martedì 29 gennaio 2008

Il Testamento Islamico

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

La lode appartiene ad Allàh. O Allàh, esalta benedici ed abbi in gloria il Tuo servo e apostolo Muhàmmad, la sua Famiglia e i suoi Compagni.


Quanto sopra doverosamente premesso, io, sottoscritto(a) (nome e cognome) residente attualmente a (nome della località) in via/piazza (indicazione dell’indirizzo), nella piena capacità di intendere e volere ordino, pubblico e dichiaro le mie ultime volontà riguardo al trattamento della mia salma, il mio funerale e la mia sepoltura.

Rendo testimonianza che non c’è divinità tranne Allàh, l’Unico, il Misericordioso l’Onnipotente Creatore dei cieli e della Terra e di quanto vi è in essi, Dio di Abramo, Mosè, Gesù e Muhàmmad, e di tutti i Profeti, su loro la pace. Egli è unico titolare della qualità divina, nella quale non ha condomino a nessun titolo, né di socio, né di figlio.

Rendo testimonianza che Muhàmmad saas è Suo servo, messaggero e ultimo dei Suoi Inviati.

Rendo testimonianza che Allàh è la Verità, che la sua promessa è verità e che l’incontro con Lui è verità.

Rendo testimonianza che l’avvento dell’Ora è verità, riguardo al quale non c’è alcun dubbio, e che Allàh, rifulga lo splendore della sua Luce, scevro di ogni difetto e imperfezione, con certezza resusciterà i morti di tutte le generazioni dell’umanità, della prima e dell’ultima e di tu tutte le intermedie.

Ai miei parenti e amici, ai miei fratelli e alle mie sorelle nell’Islàm, a tutti coloro che rimarranno dopo di me, io consiglio di compiere ogni sforzo per essere veri Musulmani, in obbedienza al loro Creatore, rifulga lo splendore della sua Luce, e di adorarLo, in quanto è solo Lui il titolare del diritto di essere adorato, di temerLo, perché solo Lui ha titolo per essere temuto, e di amare Lui e l’Apostolo suo, Muhàmmad saas con amore completo ed esclusivo. Obbediscano, quindi, a Lui soltanto diffondano e impiantino, saldamente, la Sua religione, l’Islàm, e muoiano in completa e assoluta sottomissione alla Sua Volontà.

Ricordo loro che nessuno, uomo o donna che sia, muore prima che sia giunto il suo tempo di morire; che la durata di ciascuna vita è determinata con precisione prima che ciascuno di noi venga al mondo dall’Onnipotente Creatore, rifulga lo splendore della Sua luce. La morte è un evento tragico soltanto per colui o colei che ha vissuto la sua vita, ingannando se stesso senza sottomettersi al Creatore e senza prepararsi al ritorno finale a Lui. Non affliggetevi, quindi, per la mia dipartita, ma traetene spunto per fare opportuni preparativi alla vostra. Siate pazienti e composti nel cordoglio come la religione dell’Islàm prescrive. L’Islàm consente che il lutto dei parenti non superi i tre giorni, benché alle vedove sia richiesto il lutto per quattro mesi lunari e dieci giorni, fino a quando, cioè, la loro ‘iddah (periodo di attesa) sia conclusa. Le eccessive lamentazioni e le scene di disperazione sono proibite dal Creatore e riflettono soltanto mancanza di consapevolezza islamica e subordinazione alla volontà di Lui, rifulga lo splendore della sua Luce.

Infine, chiedo a tutti i miei parenti, amici e a tutti gli altri, sia che abbiano scelto di credere in ciò che io credo sia che non lo abbiano fatto, di rispettare il mio diritto insopprimibile a questo Credo, garantitomi dalla Costituzione della Repubblica Italiana, agli articoli 19 e 21. Chiedo loro di rispettare questo documento, da me redatto, e di non opporvisi o modificarlo. Piuttosto curino che la mia sepoltura avvenga come io ho richiesto che avvenga e che i miei beni siano secondo le mie precise disposizioni al riguardo. In relazione a quanto sopra, Io ordino che nessuna autopsia o imbalsamatura venga eseguita sulla mia salma, a meno che non sia richiesto dalla legge e che senza ritardo la mia salma venga lavata, composta in sudario con teli scevri da ogni ornamento e poi inumata, dopo che sia stato eseguito il rito del funerale, e che tutto questo sia eseguito da Musulmani, in osservanza dei dettami dell’Islàm.

Quanto sopra premesso, affido al fratello (indicare nome e cognome) residente a (indicare indirizzo e numero/i di telefono) l’incarico di eseguire queste mie volontà ed espletare gli adempimenti necessari per il mio funerale e la mia sepoltura secondo le norme dell’Islàm.

Nel caso che il sunnominato non sia in grado di eseguire l’incarico affido l’incarico di cui spora, in via sostitutiva al fratello (indicare nome e cognome, indirizzo e numero/i di telefono) e nel caso anche quest’ultimo non possa o voglia accettare l’incarico, nomino esecutivo il Presidente del Centro Islamico della o della comunità, o Associazione islamica della zona dove sarà avvenuto il mio funerale e la mia sepoltura; dispongo che nessuna cerimonia funebre non islamica venga eseguita in relazione alla mia morte e riguardo alla mia salma; dispongo che il mio funerale non sia accompagnato da marce funebri, bandiere, stelle e mezzelune, ritratti, simboli islamici e non islamici, e che essi vengano collocati sul luogo della mia sepoltura; dispongo che la mia salma non sia trasportata oltre una ragionevole distanza dal luogo della mia morte, specialmente quando il trasporto richiederebbe l’imbalsamazione, a meno che il trasporto a lunga distanza non si renda necessaria per raggiungere il più vicino cimitero musulmano, o altro cimitero musulmano scelto dalla mia famiglia musulmana; dispongo che la mia tomba sia scavata nella terra in completa conformità alle regole della pratica islamica e che essa sia orientata nella direzione della Mecca, nella penisola araba, in direzione della quale si orientano i Musulmani nel Rito d’adorazione; dispongo che la a sala, avvolta nel sudario, sia sepolta, senza cassa, in modo che sia separata dalla terra. Nel caso che leggi locali prescrivano inderogabilmente che la sepoltura avvenga in una bara, ordino che essa sia del tipo più semplice e più economico possibile e, inoltre, che la bara sia lasciata aperta durante le esequie e riempita di terra a meno che non sia proibito dalla legge; dispongo che la mia tomba sia sllo stesso livello del suolo o solo leggermente più alta, senza costruzioni o strutture permanenti di qualsiasi genere su es; l’indicatore, se necessario, ha da essere una semplice pietra, sulla quale non ci devono essere iscrizioni o simboli, al solo scopo di indicare la presenza della tomba.

Seguono le diposizioni testamentarie relative al patrimonio

Nome legale …
Nome islamico se differente …
Firma autografa
Autentica notarile della firma
Firme dei testimoni
Firme del notaio


L’atto dovrà essere redatto in triplice copia, una delle quali è per l’archivio notarile, una per il testatore e una per l’esecutore testamentario.

sabato 26 gennaio 2008

Dott. Kamel Sharif

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Amman- Quds Press Service

Nella capitale giordana Amman è stato dato l’annuncio della morte del dott. Kamel Sharif mercoledì 23 gennaio 2008 all’età di 80 anni. Sharif (che Allàh gli usi Misericordia, ndr) era considerato uno dei più eminenti pensatori islamici contemporanei e tra le figure di maggior spicco nel campo politico e giornalistico in Giordania e in tutta l’area mediorientale.
Fin da giovane il dott. Sharif aderì al movimento dei Fratelli Musulmani. Nella guerra del 1948, egli fu a capo di un battaglione dei Fratelli Musulmani, allorché la dirigenza dei Fratelli Musulmani in Egitto decise l’invio di combattenti a difesa delle terre palestinesi contro il complotto israeliano.
Quando la sua situazione si stabilizzò in Giordania, egli ricoprì l’incarico di ministro dell’Awqaf della Giordania in vari governi dal 1976 al 1984, fu membro del consiglio regale giordano ed ambasciatore per la Giordania in molti paesi fra cui Germania, Pakistan, Malesia, Indonesia, Cina. Fu a capo del Congresso generale islamico per Gerusalemme e presidente del comitato islamo-cristiano per la difesa dei luoghi santi. Fu segretario generale del Consiglio islamico mondiale per la da’wah ed il soccorso e membro della Lega islamica mondiale e dell’Organizzazione della conferenza islamica.
Kamel Sharif fondò nel 1967 insieme a suo fratello Mahmud Sharif la rivista “ad-Dustur” (la Costituzione) una delle più prestigiose riviste della Giordania.
Kamel Sharif venne insignito di molte prestigiose onorificenze giordane oltre ad un’onorificenza militare egiziana ed un’onorificenza cinese.
Sharif svolse un ruolo assai importante nel tentativo di risanare le fratture inter-palestinesi con un’opera di mediazione fra i due movimenti “Fath” e “Hamas”. Tali mediazioni permisero spesso di trovare soluzioni che riportarono ad una situazione di calma nelle relazioni fra le due organizzazioni.

Traduzione a cura di
Dott. Abdelwahab

mercoledì 23 gennaio 2008

La Zakat – la tassa sociale purificatrice: ce ne parla T. Ramadan

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clentissimo

Mentre leggevo il libro Islàm in Occidente (di Tariq Ramadan), che generosamente mi ha regalato il mio direttore (che Allàh l'Altissimo lo ricompensi per questo), mi sono imbattuto nella definizione data da questo autore al concetto di zakat (che giustamente definisce come la tassa sociale purificatrice). Una spiegazione a mio avviso molto semplice ma nel contempo molto chiara! Per cui mi è sembrato opportuno riportarvi qui una paginetta da questo libro; nella speranza che, con il permesso del Sommo Sapiente, l’importanza e la complessità di questo concetto possano esservi chiarificati.


È il terzo pilastro dell’Islàm e la sua stessa essenza rileva l’importanza della partecipazione sociale nell’universo musulmano. La zakat è chiaramente una tassa sui beni e sulle proprietà; una tassa che in primo luogo è un obbligo nei confronti di Dio. Il prelievo "purifica" sul piano religioso, sacro e morale il bene di colui che lo possiede. Così il legame con Dio, con la Trascendenza, con il ricordo del senso e della finalità della vita è iscritto e realizzato non solo nell’essere ma nell’avere e nel rapporto che ciascun essere umano stabilisce con lui. Dopo le due testimonianze dell’unicità di Dio (tawhid) e della profezia, dopo l’imposizione della preghiera che stabilisce il legame tra il fedele e il Creatore, la tassa sociale purificatrice (zakat) proietta il credente nella sfera comunitaria che si irradia dunque dalla Trascendenza e dal sacro. Nello stesso tempo, ciò che sta alla base della zakat è una concezione piena, ed etica, dell’organizzazione sociale e delle relazioni umane: colui che possiede ha dei doveri, colui che è povero ha dei diritti di fronte a Dio e tra gli uomini. L’Islàm non
concepisce la povertà come un fatto normale dell’universo sociale
e non prevede nemmeno che il rimedio a una simile distorsione sia la libera generosità degli uni nei confronti degli altri nella speranza che, miracolosamente, l’opulenza dei ricchi e la mendicità dei poveri riescano a trovare un punto di equilibrio. L’obbligo della zakat pone la questione nell’ambito del diritto e della morale e non può essere lasciata alla discrezione di ciascuno. La solidarietà sociale fa parte della fede, ne è la testimonianza più concreta: essere con Dio significa essere con gli uomini; questo è l’insegnamento fondamentale del terzo pilastro dell’Islàm.
Abu Bakr (**), il primo successore del Profeta (*), decise, contro il parere di ‘Umar (**), di combattere le tribù meridionali che non volevano più versare la zakat: bisognava essere intransigenti su una questione che, di fronte a Dio, rientra nel diritto dei poveri e quindi tutta la solidarietà costituita ne è responsabile. Non può essere una semplice questione di bontà, è chiaramente una questione di giustizia e la nozione deve essere difesa in tutte le transazioni umane. È un qualcosa che i ricchi, coloro che possiedono, non devono mai dimenticare, poiché nei loro beni, come sancisce il Sublime Corano, c’è “un diritto per il mendicante e il diseredato”.
[Tariq Ramadan, Islam in Occidente; PP.232,233]


(*) Che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria
(**) Che Allàh si compiaccia di lui

domenica 20 gennaio 2008

L’indagine di Brian Withaker sul Memri

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Il giornalista Brian Withaker ha pubblicato un articolo che indaga sulla realtà del Memri. Il Memri, per chi non lo conoscesse ancora, sta per Middle East Media Research Institute ed è un organizzazione con sede a Washington D.C.
Si propone di eseguire traduzione (gratuite) dei vari contenuti dei media medio orientali con la volontà di essere un ponte per l’Occidente che serva a comprenderne la scena e la realtà pubblica (e politica).
Nel suo articolo che si intitola Selective Memri (La selettività del memri) pubblicato il 12 Agosto 2002, Msr. Withaker (giornalista del The Guardian), afferma che ogni tre o quattro giorni riceve come tanti altri giornalisti delle traduzioni di alta qualità di articoli di giornali tradotti dall’arabo. La sua indagine comincia quando riceve un pezzo in cui un ex medico dell’esercito iracheno affermava che Saddam Hussein avesse ordinato di amputare le orecchie a tutti i disertori. Gli fu chiesto dal suo giornale di approfondire la questione di questo articolo e dopo una piccola ricerca si delineano davanti a questo giornalista delle interessanti verità sullo stesso Memri.

Il Memri, che ha aperto filiali anche a Londra, Berlino e Gerusalemme, è finanziata dai contribuenti americani. Esso, infatti è un istituto “"indipendente"” e senza fini di lucro, che ha delle agevolazioni in materia fiscale da parte degli Stati Uniti come prevede la legge dello stesso paese.
Il giornalista inizia la sua indagine dal sito dello stesso Memri e nota alcuni particolari interessanti. In primo luogo non si trovano nomi di responsabili o di impiegati; in secondo luogo tutti gli articoli tradotti da questo istituto ricalcano l’agenda politica israeliana. Andando sempre più a scavare si trova il nome del co-fondatore e presidente, non che responsabile del sito: un certo Yigal Carmon. È un colonnello che ha servito per 22 anni l’intelligence israeliana, il Mossad; ed è anche stato consigliere di due premier israeliani: Yzhak Shamir e Ytzhak Rabin. In un’altra pagina, ormai non più reperibile, dice il giornalista, trova sei nomi. Il colonnello e altri due hanno lavorato per il Mossad, mentre dei restanti, uno ha servito nell’esercito, l’altro ha una formazione accademica e l’ultimo è un ex-attore. L’altro fondatore del centro è Meyrav Wurmser, direttrice del Centre for Middle East Policy presso l'Hudson Institute di Indianapolis; e la strana coincidenza, nota Brian, è che ‘l’onnipresente’ Richard Perle, che presiede le politiche per la difesa al Pentagono, è entrato ha far parte del consiglio di amministrazione proprio dell’Hudson Institute.
La signora Wurmser aveva anche pubblicato un interessante articolo intitolato “Can Isreal Survive Post-Zionism?” (Può Israele sopravvivere al Post-Sionismo?) in cui difende la posizione di autodifesa israeliana attaccando i sinistroidi dello stato ebraico come fossero una grande minaccia.
Insomma , per farla breve il nostro giornalista ha denunciato la politica sionista dell’istituto, che segue le direttive dello ‘Stato di’ Israele e che va in cerca di tutti gli articoli dei media arabe che possono recare danno a paesi arabi e che nello stesso momento mirano a colpire l’opinione pubblica americana. Msr. Brian conferma che sono riusciti ad ottenere grossi risultati con queste piccole traduzioni, che ovviamente nessun giornale si cura di verificare e investigare. Un primo risultato durante il 2002 lo hanno ottenuto con la pubblicazione di un articolo del giornale al-Riyadh, dove una docente universitaria ha riportato una vecchia storia risalente al Medioevo in cui si accusano gli ebrei di usare il sangue di bambini cristiani e musulmani per fare gli impasti dei dolci della festa di Purim. Secondo Brian, e mi trova d’accordo, che l’unica cosa che può dimostrare questo articolo è l’ignoranza di molti paesi arabi (comprensivi della loro classe più istruita) nei confronti dell’ebraismo e di Israele. Però il Memri è riuscito a fare passare, ingiustamente, che la testata su cui è stato pubblicato è ‘un giornale statale’, lasciando intendere che lo stato concorda con la linea del giornale, e addirittura ne controlla l’attività. In verità, al-Riyadh è un giornale di una società privata; di cui il direttore, conseguentemente, ha affermato che, poiché era all’estero nel momento di pubblicazione dell’articolo, ne ha preso visione solo dopo, e ha provveduto a presentare le proprie scuse e a licenziare la docente.
Un secondo successo nello stesso anno, il Memri lo ha ottenuto - continua il giornalista di The Guardian – quando l’ambasciatore saudita a Londra ha pubblicato una poesia su una giovane donna kamikaze sul giornale al-Hayat dal titolo: “I Martiri”. Il memri ha visto subito l’occasione per tradurla e presentarne un estratto dichiarando che decantava i kamikaze. Certo – dice Brian – che il vero messaggio della poesia dipende dalla traduzione: It could, perhaps more plausibly, be read as condemning the political ineffectiveness of Arab leaders, but Memri's interpretation was reported, almost without question, by the western media (è più plausibile che l'opera vada letta come una condanna dell'inefficacia politica dei leader arabi, ma i media occidentali hanno rilanciato l'interpetazione del Memri quasi senza metterla in discussione).


These incidents involving Saudi Arabia should not be viewed in isolation. They are part of building a case against the kingdom and persuading the United States to treat it as an enemy, rather than an ally. It's a campaign that the Israeli government and American neo-conservatives have been pushing since early this year - one aspect of which was the bizarre anti-Saudi briefing at the Pentagon, hosted last month by Richard Perle.

Gli incidenti che hanno coinvolto l'Arabia Saudita non vanno visti come casi isolati. Fanno parte di una campagna contro il regno saudita, volta a convincere gli Stati Uniti a trattarlo come nemico anziché come alleato. È una campagna intrapresa dal governo israeliano e dai neoconservatori americani fin dall'inizio di quest'anno: uno dei suoi aspetti è stato lo stravagante briefing antisaudita tenuto da Richard Perle al Pentagono un mese fa.
Il memri cerca di diffondere, e a quanto pare riesce, ciò di cui l’agenda politica israeliana necessita. Quindi diffidate dalle varie traduzioni di articoli, video, e quant’altro materiale che provenga da questo istituto e che purtroppo lo troviamo anche in italiano. Gli stessi ‘video di Bin Laden’ (laddove esistano effettivamente) non sfuggono al loro controllo, diffondendo la traduzione da loro voluta, o meglio voluta da Israele.

Quindi non ascoltate alle parole di Bin Laden o Zawahri o altri in una lingua che non sia l’arabo, o tradotte da altra fonte, perché a me non risulta che questi parlino italiano!



As-shirq nel Sublime Corano

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

As-shirq (associare altri ad Allàh) è l’unico peccato che Allàh non perdona ai suoi servi e in passato, come il Sublime Corano ci informa, la maggior parte dei popoli ha quasi sempre associato ad Allàh qualche sua creazione o qualche sua creatura.

Alcuni figli d’Israele hanno adorato il vitello costruito con gli ornamenti del popolo, altri poi hanno attribuito ad Allàh ‘uzayr (nella terminologia biblica è conosciuto come Esdra) come figlio, come anche i nazareni hanno sostenuto (e sostengono tuttora) con il Messia figlio di Maria, mentre L’Uno, L’Unico, L’Unipersonale ha risposto nel Sublime Corano:

Dicendo i giudei: "Esdra è figlio di Allàh"; e i nazareni dicono "il Messia è figlio di Allàh". Questo è quello che esce dalle loro bocche. Ripetono
le parole di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allàh. Quanto sono fuorviati! (30)
Hanno preso i loro rabbini, i loro monaci e il Messia figlio di Maria, come signori all’infuori di Allàh, quando non era stato loro ordinato se non di adorare un Dio unico. Non vi è dio all’infuori di Lui! Gloria a Lui ben oltre ciò che Gli associano! (31)

(Attawba - IX; 30-31)

Allàh l’Altissimo in più passi del Sublime Corano risponde ai nazareni, per la gravità dell’ingiuria attribuita ad Allàh. In questi passi nega che il concetto che sostiene che il Messia (Gesù) figlio di Maria sia Allàh stesso dicendo:

sono certamente miscredenti quelli che dicono: "Allàh è il Messia figlio di Maria". Dì: "chi potrebbe opporsi ad Allàh, se Egli volesse far perire il Messia figlio di Maria, insieme con sua madre e a tutti quelli che sono sulla terra? Ad Allàh appartiene la sovranità sui cieli, sulla terra e su tutto quello che vi è frammezzo!". Egli crea quello che vuole, Allàh è onnipotente. (17)
Giudei e nazareni dicono: "Siamo figli di Allàh ed i suoi prediletti". Dì: "Perché allora vi castiga per i vostri peccati? Sì, non siete che uomini come altri che Lui ha creato. Egli perdona a chi vuole e castiga chi vuole. Ad Allàh appartiene la sovranità sui cieli e sulla terra e su quello che vi è frammezzo. A Lui farete ritorno". (18)

sono certamente miscredenti quelli che dicono: "Allàh è il Messia, figlio di Maria!". Mentre il Messia disse: "O Figli di Israele, adorate Allàh, mio Signore e vostro Signore". Quanto a chi attribuisce consimili ad Allàh, Allàh gli preclude il Paradiso, il suo rifugio sarà il Fuoco. Gli ingiusti non avranno chi li soccorra! (72)

(Al Ma'ida - V; 17 - 18, 72)

Per quanto riguarda la trinità, che vuole rendere Allàh parte di tre, Allàh dice:

Sono certamente miscredenti quelli che dicono: "In verità Allàh è terzo di tre". Mentre non c’è dio all’infuori di Dio Unico! E se non cessano il loro dire, un castigo doloroso giungerà ai miscredenti. (73)
il Messia, figlio di Maria, non era che un messaggero. Altri messaggeri erano venuti prima di lui, e sua madre era una veridica. Eppure entrambi mangiano cibo. Guarda come rendiamo evidenti i Nostri segni, quindi guarda come se ne allontanano. (75)

(Al Ma'ida - V; 73, 75)

giovedì 17 gennaio 2008

Digiuno del decimo giorno del mese di Muharram

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Giovedì 9 di Muharram 1949 / 17 di Gennaio 2008

Cos’è ‘ashùrà?
È il decimo giorno del mese islamico di Muharram di tutti gli anni.

Perché si digiuna?
È un rito di ringraziamento e di lode ad Allàh l’Altissimo per aver salvato il Profeta Mosè – Pace su di lui – e il suo popolo dal Faraone e dai suoi seguaci nel decimo giorno del mese di Muharram.

I Benefici di questo digiuno:

Abu Qatada (che Allàh si compiaccia di lui) disse: è stato chiesto al Profeta – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria – sui benefici nel digiunare il giorno di ‘ashùrà. Rispose: Ripongo in Allàh la speranza che mi cancelli i peccati dell’anno che lo ha preceduto - O come disse. (Riportato da Muslim)

I gradi di digiuno del giorno di ‘ashùrà:

  • Completa: che si digiuni tre giorni: il giorno precedente, ‘ashùrà e il giorno successivo.

  • in alternativa: digiunare il nono e il decimo giorno.

  • in alternativa: digiunare solo il decimo giorno.

Pareri:

  • È preferibile digiunare questo giorno per adempiere alla Sunna del Profeta – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria.

  • In questo giorno hanno digiunato il Profeta Muhammad – che Allàh lo benedica e lo abbia in gloria; i suoi Compagni e prima di loro il Profeta Mosè – Pace su di lui, come rito di ringraziamento ad Allàh.

  • I benefici di questo giorno sono tanti e la sua sacralità risale a molto tempo addietro.

  • È preferibile digiunare un giorno prima e un giorno dopo per non cadere nell’imitazione degli ebrei, così come il Profeta – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria – aveva ordinato.

  • Questo è ciò che ci è giunto dalla Sunna e qualsiasi usanza associata e/o compiuta in questo giorno è un’innovazione (bid’a ), che si discosta da ciò che il Profeta – che Allàh lo benedica e lo abbia in gloria – ci ha insegnato.

La grande Misericordia di Allàh l’Altissimo ha fatto sì che con il digiuno di un giorno solo (quale ‘ashùrà) vengano perdonati i peccati di un anno interoQuesta è la grazia di Allàh (Il Sublime Corano - LXII, 4). Quindi è il momento di lavorare per iniziare un nuovo anno nella piena adorazione di Allàh. Le opere meritorie scacciano quelle malvagie (Il Sublime Corano - XI, 114).

E che la Pace e a la Benedizione di Allàh siano sul Profeta Muhammad, sulla sua progenie, sui suoi Compagni e su tutti coloro che seguono la sua Retta Via.

Tradotto su email di
Dott. Breigheche Dr.Aboulkheir- Presidente dell’Alleanza Islamica
(a cui vanno i nostri ringraziamenti - che Allàh lo ricompensi khairan).

ECOPASS, Le mura invisibili di Milano



Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo



Il comune di Milano, per poter (a suo dire) far fronte alla tutela dell’ambiente e del benessere del milanese ha avviato il progetto sperimentale denominato Ecopass. Entra in vigore il 2 gennaio e ha lo scopo (così dice il sito del comune di Milano) di ridurre l’inquinamento, tutelare la salute dei cittadini e migliorare la qualità della vita in città.

Il progetto ecopass discrimina l’ingresso alle auto inquinanti in centro città, con un sistema dei cc. dd. Occhi elettronici: un muro invisibile composto da 43 varchi elettronici muniti di telecamere. Al passaggio dell’auto, infatti, gli occhi elettronici sono in grado di quantificare il grado di inquinamento del veicolo attribuendogli un valore ecopass; che ogni cittadino si può calcolare inserendo semplicemente la matricola della Targa in questa pagina.

Sembra un progetto serio! Peccato che non è altro che, a mio avviso, un rimedio estremo e poco efficiente di una condizione ormai esasperata come l’impossibilità di circolare nel traffico di Milano. Non è tanto il progetto che si critica qui, quanto le alternative che si propongono all’utilizzo dell’auto. La Moratti, giustamente, vuole incentivare l’uso dei mezzi pubblici, ridurre l’inquinamento, dare la possibilità a Milano di respirare per lo meno nel suo centro … tutti obbiettivi nobili e sensati; ma io mi chiedo di quali mezzi pubblici parliamo? Partendo dai treni e dai pendolari, (come lo è il sottoscritto) sono a dir poco per l’80% delle volte in ritardo; le ferrovie dello stato ogni due per tre escono fuori dicendo ‘rischia il fallimento, lo Stato intervenga’! Passando alla Metrò che è l’unico mezzo abbastanza efficiente ma che purtroppo non arriva a coprire che una limitata zona in un continuo espandersi dei confini della città. Il passaggio dei tram, bus e filobus, avviene con una cadenza troppo lenta per un ritmo tecno come quello di Milano! Qual è il rimedio secondo voi? È fermare la circolazione della maggior parte dei veicoli ammassandoli tutti alla periferia e agiando la vita agli abitanti del centro (come se ne avessero bisogno!) e soffocando ulteriormente quella in periferia da rendere ancor più improbabile il trovare parcheggio? Avrà visto forse la Moratti che fuori da queste mura la vita della plebe comincia a essere più faticosa di prima!

Già prima girando per Milano in auto incrociavo dei pazzi suicida (dei veri kamikaze) che con la macchina erano pronti a tutto, anche a sacrificare la propria vita perché ormai esasperati dal lavoro, dal traffico, … da una vita soffocante di cui Milano porta la bandiera.

L'intento origiario di questo lavoro era quello di dare una sorta di bussola per orientarsi e per poter avere maggiori informazioni su questo progetto; ed è per questo che vi linko dei siti utili e vi riporto anche il commento di un tile utente di Internet per poter capire a quale categoria appartiene la vostra macchina:

Per verificare a quale classe di emissioni risponde la vostra vettura, occorre leggere la riga V.9, a pagina 2 della carta di circolazione, nel caso di "libretti" di nuovo modello (quelli denominati MC820F e in uso dal novembre del 1999), oppure le annotazioni riportate a pagina 2 del vecchio modello di carta di circolazione (denominato MC804MEC).

Nel caso di vetture Euro 1 o 2 è possibile che sulla carta di circolazione non vi sia alcuna indicazione (presente comunque nel cosiddetto "verdone", usato dal 1996 al 1999). Il ministero dei Trasporti, però, sa esattamente a quale categoria appartiene l'auto e quindi l'esattore della tassa automobilistica (l'Aci, nelle Regioni convenzionate) è comunque in grado di calcolare il corretto importo. I proprietari che lo volessero possono comunque chiedere l’aggiornamento del libretto con l'inserimento del numero della direttiva.


Di seguito, la corrispondenza fra i codici riportati sulle carte di circolazione e le varie normative antinquinamento.

Euro 1 (immatricolate dopo l'1/1/1993)
91/441/CEE, 91/542/CEE – A, 93/59/CEE

Euro 2 (immatricolate dopo l'1/1/1997)
91/542/CE – B, 94/12/CEE, 96/1/CEE, 96/44/CEE, 96/69/CE, 98/77/CE

Euro 3 (immatricolate dopo l'1/1/2001)
98/69/CE, 98/77/CE – A, 1999/96/CE, 1999/102/CE – A, 2001/1/CE – A, 2001/27/CE, 2001/100/CE – A, 2002/80/CE – A, 2003/76/CE – A

Euro 4 (immatricolate dopo l'1/1/2006)
98/69/CE – B, 98/77/CE – B, 1999/96/CE – B, 1999/102/CE – B, 2001/1/CE – B, 2001/27/CE – B, 2001/100/CE – B, 2002/80/CE – B, 2003/76/CE – B

Attenzione: nel caso delle Euro 3, a volte sui libretti sono state usate anche annotazioni prive della lettera A, eventualmente accompagnate dalla dicitura "rif. 98/69 CE"; nel caso delle Euro 4, invece, a volte sono state usate indicazioni prive della lettera B, ma accompagnate dalla dicitura "rif. 98/69/CE - B".

Il sito del progetto:

http://www.comune.milano.it/dseserver/ecopass/index.html
http://www.ecodimilano.com/i-dettagli-sullecopass-.htm

martedì 15 gennaio 2008

La Nostra Comunità - Corriamo ai Ripari

Nel nome di Allàh il Misericorde Il Clementissimo

Nel Sublime Corano, Allàh l’Altissimo ha descritto la Comunità a cui apparteniamo come una comunità basata sul Tawhid: La ilaha illa Allàh (Non c’è dio al di fuori di Allàh). La nostra Comunità è composta da persone diverse, ma nella diversità sono eguali e nell’eguaglianza sono uniti. Quello che non comprendo a volte, nonostante il continuo reclamo da parte di tutti i membri comunitari di una mancanza di unità, è il continuo lavoro, suppongo inconscio, dispersivo delle sue componenti. L’ultimo fatto che mi ha dato molto da pensare è stato il comunicato stampa del GMI. Nonostante la mia posizione tecnica discorde sulla sua pubblicazione ho pensato se era giusto (intendo islamicamente) attaccare con commenti pubblici ( pubblici ai musulmani e non) il lavoro svolto dai nostri fratelli che ho il dovere di pensare che è stato fatto in buona fede. Dopo aver consultato la mia linea di condotta (che è l’Islàm e che impone di rivolgermi agli insegnamenti di Allàh tramite la Sua Parola: il Sublime Corano e la missione magistrale del Suo Profeta – Che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria) ho trovato che la risposta è negativa. Dentro la Comunità vi è una grande percezione di disgregazione dovuta a vari fattori. E certo i commenti pubblici e le critiche distruttive non hanno da giovare a questa sensazione se non con maggior danno. Che immagine diamo poi ai nostri nemici? E che opportunità gli serviamo? Coloro che hanno commesso questa pseuda-minaccia hanno ottenuto più di quello che avevano sperato! Oltre ad alimentare l’odio verso i musulmani tra l’opinione pubblica (e per mezzo dei media), hanno anche acceso un fuoco interno alla comunità che per quanto piccolo è letale. La linea di condotta islamica e la ragione suggeriscono che se noi notiamo, vediamo, pensiamo che qualcosa non sia giusta, allora bisogna rivolgersi ai diretti interessati senza mettere in piazza le nostre faccende, o per lo meno discuterne internamente tra noi! A volte, quando vediamo l’opportunità e la falla di qualche nostro fratello, la prima cosa che ci viene in mente è quella di scrivere un commento per correggerlo, per fargli notare il suo errore … ma poi l’intento degenera in altro per due motivi: il primo è che il fratello molte volte non riesce ad accettare le critiche (anche perchè a volte non sono costruttive) e i consigli (perché magari si sente umiliato dinanzi a tutti); secondo perché chi vuole correggere infierisce e non si limita al discorso ma si aprono trenta altre porte e si cade nel interpretare un hadith, una ayah, o altro … cose che sono argomenti talmente vasti su cui i nostri scienziati hanno espresso le loro opinioni e che non spetta a noi dire la nostra; così come è sbagliato il riportare una sola opinione di questo o dell’altro scienziato.
Sappiamo bene che la rete ha delle trappole e le sue trappole sono molto sottili. Lo scrivere un commento, ma anche un email, puo’ essere a volte oggetto di incomprensione per un semplice motivo: non ci si guarda in faccia. Per quanto la rete ci puo’ avvicinare, con lo stesso grado con cui ci avvicina ci allontana nella incomprensione reciproca. Satana, il lapidato, accompagna il singolo, si allontana dalla coppia e dal trio è ancor più lontano. Quando leggiamo (i commenti rivoltici dietro il nostro computer) ci sussurra astiosità sicché rovina la nostra buona fede nel fratello o nella sorella mittente.
Pensiamo bene, mettiamo sulla bilancia quello che diciamo, perché tutto verrà messo sulla bilancia … ogni singola parola detta o scritta si presenterà dentro una dei piatti della nostra bilancia. Secondo voi scrivere dei commenti sul post del comunicato GMI serve a qualcosa? Cambia qualcosa? Quanto può cambiare invece una sana email a chi ha scritto e pubblicato il comunicato?! Quanto può cambiare, al posto di sprecare tempo a scrivere quei commenti, scriverne altri nelle varie discussioni di ignoranti non musulmani?!
Basta criticare gli altri in modo malsano; basta puntare il dito verso i fratelli e le sorelle che nel loro piccolo cercano di fare qualcosa (anche sbagliando). Certo che sbaglia solo colui che si mette in gioco; quello che rimane indietro, quello che quando gli viene proposto di salire sul minbar rifiuta e quando viene fatto salire qualcun altro lo critica … ne abbiamo fin troppo di queste persone, buone a fare nulla se non di rimproverare gli altri senza dare un contributo attivo e costruttivo alla Comunità! Il trentaduesimo Hadith riportato nei Quaranta dell’Imam Nawawy, riporta che il Profeta – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria - disse:"Non causare danno e non rispondere al danno col danno" (riferito da ibn Magiah, ad-Daraqutni, Malek). Quanto è difficile stare in silenzio e non esprimersi, pur di dire qualsiasi cosa, pur di cadere nel vaniloquio! Richiamiamoci all’ordine e alla disciplina. Ricordiamo che ogni uno di noi è responsabile delle proprie azioni; a nessuno verrà chiesto se non il proprio operato! Nessun anima verrà caricata del peso di altre anime … !
Mettiamo mano nella mano, uniamoci perché siamo sotto attacco mediatico (e non purtroppo), non disperdiamo le nostre forze. Le mie parole sono un’osservazione che vogliono prevenire gli ammonimenti di Surat A-‘Asr (Il Tempo, CIII): Per il Tempo! (1) Invero l’uomo è in perdita, (2) eccetto coloro che credono e compiono il bene, vicendevolmente si raccomandano la verità e vicendevolmente si raccomandano la pazienza. (3)

Tutto ciò che ho detto di giusto proviene da Allàh l’Altissimo e tutto ciò che ho detto di ingiusto proviene da me. Chiedo a Lui perdono per me e per noi tutti e chiedo a Lui solo la guida alla Sua Retta Via.

Islamic Relief Italia - Realtà Sconosciuta

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Islamic Relief (IR) è un'organizzazione internazionale umanitaria e per lo sviluppo, che mira ad alleviare le sofferenze dei più poveri nel mondo. E' un'organizzazione non governativa (ONG) fondata in Inghilterra nel 1984 da un medico, il dott. Hany El Banna.

Islamic Relief è membro consultivo del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, è registrata con il Governo inglese nella "Charity Commission", è firmataria del Codice di Condotta per la Croce Rossa Internazionale e per la Mezzaluna Rossa oltre che dell'ONG Disaster Relief. E' anche membro dell'English Overseas NGOs Development (BOND).

I valori che ispirano l'associazione Islamic Relief sono i valori umanitari islamici, che ci insegnano che ogni vita umana è preziosa, e che tutti gli uomini hanno diritto ad una vita dignitosa e senza sofferenze. Consideriamo la carità e la generosità una responsabilità personale e collettiva. Come disse il Messaggero di Dio - Pace e benedizioni su di lui - "Colui che non si interessa agli affari dei musulmani non è dei nostri" (Bukhari) ed ha detto poi "La umma è un corpo unico, se uno dei suoi membri è malato, il corpo intero ne sente la febbre e la sofferenza" (Bukhari). Il nostro intento è sempre quello di cooperare con le comunità, ascoltare le loro preoccupazioni e le loro esigenze, offrendo il nostro totale supporto per migliorare le loro condizioni di vita. Operiamo a contatto diretto con le comunità che soccorriamo, costruendo un solido rapporto di fiducia e incoraggiando le persone ad esprimere le proprie necessità. Ciò a cui puntiamo è di permettere alle popolazioni di ottenere i mezzi con cui autosostentarsi. Aspiriamo a creare comunità autonome, cosicché, alla fine, possiamo congedarci con sicurezza da quelle aree e rivolgere la nostra attenzione laddove nuovi bisogni sono sorti, concentrandoci su nuove iniziative.

Islamic Relief interviene nelle situazioni di crisi umanitaria o di emergenza causate sia da fenomeni naturali che umani. Inoltre Islamic Relief promuove attivamente un'economia sostenibile ed uno sviluppo sociale organico attraverso il coinvolgimento delle comunità locali senza alcun pregiudizio razziale, religioso o di genere. Islamic Relief opera attraverso quattro settori principali:

1) Soccorso d'emergenza
2) Progetti di sviluppo
3) Assistenza agli orfani
4) Waqf

Islamic Relief ha uffici di fundraising in Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Belgio, Germania, Olanda, Svezia, Svizzera, Francia, Malasia, Mauritius, ed ha progetti in Afghanistan, Albania, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Kosovo, Ciad, Cina, Egitto, Etiopia, India, Indonesia, Aceh, Iraq, Giordania, Kenya, Libano, Malawi, Mali, Niger, Pakistan, Kashmir, Palestina, Federazione Russa (Cecenia e Ingushezia), Somalia, Sud Africa, Sri Lanka, Sudan, Yemen.

Soccorso d'emergenza Riguardo alle situazioni di emergenza
IR ha addestrato un team che è pronto ad intervenire entro 24-48 ore dall'inizio dell'emergenza, sia quando essa è provocata da cause naturali sia quando è provocata da cause umane. IR opera per rispondere ai bisogni più immediati distribuendo cibo, medicine, tende e vestiti, mentre valuta quali iniziative per la ricostruzione possono essere realizzate. Per agire nel più breve tempo possibile in caso di calamità, Islamif Relief tiene pronte delle riserve di forniture per oltre 10.000 persone. Queste riserve includono: acqua da distribuire, tende, coperte, attrezzi per cucinare, kit per l'igiene. Ad esempio, IR è intervenuto immediatamente dopo il terremoto che ha colpito il Pakistan, ha portato aiuto alle prime avvisaglie della crisi del Darfur, come si è attivato dopo i primi bombardamenti israeliani sul Libano.

Progetti di sviluppo

a) Acqua e Sanità Secondo l'Organizzazione Mondiale per la Sanità, circa l'80% delle malattie nel mondo sono causate dalla mancanza di acqua potabile o misure igieniche. Malattie legate all'acqua provocano 2,2 milioni di morti ogni anno, la maggior parte bambini sotto i cinque anni. Islamic Relief ha operato in Indonesia a progetti per l'acqua dopo lo tsunami o in Palestina costruendo il pozzo di Aya e rinnovando il sistema delle acque, così come ha completato progetti sull'acqua in Sudan, Afghanistan, Kashmir, Albania, Bangladesh, Cecenia, Kosovo e Pakistan.

b) Salute ed Alimentazione La malnutrizione è responsabile per oltre le metà delle 12 milioni di morti infantili che avvengono ogni anno. Il lavoro di Islamic Relief nel campo della salute e dell'alimentazione include: Programmi di cure mediche per madri e figli Costruzione e riabilitazione di cliniche mediche Distribuzione di ambulanze e materiale medico agli ospedali Programmi per il miglioramento dell'agricoltura e di sicurezza alimentare Cibo distribuito nelle scuole per i bambini malnutriti Vaccini e controlli sanitari Programmi di cure fisiche e psicologiche per bambini vittime di traumi da guerra Educazione alimentare e sanitaria in comunità povere Islamic Relief ha realizzato programmi sanitari ed alimentari, prevedendo la costruzione di cliniche e la somministrazione di cure mediche, in Afghanistan, Kashmir, Bangladesh, Cecenia, Egitto, Kosovo, Pakistan, Palestina e Sudan..

c) Attività generatrici di reddito I pacchi di cibo e gli aiuti di emergenza riescono a soddisfare i bisogni più immediati, ma le persone devono poi riuscire ad autosostenersi ed essere indipendenti. Con questo scopo vengono creati programmi generatori di reddito. Molti dei beneficiari di questi progetti stanno ricostruendo le loro vite attraverso dei prestiti ad interessi zero che gli diano i mezzi per iniziare un'attività ed una formazione che li aiuti a sviluppare delle capacità professionali. Islamic Relief ha avviato questo tipo di attività in Afghanistan, Kashmir, Albania, Bosnia, Malawi, Pakistan, Palestina..


Assistenza agli orfani
Il Profeta Muhammad - Pace e benedizioni su di lui - ha detto: "Io e la persona che si occupa di un orfano saremo insieme nel Paradiso, così.." tenendo il dito indice ed il medio uniti (Bukhari). Islamic Relief opera dal 1986 a favore degli orfani, per cercare di restituire loro fiducia, speranza ed affetto attraverso l'aiuto di molte persone sensibili. Un modo concreto con cui chiunque può aiutare gli orfani è l'adozione a distanza; questa assicura all'orfano cibo quotidiano, assistenza sanitaria ed istruzione. Con una modesta quota mensile, l'orfano può tornare a sperare nella vita perchè sentirà l'amore di qualcuno che pur vivendo lontano, si preoccupa di lui e del suo benessere. Islamic Relief ha realizzato programmi di adozione a distanza in Bangladesh, Cecenia, India, Mali, Sudan, Etiopia, Albania, Indonesia, Iraq, Kenia, Pakistan, Bosnia, Giordania, Kosovo, Libano, Palestina, Sri Lanka. Per conto dei donatori Islamic Relief si prende cura di oltre 20.000 orfani, di cui oltre 5.000 nella sola Palestina.

Waqf
"Quando il figlio di Adamo muore, le sue azioni finiscono, eccetto tre: un'elemosina continua (waqf), una scienza utile, un figlio devoto che prega per lui" (Muslim). Il termine "waqf" indica l'immobilizzazione di un bene, per sfruttarlo e quindi donarne il ricavato ai poveri. Dunque il waqf è un'elemosina ed una fonte di aiuto per i più bisognosi che continua nel tempo. I suoi effetti benefici e la sua utilità aumentano durante tutta la vita del donatore e soprattutto continuano anche dopo la sua morte. I proventi del waqf vengono calcolati e distribuiti alla fine di ogni anno. Chi dona un'azione waqf riceve un certificato e quindi un rapporto annuale relativo al settore nel quale ha scelto di investire la sua donazione (waqf acqua, waqf salute..)

Inoltre IR svolge due grosse campagne all'anno contro la fame: la distribuzione di cibo durante il mese di Ramadan e la distribuzione di animali per la festa dell'Aid al-Adha (Festa del Sacrificio, che commemora il mancato sacrificio del figlio di Abramo - Pace su di lui - su richiesta e per intercessione di Dio, ndr). Durante il Ramadan del 2006 Islamic Relief ha distribuito 220.415 pacchi cibo, raggiungendo 1.186.975 persone come beneficiari, mentre durante la campagna "Qurbani" per la festa dell'Aid al-Adha, siamo riusciti a distribuire circa 70.000 animali. In entrambe le campagne ci siamo concentrati sui Paesi e sulle aree territoriali dove c'è maggiore penuria alimentare o dove ci sono fasce di popolazione che vivono sotto la soglia della povertà, distribuendo cibo in Albania, Afghanistan, Bangladesh, Bosnia, Cina, Cecenia, Egitto, Etiopia, India, Indonesia, Aceh, Iraq, Giordania, Kenia, Kosovo, Malawi, Mali, Niger, Palestina, Pakistan, Kashmir, Somalia, Sud Africa, Sri Lanka, Sudan, Yemen, Libano.

La sede italiana dell'Associazione Islamic Relief è a Milano, in via Tajani 1 (C.a.p. 20133). Tel/Fax: 02 36523730
E-mail: info@islamic-relief.it
sito: http://www.islamic-relief.it/

Per contribuire alle attività di Islamic Relief:
c/c postale: Islamic Relief n. 24024002 c/c
bancario: BNL - CODICE IBAN: IT 68M 0100501614000000013970

Petizione: Abou Elkassim Britel libero e vivo

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Su petitionOnline è stata avviata la campagna di raccolta firme per la liberazione immadiata del fratello (e cittadino italiano) Abou Elkassim Britel ingiustamente detenuto nella prigione marocchina di Casablanca Oukacha.
La petizione sarà indirizzata al Governo Italiano e al Parlamento Europeo; per cui invitiamo tutti i difensori dei diritti umani e tutti coloro che hanno custodito ancora un po' di sensibilità in mondo così cinico, di perdere due minuti a per sottoscrivere la petizione e altri sue per diffonderla.
Puoi trovare il documento e l'intera vicenda
qui.

Sottoscrivi la petizione...