sabato 28 giugno 2008

Rompere un giorno di digiuno di Ramadan - senza valida giustificazione

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Dice Allàh l’Altissimo nel Sublime Corano:

183 O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati;
184 [digiunerete] per un determinato numero di giorni. Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni. Ma per coloro che [a stento] potrebbero sopportarlo, c'è un'espiazione: il nutrimento di un povero. E se qualcuno dà di più, è un bene per lui. Ma è meglio per voi digiunare, se lo sapeste!
[1]

È riportato nei due sahih
[2] il hadith autentico che il messaggero di Allàh – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria – disse: “L’Islàm è stato eretto su cinque [pilastri]: la testimonianza che non c’è divinità all’infuori di Allàh e che Muhammad è messaggero di Allàh, l’assoluzione della preghiera rituale, il versamento della zakat (la tassa sociale purificatrice), il pellegrinaggio alla Casa[3], e il digiuno del [mese di] Ramadan.”
E disse – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: “ chi rompe il digiuno un giorno di Ramadan senza una valida giustificazione
[4] non redimerebbe [quel giorno] nemmeno se digiunasse l’intero anno”.
E riferito da Ibnu Abbas – che Allàh si compiaccia di lui – disse: “ i capisaldi del’Islàm e le basi della religione sono tre: “ la testimonianza che non c’è divinità all’infuori di Allàh, l’assoluzione della preghiera rituale, e il digiuno del [mese di] Ramadan; e chi tralascia uno di queste è un miscredente”.

[1] Surat Al-Baqarah,II:183-184
[2] Sahih Bukhari e Sahih Muslim
[3] Casa: detta metaforicamente in arabo anche Casa di Allàh , ovvero la Mecca.
[4] Ovvero di proposito trasgressivo o non riconoscendone l’obbligatorietà

domenica 22 giugno 2008

Progetto a Gaza di Islamic Relief Italia

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Islamic Relief Italia 19/06/2008

IL PROGETTO BEIT HANNUN

Caro fratello e cara sorella,
nonostante i cambiamenti frequenti della situazione politica in Palestina e a Gaza in particolare, la situazione umanitaria rimane drammatica. Islamic Relief da anni affronta le continue crisi umanitarie con interventi d’emergenza, aiutando la popolazione a fronteggiare la costante mancanza di beni di prima necessità, distribuendo cibo, acqua, coperte ecc., donando macchinari moderni per ospedali e cliniche, portando medicinali essenziali ed intervenendo con continuità per limitare le sofferenze del martoriato popolo palestinese.
Ma tutto questo non basta, Islamic Relief coerentemente con la propria strategia che mira a permettere alle popolazioni di ottenere i mezzi con cui autosostentarsi e a promuovere un’economia sostenibile ed uno sviluppo sociale organico, implementa progetti di medio e lungo termine. In questa cornice Islamic Relief Italia ha deciso di finanziare un progetto a favore delle studentesse della città di Beit Hannun così da fornire loro la possibilità di crearsi in futuro un’attività lavorativa.Nella
brochure realizzata troverai tutte le informazioni rispetto a questo importante progetto (oltre a una breve panoramica sulle attività di Islamic Relief in Palestina) che ti invitiamo a sostenere donando ora, via posta, banca oppure online ed indicando nella causale:Progetto Beit Hannun.

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mercoledì 18 giugno 2008

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Roma, 16 giugno 2008 Lettera aperta:immigrati irregolari e clandestini e diritto all'assistenza sanitaria.


In questi giorni ci giungono diversi quesiti sulle nuove norme sulla sicurezza e diritti sanitari e segnalazioni circa la difficoltà di accesso all'assistenza sanitaria da parte degli immigrati irregolari e clandestini. La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni è un network scientifico che dal 1990 si occupa dei temi legati all'assistenza sanitaria ed alla salute degli immigrati presenti in Italia e che collega molte delle realtà del privato sociale, del volontariato e del pubblico che si interessano di tale problematica (attualmente circa 620 soci e 7 coordinamenti territoriali ed oltre un centinaio di strutture di riferimento pubbliche e del volontariato laico e confessionale), ed in base a questa vasta esperienza vogliamo precisare alcune cose e fare delle considerazioni nel merito.

L'Italia nei riguardi della popolazione immigrata ha una normativa sanitaria particolarmente illuminata, coerente con il mandato costituzionale (art. 32) e con un sistema sanitario di tipo universalistico ed equo (almeno sulla carta ma spesso anche nella prassi). Dal 1998, con il Testo Unico sull'immigrazione (D.L.ivo 286/98) si è stabilita la possibilità di accesso ai servizi sanitari in una ottica estremamente inclusiva: quasi la totalità (94%) degli stranieri con regolare permesso di soggiorno hanno il diritto/dovere di iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (a parità di condizioni con i cittadini italiani) ed una parte ne ha facoltà attraverso una iscrizione volontaria (4%). Coloro che ne sono esclusi (turisti, uomini d'affari con soggiorni brevi, ...) devono avere una assicurazione sanitaria privata, avendo comunque sempre garantiti gli interventi d'urgenza.

Anche gli immigrati irregolari e clandestini hanno il diritto ad essere assistiti e non solo per l'urgenza ma anche per le cure essenziali (cioè quelle non gravi nell'immediato ma che se trascurate possono portare a situazioni critiche direttamente ed indirettamente), per interventi di prevenzione e di continuità assistenziale (in particolare per donne, bambini e per coloro con malattie infettive), attraverso il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente). "L'accesso alle strutture sanitarie (sia ospedaliere, sia territoriali) da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano" (comma 5, art. 35 D.L.ivo 286/98). Quest'ultima norma, tuttora pienamente in vigore, è presente nell'ordinamento italiano già dal 1995, attraverso un decreto legge (D.L. 489/95, art.13 più volte reiterato) voluto ed approvato dal centro destra anche con i voti della Lega. E questo perchè la "logica" della norma non è solo quella di "aiutare/curare l'immigrato irregolare" (per altro deontologicamente assolutamente corretta!) ma in particolare di tutelare la collettività: prevedere la denuncia contestuale alla prestazione sanitaria, creerebbe una barriera insormontabile per l'accesso e spingerebbe ad una "clandestinità sanitaria" pericolosa per l'individuo ma anche per la popolazione laddove possano esserci malattie trasmissibili.

Ormai esiste una significativa documentazione sul tema compresa la posizione degli ordini dei medici italiani, di alcune società scientifiche e dei ministri della sanità europei ... che sottolineano l'indispensabilità di questa impostazione per garantire concretamente la salute per tutti (è assolutamente intuitivo come il batterio, il virus o il parassita non faccia distinzione di etnia, status giuridico o colore della pelle).

Vogliamo sottolineare come questo clima di enfasi della "sicurezza" e criminalizzazione degli immigrati stia producendo danni per la salute degli immigrati stessi (tutte le strutture in Italia che si occupano di assistenza sanitaria ad immigrati irregolari denunciano una riduzione preoccupante degli accessi e non perchè siano diminuiti tali stranieri ma per il clima di sospetto e paura creatosi con ripercussioni gravissime anche sulla collettività: pensiamo alle badanti che non vengono a farsi curare o immigrati che vanno a lavorare in condizioni precarie di salute, o che vivono in condizioni di promiscuità con altri immigrati in regola o con italiani in condizione di fragilità sociale...). Per tali ragioni, potremmo dire che il "pacchetto sicurezza", pur non contenendo condizioni ostative all'accesso ai servizi sanitari, per come è stato previsto, percepito e presentato, di per sè è "patogeno" (causa di malattia/patologia) per gli immigrati e per la collettività.


Il Consiglio di Presidenza della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni

martedì 17 giugno 2008

La Polizia Conduce dei 'Pogrom' sugli Stranieri

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Torino, 04 giugno 2008

Vogliamo denunciare un grave episodio, accaduto questa mattina, di cui è stata testimone una mediatrice interculturale di Moncalieri.Alle 08:30 circa, sul bus 67 (capolinea di Moncalieri), pieno di gente che a quell'ora è diretta a scuola o a lavoro, è salita una pattuglia della polizia, ha intimato a tutti gli stranieri di scendere, ha diviso maschi e femmine con bambini, ha chiesto il permesso di soggiorno.Molte persone avevano con sé solo la carta di identità italiana, altri il permesso di soggiorno, altri ancora né l'uno né l'altro. Tutto l'episodio si è svolto accompagnato da frasi quali : "non ce ne frega niente della vostra carta di identità italiana" , "è finita la pacchia", "l'Italia non è più il Paese delle meraviglie".Gli agenti hanno fatto salire tutti gli uomini su un cellulare, solo un uomo marocchino, mostrando la carta di identità italiana, si è rifiutato di salire, chiedendo di che cosa veniva accusato e che avrebbe fatto riferimento al suo avvocato. Gli agenti l'hanno lasciato andare.Nessuno dei passeggeri rimasti sull'autobus è intervenuto, anzi, molte delle persone presenti, anche sui balconi delle case intorno e sui marciapiedi, hanno applaudito.Ci aspettiamo che venga fatta chiarezza e che non si ripeta mai più un simile episodio in un Paese che si dichiara civile e democratico.

Associazione Almaterra