martedì 15 gennaio 2008

La Nostra Comunità - Corriamo ai Ripari

Nel nome di Allàh il Misericorde Il Clementissimo

Nel Sublime Corano, Allàh l’Altissimo ha descritto la Comunità a cui apparteniamo come una comunità basata sul Tawhid: La ilaha illa Allàh (Non c’è dio al di fuori di Allàh). La nostra Comunità è composta da persone diverse, ma nella diversità sono eguali e nell’eguaglianza sono uniti. Quello che non comprendo a volte, nonostante il continuo reclamo da parte di tutti i membri comunitari di una mancanza di unità, è il continuo lavoro, suppongo inconscio, dispersivo delle sue componenti. L’ultimo fatto che mi ha dato molto da pensare è stato il comunicato stampa del GMI. Nonostante la mia posizione tecnica discorde sulla sua pubblicazione ho pensato se era giusto (intendo islamicamente) attaccare con commenti pubblici ( pubblici ai musulmani e non) il lavoro svolto dai nostri fratelli che ho il dovere di pensare che è stato fatto in buona fede. Dopo aver consultato la mia linea di condotta (che è l’Islàm e che impone di rivolgermi agli insegnamenti di Allàh tramite la Sua Parola: il Sublime Corano e la missione magistrale del Suo Profeta – Che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria) ho trovato che la risposta è negativa. Dentro la Comunità vi è una grande percezione di disgregazione dovuta a vari fattori. E certo i commenti pubblici e le critiche distruttive non hanno da giovare a questa sensazione se non con maggior danno. Che immagine diamo poi ai nostri nemici? E che opportunità gli serviamo? Coloro che hanno commesso questa pseuda-minaccia hanno ottenuto più di quello che avevano sperato! Oltre ad alimentare l’odio verso i musulmani tra l’opinione pubblica (e per mezzo dei media), hanno anche acceso un fuoco interno alla comunità che per quanto piccolo è letale. La linea di condotta islamica e la ragione suggeriscono che se noi notiamo, vediamo, pensiamo che qualcosa non sia giusta, allora bisogna rivolgersi ai diretti interessati senza mettere in piazza le nostre faccende, o per lo meno discuterne internamente tra noi! A volte, quando vediamo l’opportunità e la falla di qualche nostro fratello, la prima cosa che ci viene in mente è quella di scrivere un commento per correggerlo, per fargli notare il suo errore … ma poi l’intento degenera in altro per due motivi: il primo è che il fratello molte volte non riesce ad accettare le critiche (anche perchè a volte non sono costruttive) e i consigli (perché magari si sente umiliato dinanzi a tutti); secondo perché chi vuole correggere infierisce e non si limita al discorso ma si aprono trenta altre porte e si cade nel interpretare un hadith, una ayah, o altro … cose che sono argomenti talmente vasti su cui i nostri scienziati hanno espresso le loro opinioni e che non spetta a noi dire la nostra; così come è sbagliato il riportare una sola opinione di questo o dell’altro scienziato.
Sappiamo bene che la rete ha delle trappole e le sue trappole sono molto sottili. Lo scrivere un commento, ma anche un email, puo’ essere a volte oggetto di incomprensione per un semplice motivo: non ci si guarda in faccia. Per quanto la rete ci puo’ avvicinare, con lo stesso grado con cui ci avvicina ci allontana nella incomprensione reciproca. Satana, il lapidato, accompagna il singolo, si allontana dalla coppia e dal trio è ancor più lontano. Quando leggiamo (i commenti rivoltici dietro il nostro computer) ci sussurra astiosità sicché rovina la nostra buona fede nel fratello o nella sorella mittente.
Pensiamo bene, mettiamo sulla bilancia quello che diciamo, perché tutto verrà messo sulla bilancia … ogni singola parola detta o scritta si presenterà dentro una dei piatti della nostra bilancia. Secondo voi scrivere dei commenti sul post del comunicato GMI serve a qualcosa? Cambia qualcosa? Quanto può cambiare invece una sana email a chi ha scritto e pubblicato il comunicato?! Quanto può cambiare, al posto di sprecare tempo a scrivere quei commenti, scriverne altri nelle varie discussioni di ignoranti non musulmani?!
Basta criticare gli altri in modo malsano; basta puntare il dito verso i fratelli e le sorelle che nel loro piccolo cercano di fare qualcosa (anche sbagliando). Certo che sbaglia solo colui che si mette in gioco; quello che rimane indietro, quello che quando gli viene proposto di salire sul minbar rifiuta e quando viene fatto salire qualcun altro lo critica … ne abbiamo fin troppo di queste persone, buone a fare nulla se non di rimproverare gli altri senza dare un contributo attivo e costruttivo alla Comunità! Il trentaduesimo Hadith riportato nei Quaranta dell’Imam Nawawy, riporta che il Profeta – che Allàh lo Benedica e lo abbia in Gloria - disse:"Non causare danno e non rispondere al danno col danno" (riferito da ibn Magiah, ad-Daraqutni, Malek). Quanto è difficile stare in silenzio e non esprimersi, pur di dire qualsiasi cosa, pur di cadere nel vaniloquio! Richiamiamoci all’ordine e alla disciplina. Ricordiamo che ogni uno di noi è responsabile delle proprie azioni; a nessuno verrà chiesto se non il proprio operato! Nessun anima verrà caricata del peso di altre anime … !
Mettiamo mano nella mano, uniamoci perché siamo sotto attacco mediatico (e non purtroppo), non disperdiamo le nostre forze. Le mie parole sono un’osservazione che vogliono prevenire gli ammonimenti di Surat A-‘Asr (Il Tempo, CIII): Per il Tempo! (1) Invero l’uomo è in perdita, (2) eccetto coloro che credono e compiono il bene, vicendevolmente si raccomandano la verità e vicendevolmente si raccomandano la pazienza. (3)

Tutto ciò che ho detto di giusto proviene da Allàh l’Altissimo e tutto ciò che ho detto di ingiusto proviene da me. Chiedo a Lui perdono per me e per noi tutti e chiedo a Lui solo la guida alla Sua Retta Via.

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