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sabato 16 febbraio 2008

L’Imam Ahmad ibnu Hanbal

In nome di Allàh il Misericordioso il Clementissimo

Il suo nome è Ahmad ben Muhammad ben Hanbal ben Hilal ben Asad Ashaibany, nato nell’anno egirico 164 a Baghdad dove crebbe. Quando morì suo padre, mentre era ancora in tenera età, sua madre si promise di dargli la conoscenza, pertanto lo mandò ad apprendere le scienze teologiche. Imparò il Sublime Corano, le scienze della lingua e appena giunse a compiere i suoi quindici anni cominciò lo studio del Hadith così da memorizzarlo. Giunto ai venti anni, intraprese i viaggi in cerca del sapere e che lo videro diretto verso la città irachena del Kufa, poi verso la Mecca, Medina, lo Yemen per poi ritornare a Baghdad dove era conosciuto come uno dei migliori allievi dell’Imam Asshafi’i.
L’Imam è stato allievo anche di altri illustri sceicchi dell’Iraq, come Ibrahim ben Sa’id, Sufiyan ben ‘Aina, Yahya ben Sai’id e Abu Dawud Attiyalsy. Dopo aver dimostrato la sua superiorità nei confronti dei suoi colleghi nell’imparare la Sunna , presto divenne un personaggio indipendente intellettualmente, dando così inizio ad una sua scuola. Fece una notevole ricerca di Hadith componendo una raccolta tanto da permettergli di essere un riferimento nella citazione dei Hadith stessi e lo portò a scrivere poi il suo libro Almusnad che conteneva la raccolta di quarantamila Hadith. Allàh l’Altissimo ha favorito questo illustre Imam con una capacità mnemonica per la quale la gente si meravigliava. Disse L’
Imam Asshafi’i: sono andato via da Baghdad e non ho lasciato in questa città nessuno che abbia una conoscenza della giurisprudenza e del sapere in generale o una persona più pia … di ben Hanbal.
Viene anche riferito di lui che era un uomo deciso, paziente, con una visione ideologica ben definita e chiara, pronto a portare le sue forti dimostrazioni.
Nell’anno egirico 212, ci fu un grande problema dottrinale che vide il governatore ‘Abbas prendere posizione con l’erroneo parere che trattava il Sublime Corano come una creatura di Allàh privandolo della qualità di Parola di Allàh. Imam Ahmad prese la posizione veritiera contro questo parere fuorviante dalla Retta Dottrina tanto da costargli, come a molti altri scienziati, la privazione di insegnare e di tenere sedute di sapere. Conseguentemente nel 218 venne torturato e imprigionato da parte del vice-governatore Ishaq ben Ibrahim Alkhaza’i.
Preso poi per portarlo alla residenza del governatore, che si trovava nella periferia Baghdad, arrivarono trovando il governatore morto e al suo posto vi era il fratello Almo’tasim e che prese le stesse posizioni del fratello che lo ha proceduto. Ordinò quindi di imprigionarlo nuovamente e di torturarlo frustandolo e così fecero. Ogni qualvolta, si dice, che veniva colpito cadeva svenuto per la forza con cui veniva colpito. La prigionia e la tortura proseguirono per ben ventotto mesi e quando lo videro che non cedeva dalle sue posizioni venne fatto rilasciare e tornò a poter insegnare.
Nell’anno 227 morì il governatore Almo’tasim e prese il suo posto Alwàthiq bi Allàh che a sua volta ordinò di vietare che l’Imam possa entrare in contatto con la gente, vietandogli nuovamente di insegnare per oltre cinque anni fino a che il governatore morì anch’egli nel 232. Nello stesso anno ricoprì questa carica Almutawachil che prese le giuste posizioni e fece abolire questa falsa convinzione che coinvolgeva il Sublime Corano. Diede all’Imam Ahmad il giusto grado e lo accolse dandogli il suo sostegno. L’Imam Ahmad morì nell’anno 241, anno egirico.

Dopo la morte dello sceicco Ibnu Hanbal non vi era alcuno scritto relativo alla sua scuola e fu l’unico Imam dei quattro (Imam Malik, Imam Asshafi’i, Imam Abu Hanifa) che non non scrisse nulla circa la sua scuola. Infatti a differenza dei tre Imam, che fecero scrivere o scrissero direttamente il loro pensiero in libri che giunsero poi fino a noi, sul pensiero dell’Imam Ahmad ci è stato tutto tramandato da scritti dei suoi allievi tra cui lo sceicco Muhammad ben Isma’il Albukhary (che scrisse Assahih), lo sceicco Abubakr Ahmad ben Muhammad Hani’ Albaghdady, conosciuto come Alathram (ed è il più famoso scrittore che raccolse sull’Imam Ahmad ibnu Hanbal nel libro Assunan fi Alfiqh). Altri furono Abubakr Ahmad ben Khalal con il suo libro Aljàmi’ e che contiene ciò che hanno riportato gli allievi dell’Imam.

Che Allàh gli usi Misericordia e Si compiaccia di lui

giovedì 14 febbraio 2008

L'Imam Malek ibnu Anas

Nel nome di Allàh il Misericorde il Clementissimo

Il suo nome è Malek ben Anas ben ‘Amer Alasaaby, abu AbdAllah ed è stato chiamato l’Imam della Casa dell’Egira (ossia di Medina). È nato nell’anno egirico 93 a Medina. Era un uomo alto, robusto, occhi azzurri, barba lunga ed era conosciuto già da bambino per la sua buona educazione, la pacatezza, la notevole velocità mnemonica e di comprensione. È uno dei quattro Imam che hanno iniziato le rispettive quattro scuole giuridiche.
Visse la sua intera vita a Medina, città dove scese parte della rivelazione, dove sono state imposte le regole e le norme dello Stato Islamocratico e luogo dove si sono radunati tutti i Compagni del Profeta – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria – e dopo di loro fu meta dei giuristi e degli scienziati. Si spostò una volta sola da questo luogo benedetto per andare a Mecca in osservanza del quinto pilastro dell’Islam: il pellegrinaggio.
Apprese un grande sapere dagli sceicchi di Medina e, all’età di diciassette anni, gli fu riconosciuto da questi la sua preparazione nella conoscenza dei hadith e della giurisprudenza; così da permettergli di cominciare già da subito ad insegnare. Disse lo stesso Imam, che Allàh si compiaccia di lui:”non mi sono seduto a fare fatwe finché settanta sceicchi mi attestarono che ne ero in grado”.
Lo sceicco Malek prese subito la qualità dell’Imam di Medina allorché tutti gli scienziati di Medina del suo tempo concordarono nella sua notevole devozione e conoscenza. Disse l’Imam Asshafi’i: Malek è una prova di Allàh sulla sua creatura. Disse Abderrahman ben Mahdi: non ho mai visto una persona più sapiente e saggia o più devota di Malek. Infine tutti gli Imam gli testimoniarono la sua qualità dicendo: nessuno puo’ fare fatwe fin tanto Malek è a Medina.
La sua fama raggiunse presto tutto l’Impero islamico sì da portare i studiosi a ‘migrare’ a Medina per poter apprendere da lui. Questo fatto portò alla conoscenza la sua scuola giuridica in diverse parti dell’Impero che, tramite i suoi allievi, si diffuse.
Disse Iben Ainiya: lo sceicco Malek non parlava con hadith che non fossero Sahih (autentici) e di cui fosse sicuro e penso che Medina cadrà in disgrazia dopo di lui (relativamente al sapere).Dai suoi scritti, l’Imam Malek, ha lasciato il Muwata’ sul quale ci spese quaranta anni per la sua stesura, è una raccolta di diecimila hadith e viene considerato come il suo capolavoro. Venne scritte in due diverse versioni, la prima è la versione di Muhammad ben Hasan Asshaibany che era compagno all’Imam Abu Hanifa mentre la seconda è la versione di Yahya ben Yahya Allaythi Alandalusy.
Un altro importantissimo libro che accompagna il Muwata’ è Almudawana ed è l’insieme dei pareri giuridici di questo illustre Imam.
Riferito da Abu Huraira, che Allàh si compiaccia di lui disse: disse l’Apostolo di Allàh – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: la gente uscirà con i suoi cammelli, quasi a far scoppiare il loro fegato [per i lunghi viaggi], in cerca di sapere e non troveranno nessuno più sapiente dello scienziato di Medina. E venne riferito di Ibn Aina che venne chiesto:” chi è lo scienziato di Medina?” Rispose – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria: “è Malek ibnu Anas” (riportato dal’Imam Atthirmidy nei sunan).
L’illustre Principe dei credenti Harun Arrashid chiese che gli venga portato l’Imam Malek per poter sentire le sue lezioni, ma la risposta dell’Imam è stata: “il sapere non si porta ma si va cercadolo”.
Non mancò dal subire attacchi da parte di alcuni governanti ai quali non piacevano alcuni suoi pareri. Questo arrivò al punto tale da potare Ja’far ben Sulaiman a colpirlo ripetutamente e violentemente sul braccio fin a slogarlo.

Disse Ismail ben Abi Uwais: Malek si ammalò e morì, sicché ho chiesto a dei vicini a lui cosa disse prima di morire, dissero fece le due testimonianze di fede (ashhadu allaa ilaha illa Allàh wa anna Muhammadan rasulu Allàh - testimonio che non c’è alcun dio all’infuori di Allàh e Muhammad è il Suo Profeta e Messagero) e poi disse:” appartiene ad Allah il destino del passato e del futuro” [XXX:4]. Morì il mattino del 14 del mese islamico di Rabi’ alAwal dell’anno 179 e pregò sulla sua salma il Principe AbdAllah ben Muhammad ben Ibrahim ben Muhammad ben Ali ben AbdAllah ben Abbas Alhashimy.

che Allàh gli usi Misericordia e si compiaccia di lui