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sabato 28 giugno 2008

Rompere un giorno di digiuno di Ramadan - senza valida giustificazione

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Dice Allàh l’Altissimo nel Sublime Corano:

183 O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati;
184 [digiunerete] per un determinato numero di giorni. Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni. Ma per coloro che [a stento] potrebbero sopportarlo, c'è un'espiazione: il nutrimento di un povero. E se qualcuno dà di più, è un bene per lui. Ma è meglio per voi digiunare, se lo sapeste!
[1]

È riportato nei due sahih
[2] il hadith autentico che il messaggero di Allàh – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria – disse: “L’Islàm è stato eretto su cinque [pilastri]: la testimonianza che non c’è divinità all’infuori di Allàh e che Muhammad è messaggero di Allàh, l’assoluzione della preghiera rituale, il versamento della zakat (la tassa sociale purificatrice), il pellegrinaggio alla Casa[3], e il digiuno del [mese di] Ramadan.”
E disse – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: “ chi rompe il digiuno un giorno di Ramadan senza una valida giustificazione
[4] non redimerebbe [quel giorno] nemmeno se digiunasse l’intero anno”.
E riferito da Ibnu Abbas – che Allàh si compiaccia di lui – disse: “ i capisaldi del’Islàm e le basi della religione sono tre: “ la testimonianza che non c’è divinità all’infuori di Allàh, l’assoluzione della preghiera rituale, e il digiuno del [mese di] Ramadan; e chi tralascia uno di queste è un miscredente”.

[1] Surat Al-Baqarah,II:183-184
[2] Sahih Bukhari e Sahih Muslim
[3] Casa: detta metaforicamente in arabo anche Casa di Allàh , ovvero la Mecca.
[4] Ovvero di proposito trasgressivo o non riconoscendone l’obbligatorietà

venerdì 28 marzo 2008

L'Associazionismo e l'ostentazione

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Il più grande peccato è l’associare altri ad Allàh, ed è di due tipi:
il primo è rendere Allàh socio e adorare altro a suo posto come sassi, piante, sole, luna, profeti, maestri, astri, re o altro… e questo è il più grande peccato che l’uomo può commettere e che Allàh ha citato dicendo nel Sublime Corano in diverse ayat (di cui riportiamo solo alcune)
[1]:

48. In verità Allàh non perdona che Gli si associ alcunché ; ma all’infuori di ciò perdona chi vuole. Ma chi attribuisce consimili ad Allàh commette un peccato immenso.

116. No! Allàh non perdona che Gli si associ alcunché. Oltre a ciò, perdona a chi vuole. Ma chi attribuisce consimili ad Allàh, si perde lontano nella perdizione.[2]
13. Attribuirgli associati è un’enorme ingiustizia.[3]

72. Quanto a chi attribuisce consimili ad Allàh, Allàh gli preclude il Paradiso, il suo rifugio sarà il Fuoco.[4]
Quindi chi associa altri ad Allàh e muore in questa sua condizione senza alcun dubbio il suo destino è l’Inferno; così come chi muore testimone dell’Unità e dell’Unicità e dell’Unipersonalità di Allàh entra in Paradiso, anche se può subire il castigo dell’Inferno. Nel Sahih viene riportato che il Profeta - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria - disse ripetendo tre volte: ‘Non volete che vi informi dei più gravi kaba’ir (i più gravi peccati)?’; risposero: ‘al contrario o Profeta di Allàh’; disse - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria - mentre era sdraiato: ‘l’associare altri ad Allàh e l’opporsi ai propri genitori ’ – poi si sedette e continuò – ‘ anche il dire il falso e il testimoniare il falso ’ e continuò a ripeterla fino a che non pensammo: magari non lo avesse detto. (hadith su cui si concorda l’autenticità) rafforzato dal hadith già riportato in cui disse - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria : evitate le sette abominevolezze e poi citò come primo l’associare altri ad Allàh (as-shirq).

Il secondo tipo di associazionismo (shirq) invece è ciò che viene chiamato ar-riya’: l’ostentazione, ovvero fare (o evitare di fare) un’azione buona per essere visti e lodati dalla gente. Egli L'Altissimo ci avverte di questo nel Sublime Corano:

110. Chi spera di incontrare il suo Signore compia il bene e nell’adorazione non associ alcuno al suo Signore.[5]

Confermando e completando il Messaggero di Allàh - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria - disse: ‘ Attenzione dal compiere il piccolo shirq ‘, dissero ‘cos’è il piccolo shirq O Messaggero di Allàh? ‘, rispose - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: ‘ l’ostentazione (ar-riya’). Allàh l’Altissimo dice il giorno in cui vengono ricompensati i suoi servi per le loro azioni, andate da coloro per i quali operavate con ostentazione (riya’) e vedete se possono ricompensarvi ‘
[6]
Disse anche - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: ‘ Allàh dice: chi compie un’azione avente come fine Me e altri a cui mi associa, allora questa azione è per colui con cui mi ha associato e io da questa mi dissocio ’[7]
Ci riporta Abi Huraira - che Allàh si conpiaccia di lui - che il Messaggero di Allàh - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria - disse: ‘ è possibile che uno digiuna (sa’im) e non ottiene niente del suo digiuno se non la fame e la sete, ed è possibile che uno rimanga sveglio [in adorazione] durante la notte e non ottiene niente dalla sua veglia se non il sonno ‘; ovvero che se il suo digiuno e la sua adorazione non hanno come fine unico il Volto dell’Altissimo allora non hanno alcuna ricompensa.[8]
Ci è stato riportato anche di lui - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria - che disse: ‘colui che opera al fine della sua apparenza e il suo prestigio [tra la gente] è come colui che riempie il suo sacco di legname e entra nel mercato volendo comprare e quando lo apre dinanzi al venditore trova solo legname con il quale si colpisce la testa [per il suo rammarico], mentre non ha alcun beneficio nel suo sacco se non il dire della gente: com’è pieno il suo sacco, senza che però gli venga dato niente. Così come colui che opera per la sua apparenza e il suo prestigio [tra la gente] non ottiene niente dal suo operato se non le lodi della gente e non ha alcuna ricompensa nella vita Ultraterrena. ‘[9]
Mentre Allàh l’Altissimo dice:

23. Abbiamo giudicato le loro opere e ne abbiamo fatto polvere dispersa.[10]

Ovvero le opere che hanno compiuto consociando alla ricompensa di Allàh altre ricompense non avranno alcun valore e la renderà come una polvere dispersa.

Ci riporta ‘adiyu Ibnu Hatim Atta’iyyi - che Allàh si compiaccia di lui - del Messaggero di Allàh - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria - disse: ‘ Viene ordinato, il Giorno del Giudizio, di condurre un gruppo di persone in Paradiso fino a che non vi sono entrati, respirato dal suo profumo, visto i suoi palazzi e ciò che Allàh ha preparato per coloro che la abiteranno, viene poi ordinato di tirarli fuori perché non avranno nessun godimento e ritornano con dispiacere e pentimento che nessuno, ne i primi ne gli ultimi, sono mai tornati con un sentimento tale e dicono: Dio se ci avessi condotto all’Inferno prima che ci mostravi quello che ci hai mostrato di godimenti che hai riservato a costoro, [il nostro dolore] sarebbe stato meno penoso. Allàh l’Altissimo risponde: ‘ed è quello che volevo. Quando vi ritiravate [solitari] mi combattevate con gravi peccati, e quando incontravate la gente la incontravate mukhbitin e operavate con ostentazione (riya’) nelle vostre opere verso la gente contrariamente a ciò che mi davate con [sincerità dal] il vostro cuore. Davate importanza alla gente e non la davate a Me, riconoscevate la maestà alla gente e a Me no, avete rinunciato per la gente e per Me non avete rinunciato, oggi vi faccio assaggiare il mio castigo più grave assieme al mostrarvi la mia miglior ricompensa di cui vi ho privato.
[11] Un uomo chiese al Messaggero di Allàh - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: ‘quale è la salvezza?’; rispose - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: ‘non volere ingannare Allàh’, disse l’uomo:’ e come è possibile voler ingannare Allàh?’, rispose - che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: ‘compiere un’azione che Allàh e il Suo Messaggero ti hanno ordinato di fare con l’intenzione di avere una ricompensa che non sia il Volto di Allàh; e stai attento dall’ostentazione (ar-riya’) in quanto è il piccolo shirq[12], l’ostentatore il Giorno del Giudizio verrà chiamato dinanzi a tutta la gente con quattro nomi: o ostentatore, o traditore, o fajir, o perdente, sviato è il tuo operato, persa è la tua ricompensa, non hai nessuna ricompensa da noi, vai e prendi la tua ricompensa da chi operavi per lui, o falso.[13]
È stato chiesto ad alcuni saggi – che Allàh li usi misericordia – chi è il mukhlis (sincero)? Risposero: il mukhlis è colui che nasconde le proprie buone azioni (hasanat) come nasconde le sue cattive azioni (sayi’at). Venne chiesto ad altri di loro qual è la caratteristica dell’Ikhlas (sincerità)? Risposero: il non amare la lode della gente. Mentre il Fadil banu ‘ayad - che Allàh si compiaccia di lui - disse: ‘evitare un lavoro per paura della [lode della] gente è ostentamento (riya’), il lavoro con ostentamento per la gente è shirq (associazionismo), mentre l’ikhlas (devozione) c’è se Allàh ti preserva da queste due.’


[1] le ayat nel Sublime Corano che citano in vari modi l’associare altri ad Allàh (as-shirq) sono circa centosessantacinque ayah.
[2] Surat An-Nisa’ – 48, 116
[3] Surat Luqman, 13
[4] Surat Al-Ma’idah, 72
[5] Surat Al-Kahf, 110
[6] Riportato dal imam Ahmad da Ibnu Abbass e dal Bayhaqi; Almundariy disse di questo Hadith nel libro attarghib wa attrhib hatdith buono (jayid). Oltre ad essere riportato da altre fonti con diverse parole ma con un unico significato.
[7] Riportato da Ibnu Majid con giusti riferimenti (musnad sahih) e da Muslim con la sola omissione dell’ultima parte ‘e io da questa mi dissocio’.
[8] Riportato da Iben Majid, dal imam Ahmad, dal Tabarani e dal Hakim; riportato anche dal Bayhaqi e da Iben Mardawih con diverso riferimento.
[9] Ibnu Hujrah disse nel libro alZawajir che queste sono parole di alcuni saggi e che non è nei ahadith del Nobile Profeta sas.
[10] Surat Al-Furqan, 23
[11] Riportato da At-Tabariy, da Abu Na’im e dal Baihaqi e da altri.
[12] Cioè è un modo di associare nelle azioni altri fini all’unico fine ovvero l’ottenere la ricompensa da Allàh e da nessun altro che Egli swt.
[13] Riportato da Iben Abi Ad-Dunya riferito da Jabla Alyahsibi riferito da sahibiy ed è debole di referenziati.

mercoledì 12 marzo 2008

Testimonianze

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

La testimonianza del grande orientalista francese “Gustave Le Bon”.

“Muhammad[1] sopportava i maltrattamenti e le sofferenze con serenità e grande pazienza”. “Muhammad trattava con saggezza e tolleranza i Qurashiti, rimasti i suoi nemici per 20 anni. Li aveva salvati con grande difficoltà dalla rivolta dei suoi Compagni, si limitò a cancellare le immagini nella Ka’aba e a purificarla dai 360 idoli, che ordinò di gettare e distruggere. Quindi proclamò la Ka’ba santuario dell’ Islam, quale è tutt’ora a partire da quel momento”.
“Se gli uomini venissero valutati attraverso le loro nobili azioni, si potrebbe affermare che Muhammad è il più grande uomo che la storia abbia mai conosciuto”.

La testimonianza del grande orientalista francese “Gustave Le Bon”.

“Conquistando Gerusalemme Omar Ibn Al-Khattab mostrò grandissima tolleranza verso la loro gente, in ambito di religione, denaro e abitudini. A loro spettava pagare solamente una piccola tassa. Gli arabi espressero questa tolleranza anche nei confronti delle città siriane. Presto tutti gli abitanti accettarono con serenità il modo di governare degli arabi; molti di loro si convertirono all’Islam dal cristianesimo ed impararono perfino la lingua Araba”.
“Salah Eddin
[2] fu molto lontano dall’imitare il comportamento dei crociati che massacrarono sistematicamente i musulmani; si limitò solamente a richiedere una tassa di importo molto piccolo, vietando ogni saccheggio.”
“Oltre che per la tolleranza, gli arabi in Spagna erano noti per il loro comportamento cavalleresco. Queste sono le leggi della cavalleria: trattare i deboli con gentilezza e misericordia, rispettare la loro parola, i loro beni...
È veramente un peccato che i popoli cristiani non siano arrivati ad avere quel grado di tolleranza, quel rispetto per le religioni altrui, senza mai tentare di imporre un credo con la forza.”

La testimonianza del noto scienziato britannico "Sir. Arnold Walker Thomas".

“Muhammad ottenne una leadership per un periodo che avrebbe potuto essere accessibile per qualsiasi altro leader indipendente. L’unica differenza era che il legame religioso tra i musulmani era al pari del legame di sangue. Nello stesso tempo instaurò un sistema politico completamente distinto da qualsiasi altro.”
“L'imposizione della tassa sui cristiani non era considerata – come alcuni ricercatori vogliono farci credere – una sorta di punizione per avere rifiutato di accettare l’Islam; usavano pagare questa tassa come gli altri non musulmani, la cui religione impediva di arruolarsi nelle truppe dei musulmani. Così essa era versata in cambio della protezione da parte di questi ultimi.”

La testimonianza del noto scienziato britannico "Sir. Arnold Walker Thomas".

“Dagli esempi dati sopra di tolleranza verso i cristiani arabi da parte dei musulmani vittoriosi del primo secolo dopo l’Egira[3] e perseguito anche dalle generazioni successive, possiamo certamente dedurre che le tribù cristiane che abbracciarono l’Islam, lo fecero per scelta loro e libera determinazione. I cristiani arabi che vivono oggi tra i musulmani, sono una testimonianza di questa tolleranza”.
“…Non abbiamo mai sentito di nessun tentativo di un piano preparato per costringere i non musulmani ad accettare l’Islam, o di qualsiasi persecuzione organizzata con l’obiettivo di sterminare il cristianesimo. Se i Califfi avessero optato per quel piano, avrebbero cancellato facilmente il cristianesimo come avvenne per l’Islam in Spagna durante il regno di Ferdinando e Isabella, o con lo stesso metodo utilizzato da Luigi XIV che puniva con la morte i protestanti in Francia, o ancora con lo stesso comportamento tenuto dalla Gran Bretagna che tenne gli ebrei distanti per 350 anni. Le chiese orientali in Asia si sono distaccate completamente dal regno cristiano, che le aveva abbandonate considerandole sette eretiche; di conseguenza, solo il fatto che queste chiese esistano ancora oggi è una prova schiacciante che testimonia la politica di tolleranza adottata dei vari governi musulmani verso i non musulmani”.

La testimonianza del grande poeta francese "Alphonse de Lamartine".

“Chi oserebbe paragonare i grandi della storia a Muhammad? I personaggi più famosi hanno solamente fabbricato armi, istaurato leggi, consolidato imperi. Hanno ottenuto poteri materiali che spesso si sgretolavano davanti ai loro occhi. Quest’uomo non smosse solamente truppe, leggi, imperi, popoli, ma milioni di persone che all'epoca costituivano un terzo degli abitanti del mondo; smosse gli altari, gli dei, le religioni, le idee, i credo e le anime.
Considerando i criteri con i quali si misurano i grandi dell’umanità, dovremmo domandarci: esiste veramente qualcuno più grande di lui?”

La testimonianza del grande scrittore inglese "George Bernard Show".

"Muhammad fu l’anima della misericordia, la sua influenza è sopravvissuta attraverso il tempo. Non c’è nessuno fra quelli che vissero con lui, né fra quelli che hanno vissuto dopo che l’abbia dimenticato".

La testimonianza del grande scrittore inglese "George Bernard Show".

“È la religione della democrazia e del libero pensiero, la religione dei saggi; secondo la mia conoscenza non esiste una religione con un sistema sociale sano come quello chi si basa sulle regole e sugli insegnamenti dell’Islam. L’islam è l’unica religione che mi sembra possegga questa capacità di assimilare le fasi dei cambiamenti dell’esistenza, che la rende applicabile in ogni epoca ”.

“ L’ho studiato – il meraviglioso uomo e nella mia opinione ben lungi dall’essere un anti-Cristo, dovrebbe essere chiamato “il salvatore dell’ umanità”.”

“Uno studioso ha un grande bisogno di un uomo che pensa come Muhammad, questo Profeta che ha permesso a questa religione di godere di tanto rispetto e stima; è la più forte religione, capace di digerire le civiltà, e per sempre. Vedo che molti si sono convertiti con convinzione, e credo che questa religione conoscerà la sua gloria in questo continente (cioè l’Europa).”
“Credo che se un uomo come lui avesse assunto la guida del mondo moderno, avrebbe avuto successo nel risolvere i suoi problemi, in un modo che avrebbe recato più pace e serenità.”

La testimonianza del grande scrittore inglese "Thomas Carlyle".

“I fanatici e gli atei osano sostenere che lo scopo di Muhammad era la ricerca della fama personale, della lussuria e del potere. In verità il cuore di questo povero, stremato dalla fatica, dagli occhi lucenti e grande spirito, era pieno di misericordia, bontà, tenerezza, lealtà e saggezza. Le sue idee erano molto lontane dall’avidità e le sue intenzioni non erano dirette al raggiungimento del potere e della fama.”

“Rudi segni di genio poetico, di qualunque cosa è migliore e vera, sono visibili in questo uomo. Un forte illetterato intelletto; percezione, cuore; un forte uomo selvaggio, che poteva essere, se lo desiderava, un poeta, un cavaliere, un re, o un qualsiasi altro eroe.”

La testimonianza del grande orientalista americano "Washington Irving".

“Il suo trionfo militare non destò in lui né orgoglio né vanagloria, come sarebbe accaduto nel caso di uno scopo egoistico. Nell’epoca del suo grande potere ha mantenuto la stessa semplicità di modi che gli apparteneva al tempo delle avversità. Molto distante da affettazione regale, si dispiaceva se, entrando in una stanza, un segno inusuale di rispetto gli veniva mostrato.”

La testimonianza del grande novellista tedesco " Wolfgang Goethe".

“Ho cercato attraverso la storia il modello ideale di uomo, e non ho trovato altri che il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui).”

La testimonianza del famoso storico americano,“Will Durant”.

”Se misurassimo la grandezza tramite l’estensione dell’influenza lasciata dai grandi uomini nei cuori delle persone, vedremmo che Muhammad è stato uno dei più grandi uomini mai conosciuti nella storia dell’umanità”.

La testimonianza del famoso storico americano,“Will Durant”.

“Alla gente del Libro - cristiani, zoroastriani, ebrei e sabei - il califfato Ummayyde offriva un grado di tolleranza a mala pena raggiunto dai paesi cristiani di quei tempi. Avevano libertà di culto, mantenendo le loro chiese e templi”. “Infatti, fino al terzo secolo dopo l’Egira, l’effettiva maggioranza dei paesi del Levante rimase cristiana. Gli storici raccontano che nell’impero Islamico, all’ epoca di Ma’mùn (813-833), vi erano 11,000 chiese, molte sinagoghe e templi degli adoratori del fuoco. I cristiani erano liberi di celebrare le loro festività in pubblico, e i pellegrini – cristiani - andavano tranquillamente a visitare i loro mausolei in Palestina. Anzi, i musulmani fecero ancora di più per garantire la sicurezza ai cristiani: nel nono secolo d.C. il governatore di Antiochia assunse una guardia speciale per evitare che le diverse sette cristiane si uccidessero tra di loro dentro le chiese. Nei monasteri invece, si diffusero fra i monaci i lavori agricoli e quelli per la bonifica del terreno, e gli arabi ammiravano il lavoro che svolgevano in quei settori. Col passare del tempo, anche i non-musulmani adottarono la lingua araba come lingua madre, indossarono vestiti arabi e finirono con il convertirsi all’Islam e seguire la legge del Corano.”

La testimonianza dello scienziato americano contemporaneo“Michael Hart” .

“La mia scelta di porre Muhammad a capo della lista dei personaggi più importanti della storia, ha forse sorpreso molti lettori a tal punto di sollevare alcune domande. Ma Muhammad fu l’unico uomo nella storia ad avere avuto, in modo così palese e sublime, successo sia nella vita pratica che in quella religiosa.”

La testimonianza del famoso intellettuale politico siriano Fares “Al-Khuri” .

“Muhammad fu il più grande fra i grandi uomini della storia. Non ne è stato conosciuto ancora uno simile. La religione che portò a compimento e completò tutte le altre religioni.”

“Sono convinto che non è possibile combattere le ideologie negative che inacciano il Cristianesimo e l’Islam se non con l’Islam stesso. Solo questo farà fronte al comunismo e lo sopraffarà: le verità dell’Islam distruggono le falsità di queste ideologie”.
“Credo nell’Islam; e nella sua validità come riforma per la società araba; nella sua forza nel riuscire a far fronte a tutti i principi e alle teorie estranei, qualunque sia il numero dei loro seguaci e promotori. Ho sempre detto e continuo a dire: non si può combattere in modo serio il socialismo e il comunismo se non con l’Islam. E solo esso (l’Islam) può sconfiggerli”.
“Chi può avere la coscienza in pace, sapendo che la depravazione e la corruzione sono talmente diffuse nel proprio paese che è ormai difficile abolirle? E chi può negare che si può affrontare questa corruzione unicamente tramite una legge che origina dalla propria stessa nazione?

Il contemporaneo orientalista inglese “William Montgomery Watt” .

“Spero questo studio sulla vita di Muhammad riesca a ravvivare di nuovo l’interesse nel più grande di tutti gli uomini.”
Dice inoltre: “La prontezza di quest’uomo a subire persecuzioni per il suo credo, l’alta moralità di coloro che credettero in lui, lo seguirono e che lo riconobbero come loro capo, oltre all’assoluta grandiosità delle sue conquiste, dimostrano l’integrità basilare
del suo carattere.”
“Nelle statistiche dei missionari, si dà molta importanza al numero dei convertiti al cristianesimo, nonché a quello dei membri che frequentano le chiese locali..
In ciò, il Cristianesimo si pone al limite della contraddizione con l’Islam. Nonostante quest’ultima sia una religione che è anche missionaria come il Cristianesimo, si vanta meno dei suoi convertiti.
La società islamica attira molte persone all’Islam per il semplice fatto che le accetta come fratelli “nell’ Islam”. E questo è un atteggiamento che appartiene a chi è sicuro della propria religione. Sicurezza che non ha bisogno di venire confermata con i numeri delle statistiche. Mentre i cristiani occidentali vivono una crisi di scarsa fiducia in se...”

La testimonianza del grande leader indiano “Mahatama Ghandi” .

“Sono ormai estremamente convinto che l’Islam conquistò questa sua posizione non con la spada, bensì con la semplicità del suo Profeta, la sua precisione, la sua scrupolosità nel mantenere le promesse, la sua onestà, la sua devozione e lealtà verso i propri compagni e seguaci, il suo coraggio insieme all’assoluta fede nel proprio Signore e nella propria missione. Questo e non la spada condussero a loro, e gli permisero di superare le difficoltà.”

“Dopo aver finito di leggere la seconda parte della biografia del Profeta, mi sono rattristato non trovando altro da leggere sulla sua grandiosa vita.”

La testimonianza dell’orientalista inglese “Bosworth Smith”.

“Tutta la vicenda di Muhammad dall’inizio alla fine conferma che veramente era il Messaggero di Dio.”
“Muhammad fu Cesare e Papa nello stesso tempo. Ma fu Papa senza l’arroganza del Papa, Cesare senza le legioni di Cesare; senza grandi eserciti, né guardie personali, né palazzi grandiosi e neppure retribuzione fissa.
Se c’è stato un uomo che ha avuto la facoltà di dire che ha governato con diritto divino, questo fu Muhammad, che riuscì a tenere in mano il potere senza disporre dei Suoi strumenti e senza il Suo supporto”.

La testimonianza dello scrittore russo mondiale “Leo Tolstoy”.

“Non ci sono dubbi sul fatto che il Profeta Muhammad fu uno dei grandi riformatori che rese un grande servizio alla società umana. È sufficiente dire che ha guidato un’intera nazione verso la luce della verità, e che l’ha resa incline alla tranquillità ed alla pace, e preferito una vita di ascetismo, che ha prevenuto spargimenti di sangue e sacrifici umani; ha mostrato loro la strada verso il progresso e lo sviluppo. Questo fu un grande conseguimento che può ottenere soltanto una persona a cui è stata data la forza. Un uomo del genere merita rispetto ed onore”.

La testimonianza del giornalista tedesco "Fried von Bismark".

"Presumo che Muhammad sia un eccellente modello; non c’è modo di poterne ritrovare uno simile ."

" L'umanità ha visto un grande modello in te solamente, e mai più troverà nessun altro come te di nuovo."

La testimonianza del famoso storico belga "George Sarton".

"Insomma: il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) giunse con una religione monoteista nove secoli prima che qualcuno adottasse tale idea nel cristianesimo... Mai nessun Profeta collezionò una somma di vittorie come fece Muhammad”.

La testimonianza del famoso storico belga "George Sarton".

“Le conquiste arabe non furono mai il risultato di duelli tra i berberi e i combattenti locali, i quali soffrivano di un forte deterioramento della loro civiltà. Era prima di tutto un conflitto tra una nuova religione e una nuova cultura emergente, e tra inconsistenti e corrotte culture in secondo luogo. Il credo cristiano era già stato scosso da dispute teologiche che perdurarono per molti secoli. Di conseguenza, i cristiani nel Medio Oriente accolsero bene i conquistatori musulmani che li salvarono dalla tirannia della chiesa ortodossa”.

La testimonianza del grande orientalista inglese "Alfred Gume".

"Gli arabi vennero accolti cordialmente soprattutto in Egitto, in Siria e in Iraq perché avevano completamente eliminato l'estorsione imperiale e salvato i cristiani dalla terribile pressione di cui soffrivano a causa del governo centrale. In tal maniera, dimostrarono che erano consapevoli dei sentimenti e dello stato d'animo locale più dei beduini stessi."

La testimonianza del Papa egiziano ortodosso, il Patriarca “Schenouda".

"I copti – all'ombra della legge islamica- divennero più felici e più sicuri; furono così anche in passato, quando prevaleva la legge islamica. Siamo pronti a vivere all’ ombra dell’ equità islamica. L'Egitto sta importando le leggi dall'estero e le applica su di noi, visto che noi non adottiamo le leggi dell'Islam. Allora come possiamo accettare le leggi straniere e non accettare quelle dell'Islam?"

La testimonianza del famoso scienziato ortodosso egiziano "Anba Gregarious".

"Le minoranze non musulmane, specialmente i cristiani, sotto le leggi islamiche hanno goduto della libertà, della pace, della sicurezza nelle loro religioni e nei loro beni."

La testimonianza del grande storico inglese ebreo "Bernard Lewis".

"I contadini nelle regioni invase dai turchi, godettero di un sostanziale miglioramento a livello economico. Il governo dell'impero ottomano, sostituì al disordine e al conflitto la sicurezza e l’unità. I contadini godettero di più libertà rispetto a prima nella gestione dei loro campi, le tasse venivano determinate con indulgenza, e venivano raccolte con umanità.
Al termine dell’autorità ottomana in Europa, le nazioni cristiane governate dagli ottomani per diversi secoli possedevano ancora le loro lingue, culture, religioni ed avevano – in un certo qual modo - le loro istituzioni. Tutto ciò rimase intatto e predisposto per riprendere l’ attività nazionale indipendente. Quanto alla Spagna e alla Sicilia, ora non ci sono più musulmani o persone che parlano l'arabo."

La testimonianza della famosa arabista tedesca "Sigrid Hunke".

"Mentre il Cristianesimo visse sotto l'autorità islamica per lunghi secoli in Andalusia, in Sicilia e nei Balcani, la vittoria del Cristianesimo sull'Islam in Andalusia significò scacciare i musulmani e gli ebrei, perseguitarli e costringerli alla conversione al cristianesimo, nonché riprendere l'attività dell’ Inquisizione.

Quando Saladino riconquistò Gerusalemme, che i crociati avevano occupato in precedenza, e che sparsero con ferocia il sangue del proprio popolo in un massacro mai visto prima, non sparse a sua volta il sangue dei cristiani per vendetta, anzi li trattò con grande umanità e generosità, mostrando loro il vero spirito della cavalleria. La cavalleria cristiana - al contrario di quella islamica- non ebbe alcun riguardo verso la parola d’ onore e i prigionieri di guerra.
Dopo che il re Riccardo Cuor di Leone giurò sul proprio onore che la vita di tre mila prigionieri arabi era al sicuro, subitaneamente cambiò idea e ordinò di massacrarli tutti."

La testimonianza del grande scienziato italiano “Francesco Gabrieli”.

“Riguardo alla dominazione arabo-islamica in Sicilia e alle tracce che ci ha lasciato, possiamo notare, dal punto di vista italiano ed occidentale, che sembra essere stata positiva ed utile dal momento che portò vita nuova nella disperata Sicilia bizantina.”

“L’origine islamica di molte industrie ed arti si può notare da molte parole usate fino al giorno d’oggi, come per esempio il soprannome arabo del mulino, ovvero: Ma'assarah. La presenza islamica inoltre ha influenzato considerevolmente l’agricoltura. L’introduzione di nuove tecniche e coltivazioni permise all’economia locale di prosperare. Alcuni di questi prodotti, il limone in particolare, costituisce anche al giorno d’oggi una delle fondamenta dell’economia siciliana.”

La testimonianza del famoso orientalista francese “Maxime Rodinson”.

“In Italia, i popoli di molte regioni comunicarono ai loro governi tiranni che avrebbero accolto volentieri la conquista ottomana, come avevano fatto alcuni popoli cristiani dei balcani. I seguaci di John Calvin (1509-1564) in Ungheria, Transilvania, i Protestanti di Silesia, e gli antichi fedeli della Russia, fecero ricorso alla Turchia per sfuggire dalla persecuzione cattolica od ortodossa, come fecero gli ebrei spagnoli due secoli prima.

L’accumulo di informazioni corrette sull’Islam e sulle sue origini, nonché sui musulmani, l’incremento dei contatti politici e commerciali, il risultante apprezzamento e comprensione per i movimenti scientifici e le correnti filosofiche provenienti dai paesi islamici, tutti questi fattori accelerarono la lenta interna evoluzione della mentalità occidentale d’allora, portandola ad un cambiamento della sua visione del mondo esterno.”

La testimonianza del grande storico tedesco “Adam Mez”.

"Lo stato islamico non interveniva nei processi dei non musulmani presso i loro tribunali. Le loro leggi non si limitavano solo alle questioni di matrimonio, bensì includevano anche quelle dell’eredità, e la maggior parte degli attriti che riguardavano solo i cristiani”..
“Nelle antiche città islamiche, non esistevano quartieri riservati unicamente agli ebrei o ai cristiani - anche se i seguaci di una determinata religione preferivano vivere vicini -. I monasteri cristiani erano così diffusi in tutta Baghdad al punto tale che se ne trovavano ovunque”.
“La legge islamica proibì i metodi cruenti durante la raccolta dei pagamenti tributari. l’Islam proibì, inoltre, i vecchi metodi di tortura e di chiedere alla gente ciò che era oltre le loro capacità. Il pagamento tributario solitamente veniva versato a rate, e in Egitto tutti i cristiani europei e i monaci patriarchi venivano esentati dal pagare le tasse”.

“Tra le cose che stupiscono, c’è il grande numero di operai e dei responsabili non musulmani nello stato islamico”.

Il famoso storico libanese cristiano “Philip Hitti”.

“Nel 628 Muhammad guidò un corpo di 1400 credenti nella sua città di nascita, e pretese il patto in cui i meccani e i musulmani sarebbero stati trattati a pari condizioni. Questo patto praticamente concluse il conflitto fra Muhammed e la sua gente, i Quraish. Fra altri membri di questa tribù, Khalid Ibnul Walid e Amru Ibnul ‘As, destinati a diventare le due più forti spade fra i militanti dell’ Islam, venivano ricevuti in questo periodo come reclute per la grande causa. La conquista della Mecca venne completata due anni dopo (verso la fine di Gennaio 630 d. C., anno lunare 8 dell’Egira). Muhammad entrò nella Ka'ba e distrusse gli idoli, di cui si racconta che fossero quasi trecentosessanta. Indicando questi idoli con un bastone in mano, Muhammad disse:” "è giunta la verità, la falsità è svanita. Invero la falsità è destinata a svanire" [TSC[4], Sura XVII, verso 81].
Le persone stesse, comunque, vennero trattate con speciale magnanimità. È raro trovare nella storia antica un esempio simile di entrata trionfale.

La testimonianza della famosa scrittrice inglese “Karen Armstrong”.

“Dopo la conquista della Mecca, il Profeta non voleva versare sangue per vendetta né impose a nessuno di convertirsi all'Islam. Anzi nessuno sentì di essere stato messo sotto pressione affinché si convertisse. Muhammad non voleva costringere la gente, bensì riconciliarsi con loro.”

“Il suo obiettivo andando alla Mecca, non era quello di castigare i Quraish, ma di eliminare la religione del politeismo che venne meno alle loro esigenze. Dopo di che, concesse un’amnistia generale”

"L'immagine fantasiosa che Salman Rushdie diede del Profeta, era quella di un uomo dal sangue freddo, cuore crudele e amante della vendetta. Ritratto lontanissimo dalla verità".

"Se dovessimo guardare a Muhammad come facciamo con gli altri grandi personaggi storici, lo giudicheremmo di sicuro come uno dei più grandi geni che la storia abbia conosciuto”.

La testimonianza del grande orientalista inglese “William Muir”.

“Tra le ammirevoli qualità di Muhammad , ci fu la gentilezza ed il rispetto con cui si rivolgeva ai suoi compagni. La modestia, la gentilezza, la pazienza, l’abnegazione e la generosità contrassegnarono il suo animo, stabilendo amore nel cuore di tutti coloro che lo circondavano. Trattò con una gentile e talvolta amichevole considerazione perfino i suoi nemici più accaniti. Non meno marcata fu l’indulgenza mostrata verso Abdullah e i cittadini ostili di Medina, che per molti anni contrastarono persistentemente i suoi progetti e resistettero alla sua autorità, nonché la clemenza con la quale ricevette la sottomissione delle tribù che in precedenza furono le più ostili, perfino nel momento della vittoria.”

“Le qualità di Muhammad superano ogni descrizione. Si possono ben constatare leggendo attentamente la sua gloriosa storia. Quella stessa storia che lo pose in testa alla classifica dei Profeti ed intellettuali del mondo.”

La testimonianza dell'ex primo ministro indiano “J. Lal. Nehru”.

“Muhammad, come i fondatori delle altre religioni, era indignato dai tanti costumi e tradizioni che prevalevano durante l’epoca in cui visse e operò, e la gente accettava la religione alla quale lui chiamava, provenendo perfino dalle regioni vicine, per la sua semplicità, apertura ed equità, visto che soffrirono a lungo a causa dell’ ingiustizia di re e sacerdoti. Questi popoli erano stanchi dei vecchi regimi, ed aspiravano ad uno nuovo. L'Islam era la loro occasione d’oro, visto che migliorò la maggior parte dei loro affari e li salvò dall'incubo dell’ingiustizia e dell’oppressione.”

[1] Pace e benedizione su di lui. (Nota del traduttore).
[2] Noto con il nome italianizzato “Saladino” (Nota del traduttore).
[3] Emigrazione del Profeta Muhammad e dei suoi compagni da Mecca a Medina. Ciò avvenne nel 622 D.C (nota del traduttore).
[4] TSC= traduzione del significato del Corano. Questa è la traduzione del significato concordato fino adesso del versetto indicato nella Sura. La lettura della traduzione del significato del Corano, con qualsiasi lingua, non può sostituire mai la sua lettura in lingua araba, poiché questa è la lingua in cui è stato rivelato.




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sabato 8 marzo 2008

Sulla Legge di Allàh - Parte II

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Perché Allàh ha dovuto quindi mandare altri libri e altri profeti?

Allàh l’Altissimo, poiché Egli è l’Onnisciente e fuori dalla dimensione spazio temporale, ci informa scientificamente della storia dei popoli che ci hanno preceduto. Dal Profeta Adamo, padre della creatura umana passando per i nostri giorni e fino agli ultimi uomini, Allàh ci informa che l’uomo dimentica troppo in fretta ed è soggetto alla continua modifica e influenza da parte di interessi e egoismi personali di determinati ceti.
La sociologia va di pari passo con l’Islàm affermando che tutte le società sono dinamiche e mai statiche, anche laddove si può pensare che erano statiche esse si evolvevano, ciò che differisce difatti è la velocità con cui mutano nel tempo. Così e come d’accordo con la sura coranica sopra citata relativa alla perdita della dignità dell’uomo con il passare del Tempo (tranne coloro che credono e compiono il bene, vicendevolmente si raccomandano la Verità e vicendevolmente si raccomandano la pazienza) l’uomo, o meglio una ristretta cerchia che riflette il frutto del flusso di potere delle epoche, ha sempre più preso posizioni a proprio vantaggio senza badare al messaggio originario. La storia ci ha sempre dato prova di questo malato processo che ha visto e vede tutto’ora coloro che detengono il potere economico, o religioso, o intellettuale, o culturale, o statale,o massmediatico … e che variano a seconda delle epoche ma che rimangono riconoscibili in base alla loro grande influenza sulle masse spesso incolte, esercitare questo stesso potere in una alleanza minoritaria oligarchica che ha come unico obbiettivo quello di preservare il potere nelle loro mani.
Di questi Allàh l’Altissimo ci informa dicendo:

I miscredenti dicono: “Non crederemo mai in questo Corano e neppure a ciò che lo precede”. Se potessi vedere quando gli ingiusti saranno davanti al loro Signore, immobili s'interpelleranno gli uni con gli altri. E coloro che erano considerati deboli diranno a quelli che erano tronfi d'orgoglio: “Se non fosse stato per voi, certamente avremmo creduto”. (31) E quelli che erano tronfi d'orgoglio diranno a coloro che consideravano deboli: “Vi abbiamo forse impedito [di seguire] la retta via dopo che essa vi giunse? No, anche voi siete stati colpevoli”. (32) E coloro che erano considerati deboli diranno a quelli che erano tronfi d'orgoglio: “No, furono le vostre perfidie, di giorno e di notte, quando ci ordinavate di disconoscere Allah e attribuirGli consimili!”. Celeranno il loro rimorso quando vedranno il castigo, [perché] porremo i gioghi al collo dei miscredenti. Saranno compensati per altro che per le opere loro? (33) Non mandammo un ammonitore a una comunità senza che coloro che vivevano nell'agiatezza dicessero: “Non crediamo in ciò per cui siete stati inviati”. (34) Dissero: “Abbiamo ricchezze più grandi e figli, quindi non saremo castigati”. (35) Di': “In verità il mio Signore concede generosamente a chi vuole e lesina a chi vuole, ma la maggior parte degli uomini non lo sa”. (36) I vostri beni e i vostri figli non vi potranno avvicinare a Noi, eccetto per chi crede e compie il bene: essi sono coloro che avranno ricompensa raddoppiata per quel che facevano: saranno al sicuro negli alti livelli [del Paradiso]. (37)

Allàh l’Altissimo ci ha riportato quindi anche notizie sulle continue modifiche apportate da parte delle varie comunità sui sacri libri che l’Altissimo ha fatto scendere sui suoi Profeti e Messaggeri. Tantissime volte l’uomo si è corrotto dalla Via originaria sicché da rendere necessario la rinnovazione del Messaggio tramite profeti e libri che portavano conferma della scrittura che la precedeva e ormai alterata, ponendo altresì anche nuove imposizioni che completavano le precedenti. Il processo di alterazione continuò fino a toccare il Sacro Libro dato al Profeta Gesù figlio di Maria, qui e dopo che alcuni ceti religiosi hanno alterato il Messaggio portando alla più grande bestemmia e oltraggio fatto dall’uomo verso il suo Creatore, ovvero del concepimento di Allàh l’Altissimo di un figlio, mentre Egli E’ Allàh l’Unico, (1) Allàh E’ l’Assoluto, (2) Non ha generato, non è stato generato, (3) e nessuno è uguale a Lui (4). [Sublime Corano:CXII]
Per mostrare la gravità delle loro menzogne dice l’Altissimo:

Dicono: “Allah Si è preso un figlio”. (88) Avete detto qualcosa di mostruoso. (89)Manca poco che si spacchino i cieli, si apra la terra e cadano a pezzi le montagne, (90)perché attribuiscono un figlio al Compassionevole. (91)Non si addice al Compassionevole, prenderSi un figlio. (92)Tutte le creature dei cieli e della terra si presentano come servi al Compassionevole. (93) Egli li ha contati e tiene il conto, (94) e nel Giorno della Resurrezione ognuno si presenterà da solo, davanti a Lui. (95) [Sublime Corano:XIX].

Il Sublime Corano viene per confutare tutto ciò che lo ha proceduto di errato correggendo le deviazioni e le innovazioni introdotte dall’uomo nella Sua legge. Difatti, molti possono pensare che anche questo libro durante i 1400 anni possa aver subito delle modifiche, ma questo è privo di fondamento per due motivi essenziali. Il primo è che questo libro da quando è stato rivelato e poi trascritto (cioè dal terzo Califfo ben Guidato) a oggi non se ne trovano modifiche. Esiste una sola copia del Sublime Corano, diversamente da tutti gli altri libri antichi e che tramandati oralmente (e anche scritti) se ne trovano più di una versione. Mentre il secondo e sufficiente motivo è che Allàh stesso dice di quello che è riportato nel Sublime Corano che: Noi abbiamo fatto scendere il Monito, e Noi ne siamo i custodi. (9) [S.C.:XV](dove il Monito è inteso il Sublime Corano).

(Vedi Parte I)

martedì 4 marzo 2008

Sulla Legge di Allàh - Parte I

Nel nome di Allàh il Misericordioso il Clementissimo


Nella storia, l’uomo si è trovato a dover affrontare l’organizzazione della propria vita secondo dei codici di condotta. Sviato dal regolamento iniziale, quello datogli dal Creatore, si è trovato ad ingegnarsi per poter stabilizzare la sua esistenza. La linea di condotta iniziale gli fu assegnata in seguito alla sua creazione. Di fatti, ogni cosa che è stata creata, lo è stata per un motivo, così come Allàh l’Altissimo ci informa nella Sua Parola transustanziata nei significanti della lingua araba e nei fonemi di questa lingua. Egli l’Altissimo dice:

Non è per gioco che creammo il cielo e la terra e quel che vi è frammezzo. (16)Se avessimo voluto divertirci, lo avremmo fatto presso Noi stessi, se mai avessimo voluto farlo. (17)
[Sublime Corano:XXI ]

E ancora:

Ogni cosa creammo in giusta misura(49) [Sublime Corano: LIV].

Ogni creazione, dopo essere stata creata, gli fu assegnato un codice di condotta, un regolamento, una norma, una legge che la regoli, sia essa macro che microscopica: il cielo, l’universo con i suoi pianeti, le sue stelle, le sue galassie … la cellula, l’atomo, il nucleo, l’elettrone … tutto, senza esclusione hanno avuto questo regolamento che ha la caratteristica di essere eterno. Tutto il creato, che non è uomo, ubbidisce meccanicamente a ciò per cui è stato creato. La creatura umana, dopo aver adoperato con le leggi dategli dal creatore e poiché il suo destino ultraterreno lo differenzia da tutto il resto della creazione, con il tempo si è allontanato da queste leggi e ha cominciato a modificarle e sostituirle dicendo:

Ci viene promesso questo, come già [fu promesso] ai nostri avi:non sono altro che vecchie storie”. (83)
[Sublime Corano:XXIII]

Allàh l’Altissimo giura sul Tempo dicendo:

Per il Tempo! (1) Invero l'uomo è in perdita, (2) eccetto coloro che credono e compiono il bene, vicendevolmente si raccomandano la verità e vicendevolmente si raccomandano la pazienza. (3)
[Sublime Corano:CIII].

Per ciò l’uomo è stato l’unico che gli è stato permesso di scegliere la sua strada, la sua linea di condotta: può attenersi alle leggi esistenziali dettati da Allàh l’Altissimo oppure decidere di deviare su un’altra linea di condotta che non sia quella originaria del Creatore.
Da qui, arriviamo alle varie scritture che contenegono le leggi di Dio. Dal zabur dato al Profeta Dawud (Davide), alla Torah data al Profeta Musa (Mosè), al Vangelo dato al Profeta ‘Isa ibnu Mariam Ali Imraàn (Gesù figlio di Maria dei Ali Imraàn), per arrivare in fine al Sublime Corano affidato al Profeta Muhammad – che la Pace e la Benedizione di Allàh siano su di loro.
I primi tre libri erano delle guide per le singole comunità su cui erano scese e per tutti coloro che ne aderivano al messaggio iniziale del tawhid (Unicità di Dio): non c’è nessun dio all’infuori di Allàh. I tre libri sono, contrariamente come alcuni credono, dettati dallo stesso Dio Uno, Unico e Unipersonale, lo stesso che ha concluso il messaggio mandando come guida il Sublime Corano. In quest’ultimo, difatti, Allàh l’Altissimo parla dei primi tre libri e dei Profeti venuti prima di Muhammad – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria – come libri mandati da Lui sui Suoi Profeti di cui il Sigillo è proprio il Profeta Muhammad – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria.

Ha fatto scendere su di te il Libro con la verità, a conferma di ciò che era prima di esso . E fece scendere la Torâh e l'Ingîl,(3 )in precedenza, come guida per le genti. E ha fatto scendere il Discrimine . In verità, a coloro che negano i segni di Allah, un duro castigo! Allah è potente e vendicatore.(4)Nulla di quel che è sulla terra o nei cieli è nascosto ad Allah.(5) E' Lui che vi plasma come vuole negli uteri. Non c'è dio all'infuori di Lui, l'Eccelso, il Saggio.(6) E' Lui che ha fatto scendere il Libro su di te. Esso contiene versetti espliciti , che sono la Madre del Libro, e altri che si prestano ad interpretazioni diverse. Coloro che hanno una malattia nel cuore, che cercano la discordia e la [scorretta] interpretazione, seguono quello che è allegorico, mentre solo Allah ne conosce il significato. Coloro che sono radicati nella scienza dicono: " Noi crediamo: tutto viene dal nostro Signore" . Ma i soli a ricordarsene sempre sono i dotati di intelletto. (7)
[Sublime Corano:III]

[Continua Allàh volendo]

domenica 24 febbraio 2008

COSTITUZIONE MEDINESE

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

1- Questo è un documento da Muhammad il Profeta (la pace e le benedizioni siano su di lui), che governa le relazioni tra i credenti musulmani di Quraish e Yathrib e coloro che li seguirono e lavorarono duramente con loro. Essi formano una sola nazione – ummah.

2- I Quraish emigranti continueranno a pagare il prezzo del sangue, secondo le loro attuali consuetudini.

3- In caso di guerra con chiunque, rilasceranno i loro prigionieri con gentilezza e giustizia comuni fra i credenti (non in accordo alle nazioni pre-islamiche dove i ricchi e i poveri venivano trattati in modi differenti).

4- I Bani Awf (tribù ebrea, ndt) stabiliranno il prezzo del sangue, fra di loro, in accordo alle loro attuali usanze.

5- In caso di guerra con chiunque, tutte le parti non musulmane rilasceranno i loro prigionieri con gentilezza e giustizia in accordo alle pratiche fra i credenti e non in accordo alle nozioni pre-islamiche.

6- I Bani Saida, i Bani Harith, i Bani Jusham e i Bani Najjar saranno governati sulla linea di cui sopra (sui principi di cui sopra).

7- I Bani Amr, i Bani Awf, i Bani Al Nabeet, e i Bani Al Aws saranno governati nella stessa maniera.

8- I credenti non mancheranno di riscattare i loro prigionieri che pagheranno il prezzo del sangue in loro favore. Pagare il prezzo del sangue sarà una responsabilità comune della ummah e non della famiglia dei prigionieri.

9- Il credente non prenderà lo schiavo liberato di un altro credente come suo alleato contro la volontà degli altri credenti.

10- I credenti, che temono Allah, si opporranno ai ribelli e a coloro che incoraggiano l'ingiustizia o il peccato, o l'ostilità o la corruzione fra i credenti.

11- Se qualcuno si renderà colpevole di uno qualsiasi fra questi atti, tutti i credenti si opporranno a lui perfino se egli fosse il figlio di qualcuno di loro.

12- Un credente non ucciderà un altro credente per la salvezza di un non credente (anche se il non credente è un suo parente stretto).

13- Nessun credente aiuterà un non credente contro un credente.

14- La protezione (quando è data) in Nome di Allah sarà comune. I più deboli fra i credenti potrebbero dare protezione (nel Nome di Allah) e sarà vincolante su tutti i credenti.

15- I credenti sono tutti amici l’uno con l’altro ad esclusione di tutti gli altri.

16- Quegli Ebrei che seguono i credenti saranno aiutati e trattati con equità (equità sociale, legale ed economica è promessa a tutti i cittadini leali dello stato).

17- Nessun Ebreo verrà offeso per il fatto di essere Ebreo.

18- I nemici degli Ebrei che ci seguono non verranno aiutati.

19- La pace dei credenti (dello stato di Medina) non può essere divisa (è o pace o guerra per tutti. Non può essere che una parte della popolazione sia in guerra con gli stranieri e l’altra parte in stato di pace).

20- Nessuna pace disgiunta sarà fatta da nessuno a Medina quando i credenti stanno combattendo per la causa di Allah.

21- Le condizioni della pace e della guerra e gli agi o le sofferenze che ne conseguono devono essere eque e giuste per tutti i cittadini allo stesso modo.

22- Quando si va fuori per una spedizione un cavaliere deve prendere con sè un suo compagno membro dell’esercito - condividere il suo mezzo di trasporto.

23- I credenti devono vendicare il sangue di un altro quando combattono sulla via di Allah (questa clausola era per ricordare a coloro in fronte a cui ci poteva essere meno durezza nella lotta che la causa di Allah era comune a tutti. Questo significava anche che anche se ogni battaglia sembrava essere un’ entità separata dalle altre, era in effetti parte della guerra, che colpiva indifferentemente tutti i musulmani).

24- I credenti (perché temono Allah) sono migliori nel mostrare fermezza, e come risultato ottengono guida da Allah a questo riguardo. Anche gli altri devono aspirare a raggiungere questo livello di fermezza.

25- A nessun non credente sarà permesso di prendere la proprietà dei Quraish (il nemico) sotto la sua tutela. La proprietà del nemico deve essere consegnata allo Stato.

26- Nessun non credente interverrà in favore di un Quraish (perché i Quraish, avendo dichiarato guerra, sono il nemico).

27- Se un non credente uccide un credente, senza un valido motivo, verrà in cambio ucciso, a meno che la famiglia più prossima sia soddisfatta (dato che potrebbe creare problemi di legge ed ordine ed indebolire la difesa dello stato). Tutti i credenti devono essere contro chi si comporta in una simile maniera errata. A nessun credente sarà permesso di proteggere un uomo di quel tipo.

28- Quando differite su qualcosa (riguardo a questo documento) la questione deve essere indirizzata ad Allah ed a Muhammad (pace e benedizioni su di lui).

29- Gli Ebrei contribuiranno alla guerra quando lotteranno a fianco dei credenti.

30- Gli Ebrei dei Bani Awf verranno trattati come un’unica comunità con i credenti. Gli Ebrei hanno la loro religione. Ciò verrà applicato anche ai loro schiavi liberati. L’eccezione saranno coloro che agiscono ingiustamente o peccaminosamente. Agendo in tal modo, essi fanno torto a sé stessi e alle loro famiglie.

31- Lo stesso si applica agli Ebrei dei Bani Al-Najjar, dei Bani Al Harith, dei Bani Saida, dei Bani Jusham, dei Bani Al Aws, dei Thaalba, dei Jaffna (un clan dei Bani Thaalba) e ai Bani Al Shutayba.

32- La lealtà dona protezione contro il tradimento (le persone leali sono protette dai loro amici contro il tradimento. Finchè una persona rimane leale allo Stato, è improbabile che soccomba all’ idea di essere un traditore. Egli protegge sé stesso dalla debolezza).

33- Agli schiavi liberati dei Thaalba verrà concessa la stessa posizione dei Thaalba. Questa posizione è per chiarezza nei rapporti e piena giustizia come per una giusta ed equa responsabilità per il servizio militare.

34- Coloro che sono alleati degli Ebrei riceveranno lo stesso trattamento degli Ebrei.

35- Nessuno (nessuna delle tribù che fanno parte del Patto) dovrà andare in guerra tranne che con il permesso di Muhammad (pace e benedizioni su di lui). Se una qualsiasi ingiustizia è stata commessa ad una qualunque persona o gruppo, potrà essere vendicata.

36- Chiunque uccida un altro senza preavviso (senza giusta causa) conduce sé stesso alla morte e a quella della sua famiglia, a meno che l’omicidio non sia avvenuto a causa di un torto che gli è stato fatto.

37- Gli Ebrei devono accollarsi le loro spese e i musulmani le loro.

38- Se qualcuno attacca qualcun’altro che fa parte di questo Patto, l'altra parte deve andare in suo aiuto.

39- Loro (le parti di questo Patto) devono cercare reciprocamente consigli e consultarsi.

40- La lealtà fornisce protezione contro il tradimento. Coloro che evitano la consultazione reciproca, fanno ciò a causa di mancanza di sincerità e di lealtà.

41- Un uomo non sarà ritenuto responsabile dei crimini del suo alleato.

42- Qualsiasi (ogni individuo o gruppo) sia in errore deve essere aiutato.

43- Gli Ebrei devono pagare (per la guerra) con i musulmani (questa clausola appare essere per occasioni in cui gli Ebrei non prendono parte alla guerra. La clausola n. 37 si occupa delle occasioni in cui essi vi prendono parte).

44- Yatrib sarà un Luogo Sacro per le genti di questo Patto.

45- Uno straniero (individuo) al quale è stata data protezione (da parte di chiunque appartenga a questo Patto) verrà trattato come un suo ospite (che gli ha dato protezione) fino a che (egli) non compia un danno o commetta un crimine. Coloro a cui è stata data protezione ma indulgono in attività contro lo Stato, saranno soggetti a punizioni.

46- Una donna verrà protetta solo con il consenso della sua famiglia (del suo tutore-una buona precauzione per evitare conflitti intertribali).

47- In caso di qualsiasi disputa o controversia che possa arrecare problemi, la questione deve essere riferita ad Allah ed a Muhammad (che Allah lo benedica e gli dia pace), il Profeta (che Allah lo benedica e gli dia pace) di Allah accetterà qualsiasi parte di questo documento, che è per (portare) compassione e bontà.

48- Ai Quraish ed ai loro alleati non verrà data protezione.

49- Le parti di questo patto sono legate fra loro, sono obbligate ad aiutarsi l'una con l'altra in caso di attacco su Yatrib.

50- Se loro (le parti che fanno parte del patto costituite da non musulmani) vengono chiamate per fare e mantenere la pace (all’interno dello Stato), devono farlo. Se una simile richiesta (di fare e mantenere la pace) è fatta ai musulmani, ciò deve essere fatto, tranne quando i musulmani sono impegnati in un combattimento sulla Via di Allah (in modo che nessun alleato segreto del nemico possa aiutare il nemico richiedendo ai musulmani di mettere fine alle ostilità sulla base di questa clausola).

51- Ognuno (individuo) avrà la sua parte (di trattamento) a seconda del gruppo al quale appartiene. Gli individui potranno beneficiare o soffrire per le buone o cattive azioni del gruppo al quale appartengono. Senza una regola simile, affiliazioni dei gruppi e disciplina non potrebbero essere mantenuti.

52- Gli Ebrei di Al Aws, inclusi i loro liberti (schiavi liberati, ndt), hanno la stessa posizione, come le altre parti del patto, fino a che rimarranno leali al patto. La lealtà è protezione contro il tradimento.

53- Chiunque agisca lealmente o in altro modo, lo fa per il proprio bene (o a proprio discapito).

54- Allah approva questo documento.

55- Questo documento non proteggerà (non sarà impiegato per proteggere) chi è ingiusto o commette un crimine (contro le altre parti del patto).

56- Se un individuo esce per combattere (in accordo con i termini di questo patto) o rimane nella sua casa, sarà salvo a meno che non abbia commesso un crimine o sia un peccatore (nessuno verrà punito per le sue capacità individuali per non essere andato fuori a combattere in accordo con i termini di questo patto).

57- Allah è il Protettore delle buone persone e di coloro che temono Allah, e Muhammad (che Allah lo benedica e gli dia pace) è il Messaggero di Allah (lui garantisce protezione per coloro che sono buoni e temono Allah).


TRADUZIONE TRATTA DA:
http://islamic-world.net/islamic-state/macharter.htm
Convoglio Italiano - Dar Al-Tarjama
tradotto dalla sorella Aisha e corretto dalla sorella Hanna

sabato 16 febbraio 2008

L’Imam Ahmad ibnu Hanbal

In nome di Allàh il Misericordioso il Clementissimo

Il suo nome è Ahmad ben Muhammad ben Hanbal ben Hilal ben Asad Ashaibany, nato nell’anno egirico 164 a Baghdad dove crebbe. Quando morì suo padre, mentre era ancora in tenera età, sua madre si promise di dargli la conoscenza, pertanto lo mandò ad apprendere le scienze teologiche. Imparò il Sublime Corano, le scienze della lingua e appena giunse a compiere i suoi quindici anni cominciò lo studio del Hadith così da memorizzarlo. Giunto ai venti anni, intraprese i viaggi in cerca del sapere e che lo videro diretto verso la città irachena del Kufa, poi verso la Mecca, Medina, lo Yemen per poi ritornare a Baghdad dove era conosciuto come uno dei migliori allievi dell’Imam Asshafi’i.
L’Imam è stato allievo anche di altri illustri sceicchi dell’Iraq, come Ibrahim ben Sa’id, Sufiyan ben ‘Aina, Yahya ben Sai’id e Abu Dawud Attiyalsy. Dopo aver dimostrato la sua superiorità nei confronti dei suoi colleghi nell’imparare la Sunna , presto divenne un personaggio indipendente intellettualmente, dando così inizio ad una sua scuola. Fece una notevole ricerca di Hadith componendo una raccolta tanto da permettergli di essere un riferimento nella citazione dei Hadith stessi e lo portò a scrivere poi il suo libro Almusnad che conteneva la raccolta di quarantamila Hadith. Allàh l’Altissimo ha favorito questo illustre Imam con una capacità mnemonica per la quale la gente si meravigliava. Disse L’
Imam Asshafi’i: sono andato via da Baghdad e non ho lasciato in questa città nessuno che abbia una conoscenza della giurisprudenza e del sapere in generale o una persona più pia … di ben Hanbal.
Viene anche riferito di lui che era un uomo deciso, paziente, con una visione ideologica ben definita e chiara, pronto a portare le sue forti dimostrazioni.
Nell’anno egirico 212, ci fu un grande problema dottrinale che vide il governatore ‘Abbas prendere posizione con l’erroneo parere che trattava il Sublime Corano come una creatura di Allàh privandolo della qualità di Parola di Allàh. Imam Ahmad prese la posizione veritiera contro questo parere fuorviante dalla Retta Dottrina tanto da costargli, come a molti altri scienziati, la privazione di insegnare e di tenere sedute di sapere. Conseguentemente nel 218 venne torturato e imprigionato da parte del vice-governatore Ishaq ben Ibrahim Alkhaza’i.
Preso poi per portarlo alla residenza del governatore, che si trovava nella periferia Baghdad, arrivarono trovando il governatore morto e al suo posto vi era il fratello Almo’tasim e che prese le stesse posizioni del fratello che lo ha proceduto. Ordinò quindi di imprigionarlo nuovamente e di torturarlo frustandolo e così fecero. Ogni qualvolta, si dice, che veniva colpito cadeva svenuto per la forza con cui veniva colpito. La prigionia e la tortura proseguirono per ben ventotto mesi e quando lo videro che non cedeva dalle sue posizioni venne fatto rilasciare e tornò a poter insegnare.
Nell’anno 227 morì il governatore Almo’tasim e prese il suo posto Alwàthiq bi Allàh che a sua volta ordinò di vietare che l’Imam possa entrare in contatto con la gente, vietandogli nuovamente di insegnare per oltre cinque anni fino a che il governatore morì anch’egli nel 232. Nello stesso anno ricoprì questa carica Almutawachil che prese le giuste posizioni e fece abolire questa falsa convinzione che coinvolgeva il Sublime Corano. Diede all’Imam Ahmad il giusto grado e lo accolse dandogli il suo sostegno. L’Imam Ahmad morì nell’anno 241, anno egirico.

Dopo la morte dello sceicco Ibnu Hanbal non vi era alcuno scritto relativo alla sua scuola e fu l’unico Imam dei quattro (Imam Malik, Imam Asshafi’i, Imam Abu Hanifa) che non non scrisse nulla circa la sua scuola. Infatti a differenza dei tre Imam, che fecero scrivere o scrissero direttamente il loro pensiero in libri che giunsero poi fino a noi, sul pensiero dell’Imam Ahmad ci è stato tutto tramandato da scritti dei suoi allievi tra cui lo sceicco Muhammad ben Isma’il Albukhary (che scrisse Assahih), lo sceicco Abubakr Ahmad ben Muhammad Hani’ Albaghdady, conosciuto come Alathram (ed è il più famoso scrittore che raccolse sull’Imam Ahmad ibnu Hanbal nel libro Assunan fi Alfiqh). Altri furono Abubakr Ahmad ben Khalal con il suo libro Aljàmi’ e che contiene ciò che hanno riportato gli allievi dell’Imam.

Che Allàh gli usi Misericordia e Si compiaccia di lui

giovedì 14 febbraio 2008

L'Imam Malek ibnu Anas

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Il suo nome è Malek ben Anas ben ‘Amer Alasaaby, abu AbdAllah ed è stato chiamato l’Imam della Casa dell’Egira (ossia di Medina). È nato nell’anno egirico 93 a Medina. Era un uomo alto, robusto, occhi azzurri, barba lunga ed era conosciuto già da bambino per la sua buona educazione, la pacatezza, la notevole velocità mnemonica e di comprensione. È uno dei quattro Imam che hanno iniziato le rispettive quattro scuole giuridiche.
Visse la sua intera vita a Medina, città dove scese parte della rivelazione, dove sono state imposte le regole e le norme dello Stato Islamocratico e luogo dove si sono radunati tutti i Compagni del Profeta – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria – e dopo di loro fu meta dei giuristi e degli scienziati. Si spostò una volta sola da questo luogo benedetto per andare a Mecca in osservanza del quinto pilastro dell’Islam: il pellegrinaggio.
Apprese un grande sapere dagli sceicchi di Medina e, all’età di diciassette anni, gli fu riconosciuto da questi la sua preparazione nella conoscenza dei hadith e della giurisprudenza; così da permettergli di cominciare già da subito ad insegnare. Disse lo stesso Imam, che Allàh si compiaccia di lui:”non mi sono seduto a fare fatwe finché settanta sceicchi mi attestarono che ne ero in grado”.
Lo sceicco Malek prese subito la qualità dell’Imam di Medina allorché tutti gli scienziati di Medina del suo tempo concordarono nella sua notevole devozione e conoscenza. Disse l’Imam Asshafi’i: Malek è una prova di Allàh sulla sua creatura. Disse Abderrahman ben Mahdi: non ho mai visto una persona più sapiente e saggia o più devota di Malek. Infine tutti gli Imam gli testimoniarono la sua qualità dicendo: nessuno puo’ fare fatwe fin tanto Malek è a Medina.
La sua fama raggiunse presto tutto l’Impero islamico sì da portare i studiosi a ‘migrare’ a Medina per poter apprendere da lui. Questo fatto portò alla conoscenza la sua scuola giuridica in diverse parti dell’Impero che, tramite i suoi allievi, si diffuse.
Disse Iben Ainiya: lo sceicco Malek non parlava con hadith che non fossero Sahih (autentici) e di cui fosse sicuro e penso che Medina cadrà in disgrazia dopo di lui (relativamente al sapere).Dai suoi scritti, l’Imam Malek, ha lasciato il Muwata’ sul quale ci spese quaranta anni per la sua stesura, è una raccolta di diecimila hadith e viene considerato come il suo capolavoro. Venne scritte in due diverse versioni, la prima è la versione di Muhammad ben Hasan Asshaibany che era compagno all’Imam Abu Hanifa mentre la seconda è la versione di Yahya ben Yahya Allaythi Alandalusy.
Un altro importantissimo libro che accompagna il Muwata’ è Almudawana ed è l’insieme dei pareri giuridici di questo illustre Imam.
Riferito da Abu Huraira, che Allàh si compiaccia di lui disse: disse l’Apostolo di Allàh – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: la gente uscirà con i suoi cammelli, quasi a far scoppiare il loro fegato [per i lunghi viaggi], in cerca di sapere e non troveranno nessuno più sapiente dello scienziato di Medina. E venne riferito di Ibn Aina che venne chiesto:” chi è lo scienziato di Medina?” Rispose – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: “è Malek ibnu Anas” (riportato dal’Imam Atthirmidy nei sunan).
L’illustre Principe dei credenti Harun Arrashid chiese che gli venga portato l’Imam Malek per poter sentire le sue lezioni, ma la risposta dell’Imam è stata: “il sapere non si porta ma si va cercadolo”.
Non mancò dal subire attacchi da parte di alcuni governanti ai quali non piacevano alcuni suoi pareri. Questo arrivò al punto tale da potare Ja’far ben Sulaiman a colpirlo ripetutamente e violentemente sul braccio fin a slogarlo.

Disse Ismail ben Abi Uwais: Malek si ammalò e morì, sicché ho chiesto a dei vicini a lui cosa disse prima di morire, dissero fece le due testimonianze di fede (ashhadu allaa ilaha illa Allàh wa anna Muhammadan rasulu Allàh - testimonio che non c’è alcun dio all’infuori di Allàh e Muhammad è il Suo Profeta e Messagero) e poi disse:” appartiene ad Allah il destino del passato e del futuro” [XXX:4]. Morì il mattino del 14 del mese islamico di Rabi’ alAwal dell’anno 179 e pregò sulla sua salma il Principe AbdAllah ben Muhammad ben Ibrahim ben Muhammad ben Ali ben AbdAllah ben Abbas Alhashimy.

che Allàh gli usi Misericordia e si compiaccia di lui

domenica 10 febbraio 2008

Ibnu Al Qayim Al Jawziya

In nome di Allàh il Misericordioso il Clementissimo

7 Safar 691 egirico (corrispondente al 1292 milidiaco) – 13 Rajab 751 egirico (corrispondente al 1350)

Il suo vero nome è Muhammad ben Abi Bakr ben Ayoub ben Sa’d ben Huraiz Alzar’i Addimashqi ed è soprannominato con il nome di Ibnu Al Qayim Al Jawziya. Questo appellativo con cui ha acquisito la sua fama deriva dal fatto che suo padre era il rettore di una scuola situata nella zona di Damasco chiamata Suq Al Qamh (in italiano il mercato del grano) e che portava il nome della Scuola Al Jawziya fondata da Muhyi Addin ben Hafedh. Quindi la gente cominciò a chiamarlo Ibnu Al Qayim Al Jawziya (in italiano Figlio del Rettore del Jawziya) in quanto suo padre era il rettore di questa scuola.
Prese la posizione di Imam in questa stessa scuola che divenne conseguentemente trasformata in un tribunale per poi essere chiusa per un periodo e riaperta come scuola per bambini fino a che non prese fuoco nella rivoluzione siriana.
È da rettificare una nozione importante in quanto errore comune: molti nominano Ibnu Al Qayim Al Jawziya e Ibnu Al Jawzi indifferentemente come se fossero la stessa persona; mentre Ibnu Al Jawzi - che Allàh gli usi Misericordia - ha preceduto Ibnu Al Qayim Al Jawziya di duecento anni, ed era uno scienziato e grande teologo. Morto a Baghdad nel 597, anno egirico, Il suo nome completo era AbdelRahman Abu Al Faraj Ibnu Al Jawzi Al Hanbaly. Dalle sue grandi opere Talbis Iblis, un libro che ‘smaschera’ i diabolici comportamenti di Sanata il Lapidato.

Ibnu Al Qayim apprese il suo sapere da notevoli scienziati a lui contemporanei, tra cui risalta in particolare lo sceicco dell’Islàm
Ibnu Taymiya che assieme allo sceicco Almajd Alhirany furono la fonte da cui ha acquisito la giurisprudenza. Ibnu Taymiya fu per Ibnu Al Qayim un modello a cui aspirare. Ne fu influenzato in notevole misura e prese molte delle sue stesse posizioni nel combattere le innovazioni e nel ritornare alla Fonte originaria delle Scritture.

Così come apprese da grandi scienziati anch’egli ebbe allievi di grande importanza. Tra questi suo figlio AbdAllàh, che prese, dopo la sua morte, il suo posto ad insegnare alla scuola Almustansiriya che si trovava nella zona denominata Arrayhan a Damasco. Il più noto allievo di tutti è stato l’esegeta e sceicco Ibnu Kathir.

Nella sua posizione che richiamava la gente al ritorno alla dottrina più ortodossa dell’Islàm dei Salaf (precedenti) e a combattere contro l’eterodossia che si era andata diffondendo, lo Sceicco Ibnu Al Qatim (che Allàh gli usi Misericordia) è stato accolto tra sostenitori e oppositori. Questi ultimi, che erano la stragrande maggioranza anche tra i giuristi del tempo, sono arrivati ad imprigionarlo assieme anche al suo maestro lo
Sciecco Ibnu Taymiya, per poi essere scarcerato solo dopo la morte dello Sceicco dell’Islàm.

Dopo la sua prigionia svolse il rito del Haj (pellegrinaggio) molte volte e si stabilizzò nelle vicinanze di Mecca dove poté dedicarsi alle orazioni nelle sue varie forme.

Tra coloro che lo hanno sostenuto, Ibnu Rajab in particolare e che era un suo allievo, racconta di lui:
‘era – che Allàh gli usi Misericordia – di considerevole devozione verso il suo Creatore. Le sue orazioni e le se veglie erano lunghissime che non ho mai visto nessuno fare come lui. Così come non ho mai visto uno più sapiente di lui e più conoscitore di lui, soprattutto dell’esegesi del Sublime Corano, della Sunna e dell’essenza dell’Iman (il Credo). […]’
L’esegeta lo Sceicco Ibnu Kathir invece dice di lui:
era un grande lettore ed era di egregio comportamento, di grande amore, privo di invidia verso gli altri, non aggrediva e non criticava malamente nessuno, non portava rancori. Ero il più vicino a lui come compagno e amico ed ero colui tra questi a cui voleva più bene.

Che Allàh gli usi Misericordia e si compiaccia di lui

venerdì 8 febbraio 2008

Lo Sceicco dell’Islàm Ibnu Taymiya

In nome di Allàh il Misericordioso il Clementissimo

Lo Sceicco Ahmed Ben AbdelHalim Ibnu Taimiya nasce a Heran il giorno 10 del mese egirico Rabi’ al Awal dell’anno 661. Durante l’anno 668 suo padre lo portò, assieme ai suoi fratelli, con se a Damasco, mentre fuggivano dall’attacco dei Tatari. Appena più grande, apprese il sapere da suo padre e tramite gli sceicchi di Damasco. Apprese da loro le scienze della lingua araba e le scienze teologiche (riguardanti l’esegesi del Sublime Corano, dei Hadith e della giurisprudenza islamica). Possedeva una notevole intelligenza e una memoria straordinaria, sì da permettergli di superare i suoi coetanei di moltissimo quando aveva solo una decina di anni. La sua capacità mnemonica era oggetto di discussione tra la gente di Damasco, giacché ci è stato riportato che un giorno andò da lui uno sceicco proveniente da Halab per mettere alla prova la sua memoria. Gli dettò tredici hadith e dopo aver terminato di recitarli glieli ripeté uno dopo l’altro così come gli ha citati l’esaminatore. Dopo di ché gli citò un numero di asanid (di nomi di catena di tramandazione dei hadith) ricercati e come la prima volta fu in grado di ripetere i nomi uno dopo l’altro come nominati. Lo sceicco stupito esclamò: se ha ancora vita dinnanzi, occuperà una notevole posizione.

Già all’età di diciannove anni andava presso le varie scuole a sedere e discutere con gli scienziati del suo tempo; così quando morì suo padre nel 681 egirico prese il suo posto nell’insegnare la corrente hanbalita. Cominciò a fare l’esegesi del Sublime Corano e della Sunna, e si raccontava circa le sue lezioni che erano condotte con una chiarezza concettuale e precisione linguistica con la sua pacata voce.
La sua sete di sapere era impressionante e non smetteva mai di compiere le sue ricerche, nominando, invocando e ritornando ad Allàh in tutte le situazioni e condizioni. Sapeva fermarsi ai confini prescritti da Allàh, umile verso di Lui, di frequenti digiuni e lunghe veglie (qiyam).

la situazione storica dell’Impero Islamico in cui è vissuto lo Sceicco dell’Islàm era pessima. L’Impero Islamico era in mano ai Mamelucchi che erano estranei alla lingua e lontani nel comprendere la dottrina islamica e le sue prescrizioni. Per questo e altro si diffusero in tutto l’impero delle controversie fuori dall’ideologia islamica e presto si diffusero gruppi e fazioni islamiche e in particolare i gruppi sufi che hanno trovato appoggio e preso forza dai vari governanti.
La lontananza dalla comprensione della Religione islamica da parte dei governanti ha portato questi stessi ad ascoltare i pareri degli innovatori e dei discrepanti che non coincidevano con la Fonte (asl) e l’essenza della dottrina islamica. Sicché la maggior parte delle persone non avevano un unico parere ma diversi, credendo sempre di più alle superstizioni e alle leggende.
E se è vero, come è vero, che gli uomini intraprendono la stessa via di condotta dei loro governanti, in quel periodo si sono diffusi ideologie, comportamenti e rituali fuori dalla linea di condotta islamica. Così anche il pensiero degli intellettuali e i loro discorsi sono stati influenzati da teorie filosofiche estranee all’Islàm e le menti divennero sempre più estraniate nel loro pensiero. Gli intellettuali oziavano nei confronti dello sforzo della comprensione e si dimostrarono sempre più dei emulatori, scontrandosi tra fazioni e confrontandosi con argomentazioni pericolose e appellandosi a fonti diverse al Sublime Corano e la Sunna.

Che Allàh gli usi Misericordia e si compiaccia di lui

giovedì 7 febbraio 2008

L’Imam As-shafi’i

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Abu ‘AbdAllàh è uno dei quattro Imam che hanno dato avvio alle rispettive scuole. A lui si riconduce la scuola Shafi’ita.
È di padre e madre qoraiscita. Sua madre è la signora Hafida sorella della signora Fatima bintu Asad, madre del quarto Califfo Ali Ibn Abi Talib e per questo As-Shafi’i diceva: Ali Ben Abi Talib è mio zio e mio cugino.

L’imam as-Shafi’i studiò la maggior parte del sapere del suo tempo: dalla cultura egiziana (alqabatiya), alle tradizioni della cultura greca, persiana, indiana e si dedicò anche alla chimica, alla medicina, alla fisica, alla matematica, all’astronomia, alle scienze in generale … si dedicò alla scienza della firasa (una vecchia scienza paragonabile alla psicoanalisi odierna), alla giurisprudenza, ai ahadith, alla scienza della lingua, della letteratura, della poesia … così anche si dimostrò abile atleta: nel lancio ed era anche un ottimo cavaliere … Quando aveva solo venti anni era già conosciuto per le sue sedute di ifta’.

Nacque a Gaza nell’150esimo anno egiriaco (corrispondente all’anno gregoriano 767), stesso anno in cui morì l’imam Abu Hanifa Annu’mani, il giurista dell’Iraq. Suo padre morì quando aveva appena due anni, così sua madre lo portò a Mecca e lì crebbe orfano iniziando la sua vita con una sfida e con una grande volontà di cercare il sapere dovunque esso si trovi.

Dissero nella sua descrizione: era un uomo alto, di carnagione scura, con una voce dolce e con una notevole intelligenza creativa; dormiva poco, leggeva e scriveva molto. Vestiva indumenti semplici e puliti, e si riusciva a concentrare e a riflettere solo nel buio totale. Camminava sempre con il suo grosso bastone che lo ha accompagnato per tanti viaggi. Gli venne chiesto un giorno: ‘Perché porti spesso con te quel bastone mentre tu non ne hai bisogno visto la tua rubustezza?’; ed egli – che Allàh l’Altissimo si compiaccia di lui – rispose: ‘affinché esso mi ricordi che sono solo in viaggio’.

Imparò il Sublime Corano quando aveva sette anni, arrivò a compiere i suoi tredici anni avendo imparato a salmodiarlo (tajwid) e avendo imparato la sua esegesi. Si era caratterizzato per la sua bella voce nel salmodiare il Sublime Corano, piena di pianti di timore e di aspirazioni verso Allàh l’Altissimo.

Si accorse presto che doveva imparare la scienza della lingua araba, così scelse di trasferirsi dalla tribù dei Bani Hadhil, che era conosciuta come la tribù che più delle altre usava un arabo corretto. Rimase da loro e prese a spostarsi con loro per dieci anni, e oltre ad aver acquisito una notevole padronanza linguistica, in questi dieci anni imparò anche l’arte del lancio (dell’arco e della lancia). La sua esperienza in mezzo a questa tribù lo porterà successivamente a migliorare la sua comprensione del Sublime Corano e della Tradizione Profetica (Sunna).

Diversamente da altri scienziati, l’Imam as-Shafi’i non si è legato ad uno sceicco (maestro) in particolare per acquisire il sapere ma egli si spostava in continuazione alla ricerca di nuove nozioni e nuove conoscenze; viaggiò per tutto l’impero islamico discutendo con la gente, con gli scienziati e con i giuristi, con i tramandatori dei Hadith cercando di avere contatto con le più diverse correnti di pensiero del suo tempo. Si spostò inizialmente tra le tribù del Hijaz, poi viaggiò verso l’Iraq, la Persia, L’Anatolia, lo Yemen, la Palestina, l’Egitto.

Che Allàh gli usi Misericordia e si compiaccia di lui