giovedì 7 febbraio 2008

L’Imam As-shafi’i

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Abu ‘AbdAllàh è uno dei quattro Imam che hanno dato avvio alle rispettive scuole. A lui si riconduce la scuola Shafi’ita.
È di padre e madre qoraiscita. Sua madre è la signora Hafida sorella della signora Fatima bintu Asad, madre del quarto Califfo Ali Ibn Abi Talib e per questo As-Shafi’i diceva: Ali Ben Abi Talib è mio zio e mio cugino.

L’imam as-Shafi’i studiò la maggior parte del sapere del suo tempo: dalla cultura egiziana (alqabatiya), alle tradizioni della cultura greca, persiana, indiana e si dedicò anche alla chimica, alla medicina, alla fisica, alla matematica, all’astronomia, alle scienze in generale … si dedicò alla scienza della firasa (una vecchia scienza paragonabile alla psicoanalisi odierna), alla giurisprudenza, ai ahadith, alla scienza della lingua, della letteratura, della poesia … così anche si dimostrò abile atleta: nel lancio ed era anche un ottimo cavaliere … Quando aveva solo venti anni era già conosciuto per le sue sedute di ifta’.

Nacque a Gaza nell’150esimo anno egiriaco (corrispondente all’anno gregoriano 767), stesso anno in cui morì l’imam Abu Hanifa Annu’mani, il giurista dell’Iraq. Suo padre morì quando aveva appena due anni, così sua madre lo portò a Mecca e lì crebbe orfano iniziando la sua vita con una sfida e con una grande volontà di cercare il sapere dovunque esso si trovi.

Dissero nella sua descrizione: era un uomo alto, di carnagione scura, con una voce dolce e con una notevole intelligenza creativa; dormiva poco, leggeva e scriveva molto. Vestiva indumenti semplici e puliti, e si riusciva a concentrare e a riflettere solo nel buio totale. Camminava sempre con il suo grosso bastone che lo ha accompagnato per tanti viaggi. Gli venne chiesto un giorno: ‘Perché porti spesso con te quel bastone mentre tu non ne hai bisogno visto la tua rubustezza?’; ed egli – che Allàh l’Altissimo si compiaccia di lui – rispose: ‘affinché esso mi ricordi che sono solo in viaggio’.

Imparò il Sublime Corano quando aveva sette anni, arrivò a compiere i suoi tredici anni avendo imparato a salmodiarlo (tajwid) e avendo imparato la sua esegesi. Si era caratterizzato per la sua bella voce nel salmodiare il Sublime Corano, piena di pianti di timore e di aspirazioni verso Allàh l’Altissimo.

Si accorse presto che doveva imparare la scienza della lingua araba, così scelse di trasferirsi dalla tribù dei Bani Hadhil, che era conosciuta come la tribù che più delle altre usava un arabo corretto. Rimase da loro e prese a spostarsi con loro per dieci anni, e oltre ad aver acquisito una notevole padronanza linguistica, in questi dieci anni imparò anche l’arte del lancio (dell’arco e della lancia). La sua esperienza in mezzo a questa tribù lo porterà successivamente a migliorare la sua comprensione del Sublime Corano e della Tradizione Profetica (Sunna).

Diversamente da altri scienziati, l’Imam as-Shafi’i non si è legato ad uno sceicco (maestro) in particolare per acquisire il sapere ma egli si spostava in continuazione alla ricerca di nuove nozioni e nuove conoscenze; viaggiò per tutto l’impero islamico discutendo con la gente, con gli scienziati e con i giuristi, con i tramandatori dei Hadith cercando di avere contatto con le più diverse correnti di pensiero del suo tempo. Si spostò inizialmente tra le tribù del Hijaz, poi viaggiò verso l’Iraq, la Persia, L’Anatolia, lo Yemen, la Palestina, l’Egitto.

Che Allàh gli usi Misericordia e si compiaccia di lui

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