verità, a coloro che negano i segni di Allah, un duro castigo! Allah è potente e vendicatore.(4)Nulla di quel che è sulla terra o nei cieli è nascosto ad Allah.(5) E' Lui che vi plasma come vuole negli uteri. Non c'è dio all'infuori di Lui, l'Eccelso, il Saggio.(6) E' Lui che ha fatto scendere il Libro su di te. Esso contiene versetti espliciti , che sono la Madre del Libro, e altri che si prestano ad interpretazioni diverse. Coloro che hanno una malattia nel cuore, che cercano la discordia e la [scorretta] interpretazione, seguono quello che è allegorico, mentre solo Allah ne conosce il significato. Coloro che sono radicati nella scienza dicono: " Noi crediamo: tutto viene dal nostro Signore" . Ma i soli a ricordarsene sempre sono i dotati di intelletto. (7)
[Sublime Corano:III]

[Continua Allàh volendo]

martedì 26 febbraio 2008

Terre e Vite Rubate

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo


Giacché la Terra non è niente in confronto alla dignità
e alla vita persa e in continua perdita...

domenica 24 febbraio 2008

COSTITUZIONE MEDINESE

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

1- Questo è un documento da Muhammad il Profeta (la pace e le benedizioni siano su di lui), che governa le relazioni tra i credenti musulmani di Quraish e Yathrib e coloro che li seguirono e lavorarono duramente con loro. Essi formano una sola nazione – ummah.

2- I Quraish emigranti continueranno a pagare il prezzo del sangue, secondo le loro attuali consuetudini.

3- In caso di guerra con chiunque, rilasceranno i loro prigionieri con gentilezza e giustizia comuni fra i credenti (non in accordo alle nazioni pre-islamiche dove i ricchi e i poveri venivano trattati in modi differenti).

4- I Bani Awf (tribù ebrea, ndt) stabiliranno il prezzo del sangue, fra di loro, in accordo alle loro attuali usanze.

5- In caso di guerra con chiunque, tutte le parti non musulmane rilasceranno i loro prigionieri con gentilezza e giustizia in accordo alle pratiche fra i credenti e non in accordo alle nozioni pre-islamiche.

6- I Bani Saida, i Bani Harith, i Bani Jusham e i Bani Najjar saranno governati sulla linea di cui sopra (sui principi di cui sopra).

7- I Bani Amr, i Bani Awf, i Bani Al Nabeet, e i Bani Al Aws saranno governati nella stessa maniera.

8- I credenti non mancheranno di riscattare i loro prigionieri che pagheranno il prezzo del sangue in loro favore. Pagare il prezzo del sangue sarà una responsabilità comune della ummah e non della famiglia dei prigionieri.

9- Il credente non prenderà lo schiavo liberato di un altro credente come suo alleato contro la volontà degli altri credenti.

10- I credenti, che temono Allah, si opporranno ai ribelli e a coloro che incoraggiano l'ingiustizia o il peccato, o l'ostilità o la corruzione fra i credenti.

11- Se qualcuno si renderà colpevole di uno qualsiasi fra questi atti, tutti i credenti si opporranno a lui perfino se egli fosse il figlio di qualcuno di loro.

12- Un credente non ucciderà un altro credente per la salvezza di un non credente (anche se il non credente è un suo parente stretto).

13- Nessun credente aiuterà un non credente contro un credente.

14- La protezione (quando è data) in Nome di Allah sarà comune. I più deboli fra i credenti potrebbero dare protezione (nel Nome di Allah) e sarà vincolante su tutti i credenti.

15- I credenti sono tutti amici l’uno con l’altro ad esclusione di tutti gli altri.

16- Quegli Ebrei che seguono i credenti saranno aiutati e trattati con equità (equità sociale, legale ed economica è promessa a tutti i cittadini leali dello stato).

17- Nessun Ebreo verrà offeso per il fatto di essere Ebreo.

18- I nemici degli Ebrei che ci seguono non verranno aiutati.

19- La pace dei credenti (dello stato di Medina) non può essere divisa (è o pace o guerra per tutti. Non può essere che una parte della popolazione sia in guerra con gli stranieri e l’altra parte in stato di pace).

20- Nessuna pace disgiunta sarà fatta da nessuno a Medina quando i credenti stanno combattendo per la causa di Allah.

21- Le condizioni della pace e della guerra e gli agi o le sofferenze che ne conseguono devono essere eque e giuste per tutti i cittadini allo stesso modo.

22- Quando si va fuori per una spedizione un cavaliere deve prendere con sè un suo compagno membro dell’esercito - condividere il suo mezzo di trasporto.

23- I credenti devono vendicare il sangue di un altro quando combattono sulla via di Allah (questa clausola era per ricordare a coloro in fronte a cui ci poteva essere meno durezza nella lotta che la causa di Allah era comune a tutti. Questo significava anche che anche se ogni battaglia sembrava essere un’ entità separata dalle altre, era in effetti parte della guerra, che colpiva indifferentemente tutti i musulmani).

24- I credenti (perché temono Allah) sono migliori nel mostrare fermezza, e come risultato ottengono guida da Allah a questo riguardo. Anche gli altri devono aspirare a raggiungere questo livello di fermezza.

25- A nessun non credente sarà permesso di prendere la proprietà dei Quraish (il nemico) sotto la sua tutela. La proprietà del nemico deve essere consegnata allo Stato.

26- Nessun non credente interverrà in favore di un Quraish (perché i Quraish, avendo dichiarato guerra, sono il nemico).

27- Se un non credente uccide un credente, senza un valido motivo, verrà in cambio ucciso, a meno che la famiglia più prossima sia soddisfatta (dato che potrebbe creare problemi di legge ed ordine ed indebolire la difesa dello stato). Tutti i credenti devono essere contro chi si comporta in una simile maniera errata. A nessun credente sarà permesso di proteggere un uomo di quel tipo.

28- Quando differite su qualcosa (riguardo a questo documento) la questione deve essere indirizzata ad Allah ed a Muhammad (pace e benedizioni su di lui).

29- Gli Ebrei contribuiranno alla guerra quando lotteranno a fianco dei credenti.

30- Gli Ebrei dei Bani Awf verranno trattati come un’unica comunità con i credenti. Gli Ebrei hanno la loro religione. Ciò verrà applicato anche ai loro schiavi liberati. L’eccezione saranno coloro che agiscono ingiustamente o peccaminosamente. Agendo in tal modo, essi fanno torto a sé stessi e alle loro famiglie.

31- Lo stesso si applica agli Ebrei dei Bani Al-Najjar, dei Bani Al Harith, dei Bani Saida, dei Bani Jusham, dei Bani Al Aws, dei Thaalba, dei Jaffna (un clan dei Bani Thaalba) e ai Bani Al Shutayba.

32- La lealtà dona protezione contro il tradimento (le persone leali sono protette dai loro amici contro il tradimento. Finchè una persona rimane leale allo Stato, è improbabile che soccomba all’ idea di essere un traditore. Egli protegge sé stesso dalla debolezza).

33- Agli schiavi liberati dei Thaalba verrà concessa la stessa posizione dei Thaalba. Questa posizione è per chiarezza nei rapporti e piena giustizia come per una giusta ed equa responsabilità per il servizio militare.

34- Coloro che sono alleati degli Ebrei riceveranno lo stesso trattamento degli Ebrei.

35- Nessuno (nessuna delle tribù che fanno parte del Patto) dovrà andare in guerra tranne che con il permesso di Muhammad (pace e benedizioni su di lui). Se una qualsiasi ingiustizia è stata commessa ad una qualunque persona o gruppo, potrà essere vendicata.

36- Chiunque uccida un altro senza preavviso (senza giusta causa) conduce sé stesso alla morte e a quella della sua famiglia, a meno che l’omicidio non sia avvenuto a causa di un torto che gli è stato fatto.

37- Gli Ebrei devono accollarsi le loro spese e i musulmani le loro.

38- Se qualcuno attacca qualcun’altro che fa parte di questo Patto, l'altra parte deve andare in suo aiuto.

39- Loro (le parti di questo Patto) devono cercare reciprocamente consigli e consultarsi.

40- La lealtà fornisce protezione contro il tradimento. Coloro che evitano la consultazione reciproca, fanno ciò a causa di mancanza di sincerità e di lealtà.

41- Un uomo non sarà ritenuto responsabile dei crimini del suo alleato.

42- Qualsiasi (ogni individuo o gruppo) sia in errore deve essere aiutato.

43- Gli Ebrei devono pagare (per la guerra) con i musulmani (questa clausola appare essere per occasioni in cui gli Ebrei non prendono parte alla guerra. La clausola n. 37 si occupa delle occasioni in cui essi vi prendono parte).

44- Yatrib sarà un Luogo Sacro per le genti di questo Patto.

45- Uno straniero (individuo) al quale è stata data protezione (da parte di chiunque appartenga a questo Patto) verrà trattato come un suo ospite (che gli ha dato protezione) fino a che (egli) non compia un danno o commetta un crimine. Coloro a cui è stata data protezione ma indulgono in attività contro lo Stato, saranno soggetti a punizioni.

46- Una donna verrà protetta solo con il consenso della sua famiglia (del suo tutore-una buona precauzione per evitare conflitti intertribali).

47- In caso di qualsiasi disputa o controversia che possa arrecare problemi, la questione deve essere riferita ad Allah ed a Muhammad (che Allah lo benedica e gli dia pace), il Profeta (che Allah lo benedica e gli dia pace) di Allah accetterà qualsiasi parte di questo documento, che è per (portare) compassione e bontà.

48- Ai Quraish ed ai loro alleati non verrà data protezione.

49- Le parti di questo patto sono legate fra loro, sono obbligate ad aiutarsi l'una con l'altra in caso di attacco su Yatrib.

50- Se loro (le parti che fanno parte del patto costituite da non musulmani) vengono chiamate per fare e mantenere la pace (all’interno dello Stato), devono farlo. Se una simile richiesta (di fare e mantenere la pace) è fatta ai musulmani, ciò deve essere fatto, tranne quando i musulmani sono impegnati in un combattimento sulla Via di Allah (in modo che nessun alleato segreto del nemico possa aiutare il nemico richiedendo ai musulmani di mettere fine alle ostilità sulla base di questa clausola).

51- Ognuno (individuo) avrà la sua parte (di trattamento) a seconda del gruppo al quale appartiene. Gli individui potranno beneficiare o soffrire per le buone o cattive azioni del gruppo al quale appartengono. Senza una regola simile, affiliazioni dei gruppi e disciplina non potrebbero essere mantenuti.

52- Gli Ebrei di Al Aws, inclusi i loro liberti (schiavi liberati, ndt), hanno la stessa posizione, come le altre parti del patto, fino a che rimarranno leali al patto. La lealtà è protezione contro il tradimento.

53- Chiunque agisca lealmente o in altro modo, lo fa per il proprio bene (o a proprio discapito).

54- Allah approva questo documento.

55- Questo documento non proteggerà (non sarà impiegato per proteggere) chi è ingiusto o commette un crimine (contro le altre parti del patto).

56- Se un individuo esce per combattere (in accordo con i termini di questo patto) o rimane nella sua casa, sarà salvo a meno che non abbia commesso un crimine o sia un peccatore (nessuno verrà punito per le sue capacità individuali per non essere andato fuori a combattere in accordo con i termini di questo patto).

57- Allah è il Protettore delle buone persone e di coloro che temono Allah, e Muhammad (che Allah lo benedica e gli dia pace) è il Messaggero di Allah (lui garantisce protezione per coloro che sono buoni e temono Allah).


TRADUZIONE TRATTA DA:
http://islamic-world.net/islamic-state/macharter.htm
Convoglio Italiano - Dar Al-Tarjama
tradotto dalla sorella Aisha e corretto dalla sorella Hanna

venerdì 22 febbraio 2008

Una Barzelletta

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

La più divertente barzelletta
nel mondo della politica


Si racconta che George Bush abbia invitato a pranzo Tony Blair… e
dopo pranzo … uscirono per la conferenza stampa …!!

Un giornalista li chiese: 'quale importante decisione avete concordato in questo vostro incontro?'

Disse il presidente Bush:
'abbiamo deciso di uccidere 20 milioni di musulmani e un dentista!!'

Fermati qui fratello ….
Qual è la domanda che ti sta passando adesso per la mente??














Torniamo alla barzelletta… poi …

Ovviamente i giornalisti rimasero sorpresi, si guardarono vicendevolmente curiosi di sapere: Perché un dentista solo ….?

Allora disse un giornalista al presidente Bush: 'e perché un solo dentista?'
Bush sorrise … e avvicinandosi alle orecchie di Tony Blair confida:
non ti avevo forse detto che nessuno si sarebbe preoccupato dei 20 milioni musulmani??

La barzelletta è finita … avete riso???

Mi vergogno di me stesso in questo momento ..
perché mentre leggevo la barzelletta mi sono chiesto: ma perché un solo dentista??

Con tutta sincerità: cosa avete pensato mentre leggevate questa barzelletta?
Cosa avete pensato proprio nel momento in cui Bush diceva:
'abbiamo deciso di uccidere 20 milioni di musulmani e un dentista??'

Non avete forse pensato: e perché un solo dentista?

Ci siamo preoccupati perché un solo dentista dimenticando e tralasciando i 20 milioni di musulmani!!

E questa è la situazione di molte persone di noi!!
E questa è la loro maledetta politica: occuparci e preoccuparci di stupidaggini!!!

lunedì 11 febbraio 2008

Rassegna Stampa - Attacco alla Moschea di Battipaglia

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo
Gli articoli sono tratti dal quotidiano “Il Mattino” edizione di Salerno del 2-2-2008

02/02/2008

L’attentato è avvenuto poco prima dell’inizio della preghiera. L’imam: avverto intolleranza

Bomba carta contro la moschea

L’ordigno esplode nella struttura di Battipaglia. Ferito al volto un giovane


Bomba carta nella moschea: è accaduto a Battipaglia in via Ripa dove la forte deflagrazione ha
mandato in frantumi il pavimento e l'intonaco di una parete. Due fedeli sono stati colpiti dalla schegge dell'ordigno, uno ha rischiato di perdere la vista, l’altro è solo rimasto assordato per lo scoppio.
L’esplosione è avvenuta alle 18,30: duee giovani a quanto sembra avrebbero gettato l'ordigno nella moschea approfittando della porta di ingresso aperta. Difficile stabilire per il momento se si è trattato di un attentato o di una bravata. I due feriti sono subito stati soccorsi e le forze dell'ordine hanno avviato immediatamente le indagini. Gli investigatori hanno ascoltato i feriti per ricostruire l'accaduto. Molti abitanti di via Ripa dopo l'esplosione si sono precipitati in strada per rendersi conto di quanto accaduto.
L'ordigno forse solo per pura coincidenza è stato fatto esplodere pochi minuti prima dall'inizio delle preghiere e nella mosche non c'era quasi nessuno. Due anni fa si era già verificato un altro episodio simile. Anche in quell'occasione fu lanciato materiale esplosivo, una bottiglia molotov, contro la moschea. PANARO A PAG. 45

02/02/2008


Bomba carta in moschea ferito al volto un ragazzo


PAOLO GIOVANNI PANARO Battipaglia. Bomba carta scoppia nella moschea. La forte deflagrazione ha mandato in frantumi il pavimento e l'intonaco di una parete. Due musulmani sono stati colpiti dalla schegge dell'ordigno. Uno dei malcapitati Habdel Karim, 22enne, ha rischiato la vista ed è stato ferito allo zigomo e fortunatamente ora è fuori pericolo mentre un altro straniero è rimasto assordato dallo scoppio ed entrambi sono stati subito trasportati al pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia e se la sono cavata con una decina di giorni di prognosi. La bomba carta è esplosa nel corridoio della moschea in via Ripa intorno alle 18,30 di ieri. La deflagrazione è stata molto violenta. Sul posto si sono precipitati i vigili urbani, la polizia e i carabinieri. Le indagini sono comunque coordinate dalla Digos della questura di Salerno e dal commissariato di polizia di Battipaglia. Due giovani a quanto sembra avrebbero gettato l'ordigno nella moschea approfittando della porta di ingresso aperta. Difficile stabilire per il momento se si è trattato di un vero e proprio attentato o di una bravata. I due feriti sono subito stati soccorsi e le forze dell'ordine hanno avviato immediatamente le indagini per rintracciare i balordi che hanno fatto esplodere la bomba carta. I danni non sono ingenti e
la struttura portante dello stabile dove è ospitata la moschea non è stata intaccata. Gli investigatori hanno ascoltato i feriti per ricostruire l'accaduto ed acquisire quanti più particolari necessari per il proseguimento delle indagini. Molti abitanti di via Ripa dopo l'esplosione si sono precipitati in strada per rendersi conto di quanto accaduto. Gli agenti della squadra scientifica della questura di Salerno e del commissariato di Battipaglia hanno effettuato tutti i rilievi necessari per fare piena luce sull'episodio. In tarda serata sono stati ascoltati, presso il commissariato di Battipaglia, altri musulmani che erano nei pressi della moschea quando è esplosa la bomba. L'ordigno forse solo per pura coincidenza è stato fatto esplodere pochi minuti prima dall'inizio delle preghiere e nella mosche non c'era quasi nessuno.

Due anni fa si era già verificato un altro episodio simile. Anche in quell'occasione fu lanciato materiale esplosivo, una bottiglia molotov, contro la moschea. Potrebbe trattarsi di un episodio di intolleranza nei confronti della comunità musulmana che in ogni caso a Battipaglia è ben accolta. Gli inquirenti al momento non escludono alcuna pista. Molti curiosi che hanno notato il via vai di poliza e carabinieri si sono precipitati in via Ripa per capire cosa fosse accaduto.
Una delle stanze della moschea danneggiata dall’esplosione


02/02/2008


«È stato un gesto di terrorismo»


«Come? Una bomba? È un gesto di odio incomprensibile verso la nostra comunità». Rachid Amaidia, imam (cioè autorità religiosa) della moschea di Battipaglia, è inebetito quando apprende la notizia dal cronista. «Sono appena andato via. Oggi è venerdì, un giorno santo per noi, C’è gente nella moschea. Questo è terrorismo». Chiude, fa telefonate ai conoscenti per sapere di più. Poi, di nuovo, si sfoga al telefono. «Ho sporto denuncia, sono stato con il ragazzo ferito in questura. Ora mi attendo immediate risposte dalle autorità». Cosa è accaduto? «Due ragazzi italiani hanno lasciato all’ingresso una bomba carta. Uno dei fedeli che stava entrando è stato raggiunto in pieno volto dall'esplosione». Come sta? «È un ragazzo maghrebino, Abdel Karim, ha quattro punti sotto un occhio, ha rischiato la vista» C’è paura? «Non è la prima volte che accade. Due anni fa era stata lanciata una molotov. Ora la bomba carta. Non mi vengano a dire che sono ragazzi, qui qualcuno sta dietro loro». Sapete chi è? «La prima volta abbiamo capito che era un ragazzo della zona ma non l'abbiamo denunciato. Ora i responsabili della sicurezza devono intervenire». Qual è il clima a Battipaglia? «Battipaglia razzista? No, il sindaco parla a favore dell'immigrazione e dell'integrazione». g.c.
Rachid Amaidia, imam di Salerno e di Battipaglia

02/02/2008

Padre Ezio «Tra noi c’è amicizia»


Battipaglia. «Piena solidarietà ai fratelli musulmani». Due parole per commentare lo concertante episodio, padre Ezio Miceli, parroco della chiesa Santa Maria della Speranza ubicata a poca distanza dalla moschea, cerca di spiegare le ragioni di quel che è accaduto. «Battipaglia è una città accogliente - afferma padre Ezio Miceli - e tutte le comunità sono impegnate per favorire la fratellanza. Spero che le forze dell'ordine facciano subito piena luce sull'accaduto». Padre Ezio ha appreso la notizia al termine della messa vespertina. «Molti fratelli musulmani - continua padre Ezio Miceli - quotidianamente si recano alla mensa dei poveri che la Caritas gestisce ormai da anni. Mi auguro non si tratti di un episodio di intolleranza». gp.pa.

02/02/2008


Il sindaco «Spero sia una bravata»


Battipaglia. «Un episodio che non va per nulla sottovalutato e che mi addolora - dice il primo cittadino di Battipaglia, Gennaro Barlotti - e che spero sia null'altro che una bravata». La notizia dell'ordigno gettato nella mosche di via Ripa poco prima che i musulmani iniziassero le preghiere in pochi minuti ha fatto il giro della città ed è giunta anche in Municipio dove era in corso una riunione tra il sindaco e i rappresentanti politici di maggioranza. «La nostra è una città ospitale e l'amministrazione comunale è molto impegnata su tal fronte. Bene hanno fatto i vigili urbani a precipitarsi alla moschea per sincerarsi sull'accaduto. Siamo tutti imepganti per dare manforte alle forze dell'ordine e rendere Battipaglia più sicura e vivibile». gp.pa.



fonte: Il Dialogo

giovedì 7 febbraio 2008

L’Imam As-shafi’i

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Abu ‘AbdAllàh è uno dei quattro Imam che hanno dato avvio alle rispettive scuole. A lui si riconduce la scuola Shafi’ita.
È di padre e madre qoraiscita. Sua madre è la signora Hafida sorella della signora Fatima bintu Asad, madre del quarto Califfo Ali Ibn Abi Talib e per questo As-Shafi’i diceva: Ali Ben Abi Talib è mio zio e mio cugino.

L’imam as-Shafi’i studiò la maggior parte del sapere del suo tempo: dalla cultura egiziana (alqabatiya), alle tradizioni della cultura greca, persiana, indiana e si dedicò anche alla chimica, alla medicina, alla fisica, alla matematica, all’astronomia, alle scienze in generale … si dedicò alla scienza della firasa (una vecchia scienza paragonabile alla psicoanalisi odierna), alla giurisprudenza, ai ahadith, alla scienza della lingua, della letteratura, della poesia … così anche si dimostrò abile atleta: nel lancio ed era anche un ottimo cavaliere … Quando aveva solo venti anni era già conosciuto per le sue sedute di ifta’.

Nacque a Gaza nell’150esimo anno egiriaco (corrispondente all’anno gregoriano 767), stesso anno in cui morì l’imam Abu Hanifa Annu’mani, il giurista dell’Iraq. Suo padre morì quando aveva appena due anni, così sua madre lo portò a Mecca e lì crebbe orfano iniziando la sua vita con una sfida e con una grande volontà di cercare il sapere dovunque esso si trovi.

Dissero nella sua descrizione: era un uomo alto, di carnagione scura, con una voce dolce e con una notevole intelligenza creativa; dormiva poco, leggeva e scriveva molto. Vestiva indumenti semplici e puliti, e si riusciva a concentrare e a riflettere solo nel buio totale. Camminava sempre con il suo grosso bastone che lo ha accompagnato per tanti viaggi. Gli venne chiesto un giorno: ‘Perché porti spesso con te quel bastone mentre tu non ne hai bisogno visto la tua rubustezza?’; ed egli – che Allàh l’Altissimo si compiaccia di lui – rispose: ‘affinché esso mi ricordi che sono solo in viaggio’.

Imparò il Sublime Corano quando aveva sette anni, arrivò a compiere i suoi tredici anni avendo imparato a salmodiarlo (tajwid) e avendo imparato la sua esegesi. Si era caratterizzato per la sua bella voce nel salmodiare il Sublime Corano, piena di pianti di timore e di aspirazioni verso Allàh l’Altissimo.

Si accorse presto che doveva imparare la scienza della lingua araba, così scelse di trasferirsi dalla tribù dei Bani Hadhil, che era conosciuta come la tribù che più delle altre usava un arabo corretto. Rimase da loro e prese a spostarsi con loro per dieci anni, e oltre ad aver acquisito una notevole padronanza linguistica, in questi dieci anni imparò anche l’arte del lancio (dell’arco e della lancia). La sua esperienza in mezzo a questa tribù lo porterà successivamente a migliorare la sua comprensione del Sublime Corano e della Tradizione Profetica (Sunna).

Diversamente da altri scienziati, l’Imam as-Shafi’i non si è legato ad uno sceicco (maestro) in particolare per acquisire il sapere ma egli si spostava in continuazione alla ricerca di nuove nozioni e nuove conoscenze; viaggiò per tutto l’impero islamico discutendo con la gente, con gli scienziati e con i giuristi, con i tramandatori dei Hadith cercando di avere contatto con le più diverse correnti di pensiero del suo tempo. Si spostò inizialmente tra le tribù del Hijaz, poi viaggiò verso l’Iraq, la Persia, L’Anatolia, lo Yemen, la Palestina, l’Egitto.

Che Allàh gli usi Misericordia e si compiaccia di lui

domenica 20 gennaio 2008

As-shirq nel Sublime Corano

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

As-shirq (associare altri ad Allàh) è l’unico peccato che Allàh non perdona ai suoi servi e in passato, come il Sublime Corano ci informa, la maggior parte dei popoli ha quasi sempre associato ad Allàh qualche sua creazione o qualche sua creatura.

Alcuni figli d’Israele hanno adorato il vitello costruito con gli ornamenti del popolo, altri poi hanno attribuito ad Allàh ‘uzayr (nella terminologia biblica è conosciuto come Esdra) come figlio, come anche i nazareni hanno sostenuto (e sostengono tuttora) con il Messia figlio di Maria, mentre L’Uno, L’Unico, L’Unipersonale ha risposto nel Sublime Corano:

Dicendo i giudei: "Esdra è figlio di Allàh"; e i nazareni dicono "il Messia è figlio di Allàh". Questo è quello che esce dalle loro bocche. Ripetono
le parole di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allàh. Quanto sono fuorviati! (30)
Hanno preso i loro rabbini, i loro monaci e il Messia figlio di Maria, come signori all’infuori di Allàh, quando non era stato loro ordinato se non di adorare un Dio unico. Non vi è dio all’infuori di Lui! Gloria a Lui ben oltre ciò che Gli associano! (31)

(Attawba - IX; 30-31)

Allàh l’Altissimo in più passi del Sublime Corano risponde ai nazareni, per la gravità dell’ingiuria attribuita ad Allàh. In questi passi nega che il concetto che sostiene che il Messia (Gesù) figlio di Maria sia Allàh stesso dicendo:

sono certamente miscredenti quelli che dicono: "Allàh è il Messia figlio di Maria". Dì: "chi potrebbe opporsi ad Allàh, se Egli volesse far perire il Messia figlio di Maria, insieme con sua madre e a tutti quelli che sono sulla terra? Ad Allàh appartiene la sovranità sui cieli, sulla terra e su tutto quello che vi è frammezzo!". Egli crea quello che vuole, Allàh è onnipotente. (17)
Giudei e nazareni dicono: "Siamo figli di Allàh ed i suoi prediletti". Dì: "Perché allora vi castiga per i vostri peccati? Sì, non siete che uomini come altri che Lui ha creato. Egli perdona a chi vuole e castiga chi vuole. Ad Allàh appartiene la sovranità sui cieli e sulla terra e su quello che vi è frammezzo. A Lui farete ritorno". (18)

sono certamente miscredenti quelli che dicono: "Allàh è il Messia, figlio di Maria!". Mentre il Messia disse: "O Figli di Israele, adorate Allàh, mio Signore e vostro Signore". Quanto a chi attribuisce consimili ad Allàh, Allàh gli preclude il Paradiso, il suo rifugio sarà il Fuoco. Gli ingiusti non avranno chi li soccorra! (72)

(Al Ma'ida - V; 17 - 18, 72)

Per quanto riguarda la trinità, che vuole rendere Allàh parte di tre, Allàh dice:

Sono certamente miscredenti quelli che dicono: "In verità Allàh è terzo di tre". Mentre non c’è dio all’infuori di Dio Unico! E se non cessano il loro dire, un castigo doloroso giungerà ai miscredenti. (73)
il Messia, figlio di Maria, non era che un messaggero. Altri messaggeri erano venuti prima di lui, e sua madre era una veridica. Eppure entrambi mangiano cibo. Guarda come rendiamo evidenti i Nostri segni, quindi guarda come se ne allontanano. (75)

(Al Ma'ida - V; 73, 75)

martedì 15 gennaio 2008

La Nostra Comunità - Corriamo ai Ripari

Nel nome di Allàh il Misericorde Il Clementissimo

Nel Sublime Corano, Allàh l’Altissimo ha descritto la Comunità a cui apparteniamo come una comunità basata sul Tawhid: La ilaha illa Allàh (Non c’è dio al di fuori di Allàh). La nostra Comunità è composta da persone diverse, ma nella diversità sono eguali e nell’eguaglianza sono uniti. Quello che non comprendo a volte, nonostante il continuo reclamo da parte di tutti i membri comunitari di una mancanza di unità, è il continuo lavoro, suppongo inconscio, dispersivo delle sue componenti. L’ultimo fatto che mi ha dato molto da pensare è stato il comunicato stampa del GMI. Nonostante la mia posizione tecnica discorde sulla sua pubblicazione ho pensato se era giusto (intendo islamicamente) attaccare con commenti pubblici ( pubblici ai musulmani e non) il lavoro svolto dai nostri fratelli che ho il dovere di pensare che è stato fatto in buona fede. Dopo aver consultato la mia linea di condotta (che è l’Islàm e che impone di rivolgermi agli insegnamenti di Allàh tramite la Sua Parola: il Sublime Corano e la missione magistrale del Suo Profeta – Che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria) ho trovato che la risposta è negativa. Dentro la Comunità vi è una grande percezione di disgregazione dovuta a vari fattori. E certo i commenti pubblici e le critiche distruttive non hanno da giovare a questa sensazione se non con maggior danno. Che immagine diamo poi ai nostri nemici? E che opportunità gli serviamo? Coloro che hanno commesso questa pseuda-minaccia hanno ottenuto più di quello che avevano sperato! Oltre ad alimentare l’odio verso i musulmani tra l’opinione pubblica (e per mezzo dei media), hanno anche acceso un fuoco interno alla comunità che per quanto piccolo è letale. La linea di condotta islamica e la ragione suggeriscono che se noi notiamo, vediamo, pensiamo che qualcosa non sia giusta, allora bisogna rivolgersi ai diretti interessati senza mettere in piazza le nostre faccende, o per lo meno discuterne internamente tra noi! A volte, quando vediamo l’opportunità e la falla di qualche nostro fratello, la prima cosa che ci viene in mente è quella di scrivere un commento per correggerlo, per fargli notare il suo errore … ma poi l’intento degenera in altro per due motivi: il primo è che il fratello molte volte non riesce ad accettare le critiche (anche perchè a volte non sono costruttive) e i consigli (perché magari si sente umiliato dinanzi a tutti); secondo perché chi vuole correggere infierisce e non si limita al discorso ma si aprono trenta altre porte e si cade nel interpretare un hadith, una ayah, o altro … cose che sono argomenti talmente vasti su cui i nostri scienziati hanno espresso le loro opinioni e che non spetta a noi dire la nostra; così come è sbagliato il riportare una sola opinione di questo o dell’altro scienziato.
Sappiamo bene che la rete ha delle trappole e le sue trappole sono molto sottili. Lo scrivere un commento, ma anche un email, puo’ essere a volte oggetto di incomprensione per un semplice motivo: non ci si guarda in faccia. Per quanto la rete ci puo’ avvicinare, con lo stesso grado con cui ci avvicina ci allontana nella incomprensione reciproca. Satana, il lapidato, accompagna il singolo, si allontana dalla coppia e dal trio è ancor più lontano. Quando leggiamo (i commenti rivoltici dietro il nostro computer) ci sussurra astiosità sicché rovina la nostra buona fede nel fratello o nella sorella mittente.
Pensiamo bene, mettiamo sulla bilancia quello che diciamo, perché tutto verrà messo sulla bilancia … ogni singola parola detta o scritta si presenterà dentro una dei piatti della nostra bilancia. Secondo voi scrivere dei commenti sul post del comunicato GMI serve a qualcosa? Cambia qualcosa? Quanto può cambiare invece una sana email a chi ha scritto e pubblicato il comunicato?! Quanto può cambiare, al posto di sprecare tempo a scrivere quei commenti, scriverne altri nelle varie discussioni di ignoranti non musulmani?!
Basta criticare gli altri in modo malsano; basta puntare il dito verso i fratelli e le sorelle che nel loro piccolo cercano di fare qualcosa (anche sbagliando). Certo che sbaglia solo colui che si mette in gioco; quello che rimane indietro, quello che quando gli viene proposto di salire sul minbar rifiuta e quando viene fatto salire qualcun altro lo critica … ne abbiamo fin troppo di queste persone, buone a fare nulla se non di rimproverare gli altri senza dare un contributo attivo e costruttivo alla Comunità! Il trentaduesimo Hadith riportato nei Quaranta dell’Imam Nawawy, riporta che il Profeta – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria - disse:"Non causare danno e non rispondere al danno col danno" (riferito da ibn Magiah, ad-Daraqutni, Malek). Quanto è difficile stare in silenzio e non esprimersi, pur di dire qualsiasi cosa, pur di cadere nel vaniloquio! Richiamiamoci all’ordine e alla disciplina. Ricordiamo che ogni uno di noi è responsabile delle proprie azioni; a nessuno verrà chiesto se non il proprio operato! Nessun anima verrà caricata del peso di altre anime … !
Mettiamo mano nella mano, uniamoci perché siamo sotto attacco mediatico (e non purtroppo), non disperdiamo le nostre forze. Le mie parole sono un’osservazione che vogliono prevenire gli ammonimenti di Surat A-‘Asr (Il Tempo, CIII): Per il Tempo! (1) Invero l’uomo è in perdita, (2) eccetto coloro che credono e compiono il bene, vicendevolmente si raccomandano la verità e vicendevolmente si raccomandano la pazienza. (3)

Tutto ciò che ho detto di giusto proviene da Allàh l’Altissimo e tutto ciò che ho detto di ingiusto proviene da me. Chiedo a Lui perdono per me e per noi tutti e chiedo a Lui solo la guida alla Sua Retta Via.